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Fra pochi giorni arriverà l’ influenza stagionale e la nuova influenza “suina” e al primo malessere saranno loro due ad essere chiamate in causa, basterà il naso che cola, un mal di schiena insolito, qualche dolore «alla pancia» magari con nausea o vomito per convincerci di esserci beccati l’ influenza stagionale o la “suina”.
Peccato che spesso non sia affatto così e si tratti invece uno dei numerosi virus parainfluenzali, molto diffusi proprio in questa stagione, capaci di dare una serie di disturbi che gli esperti definiscono «fiacca».
«Si stima che durante il periodo influenzale di quest’ anno ci saranno “solo” due milioni e mezzo di contagi da virus stagionale. A dover fare i conti con una sindrome parainfluenzale saranno invece ben 5-6 milioni di persone», chiarisce il dottor Fabrizio Pregliasco, dell’ Istituto di Virologia dell’ Università di Milano.
Niente di più facile, allora, che i fastidiosi disturbi siano da imputare a virus diversi da quello dell’ influenza. La scelta è ampia: si va dal banale virus del raffreddore, agli adenovirus, ai coronavirus, ai virus parainfluenzali veri e propri, per arrivare al virus respiratorio sinciziale, il più simile alla vera influenza. Tutti comportano un’ infezione respiratoria e malesseri più o meno accentuati; molti regalano diarrea, nausea e vomito.

La vera influenza si distingue da tutti gli altri virus per tre segni inconfondibili: compare in modo brusco, si manifesta con una febbre che sale subito oltre i 38 gradi, provoca sintomi generali (come dolori alle articolazioni e ai muscoli) e respiratori, fra cui una caratteristica tosse secca. Quadri un po’ diversi sono possibili nei bimbi con meno di un anno, o in persone molto anziane: in questi casi si può avere un’ influenza senza risposta febbrile adeguata. I sintomi possono presentarsi in maniera sfumata anche per nei vaccinati in cui la protezione anticorpale fallisce.

La cura Influenza e simil-influenze possono comunque essere gestite in modo analogo. «La prima regola è che in entrambi i casi gli antibiotici non servono e in prima battuta andrebbero sicuramente evitati. Gli antibiotici possono aiutare contro le complicanze, ad esempio se all’ infezione virale se ne aggiunge una batterica, ma non al primo insorgere dei sintomi influenzali. Sono invece consigliabili rimedi naturale e i medicinali da banco, da utilizzare per ridurre i disturbi, senza azzerarli completamente.
Eliminare del tutto i sintomi, che sono l’ indizio della reazione dell’organismo all’ aggressione virale, è pericoloso: può indurre a uscire prima di essere del tutto guariti, esponendo a un maggior rischio di complicazioni e contribuendo a diffondere il virus.
«Meglio allora assumere i farmaci a basse dosi (accortezza che fra l’ altro riduce l’ eventualità di effetti collaterali) e “ascoltarsi”, per capire quando la malattia si è davvero conclusa. Gestire i sintomi significa anche scegliere preparati adatti,» prosegue Pregliasco «perciò saranno utili gli antidiarroici se la sindrome parainfluenzale compromette soprattutto l’ apparato gastrointestinale; se di vera influenza si tratta, invece, è bene preferire l’ acido acetilsalicilico (es. Aspirina) a un semplice antifebbrile (es.Tachipirina) o preparati a base di principi attivi che calmano la tosse. Di solito bastano 4 giorni per guarire: se non accade, è bene consultare il medico, perché potrebbe essersi sommata un’ altra infezione a complicare il quadro». Ciò è meno probabile nelle sindromi parainfluenzali, ma è relativamente frequente dopo un’ influenza soprattutto in anziani o soggetti a rischio.

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