L’impiego inappropriato di antibiotici nel mondo sta facendo aumentare la spesa medica e di conseguenza il debito, questo si collega ad incertezze diagnostiche e ad eccessive aspettative da parte dei pazienti. Una delle ragioni più comuni di assunzione di antibiotico nelle nazioni industrializzate è legato alle infezioni all’apparato respiratorio e sfortunatamente tali infezioni molto spesso non rispondono agli antibiotici. L’uso inappropriato di tali farmaci accresce i costi delle cure mediche, accresce il rischio degli effetti indesiderati e l’interazione con altri farmaci, e – soprattutto – aumenta il rischio per lo sviluppo di una antibiotico-resistenza.
Negli ultimi anni, molte agenzie della sanità e organizzazioni hanno promosso delle campagne d’informazione per ridurre il consumo di antibiotici inutili. Questi programmi includevano un addestramento nella prescrizione di questi farmaci e prove diagnostiche supplementari sui pazienti. Tuttavia si è potuto riscontrare una riduzione in pochi casi. Un nuovo studio apparso sul British Medical Journal ha valutato un altro metodo per la promozione di un consumo giudizioso dell’antibiotico, lo studio afferma che il metodo più efficace consiste in test diagnostici rigorosi e nell’intensificare la comunicazione medico paziente.
Lo studio della rivista ha valutato i casi di 413 pazienti con infezioni dell’apparato respiratorio ritenuti casi sospetti da 40 medici di base dell’Olanda. I dottori hanno usato il test della proteina C reattiva e hanno informato bene il paziente, si sono avvalsi di entrambe le tecniche o in alcuni casi hanno usato o una o l’altra. Questo approccio diagnostico centrato sul paziente è simile ad altri studi intrapresi e si è osservato che gli antibiotici venivano prescritti in maniera significativamente inferiore nel gruppo in cui veniva effettuato il test della proteina C reattiva rispetto al gruppo in cui questo test non veniva praticato ( 31% contro 53% ). Analogamente gli antibiotici venivano prescritti in maniera significativamente inferiore nel gruppo in cui vi era un’informazione più avanzata (27 %) rispetto al gruppo informato in maniera tradizionale ( 54%). Quelli che hanno impiegato in combinazione il test della proteina C reattiva e un’informazione più avanzata hanno prescritto gli antibiotici in numero sensibilmente inferiori. Queste differenti situazioni non hanno arrecato alcun disagio ai pazienti e nessuno ha lamentato carenze nei sistemi di cura.
Un impiego rigoroso e corretto degli antibiotici è assolutamente vitale per una riduzione del pericolo globale della resistenza agli antibiotici. Le richieste dei pazienti associata alla mancanza di informazioni e di educazione per una corretta prescrizione contribuiscono ad un abuso e ad un utilizzo improprio degli antibiotici. Questo studio è soltanto uno di una lunga serie di lavori in cui si promuove un approccio incentrato sul paziente, il quale include l’educazione e la comunicazione come fattori importanti nella riduzione del consumo inappropriato di antibiotici.
Sebbene la maggior parte degli operatori sanitari riconosce l’importanza di un utilizzo corretto degli antibiotici, tuttavia non sembra che ritengano questo un problema che li riguardi, infatti non hanno modificato le loro abitudini nella pratica delle prescrizioni nonostante la crescente resistenza agli antibiotici. Mentre gli autori dei questo studio stanno svolgendo una sensibilizzazione di un uso consapevole dei farmaci e soprattutto emerge il bisogno di mantenere un’attenzione costante in una sempre maggiore comunicazione medico paziente.
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