Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!
In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.
D. Che cos’è la lobotomia e chi l’ha inventata?
R. La lobotomia è una pratica chirurgica che consiste nel recidere le connessioni nervose tra i lobi frontali e il resto del cervello e che “disattiva” alcune importanti funzioni cerebrali (i lobotomizzati perdono la capacità di fare qualsiasi progetto). Fu inventata nel 1935 dal neurochirurgo portoghese Egas Moniz che incominciò a praticarla sperimentalmente su alcuni malati mentali del manicomio di Lisbona. L’invenzione gli valse il premio Nobel (ora contestatissimo) nel 1949. Moniz, infatti, aveva notato che i sintomi di gravi malattie mentali come la schizofrenia sparivano immediatamente nei soggetti lobotomizzati. Ciò che purtroppo sottovalutava era che i danni causati al cervello erano ben maggiori dei benefici, tanto che dopo la “cura” molti dei pazienti cadevano in uno stato vegetativo. Ciò nonostante la lobotomia ebbe un grande successo e fu utilizzata fino agli anni Cinquanta non solo su migliaia di malati mentali ma anche su bambini iperattivi e detenuti considerati “pericolosi”. Tra i maggiori sostenitori della lobotomia negli Stati Uniti vi fu un medico di nome Walter Freeman, che negli anni Cinquanta girava il Paese a bordo della sua “lobotomobile” eseguendo migliaia di lobotomie con una tecnica rapida di sua invenzione: utilizzava un piccolo scalpello che infilava tra l’occhio e il cranio fino a raggiungere il lobo frontale, quindi recideva i nervi interessati picchiettando con un martelletto. Questa pratica quando ormai sembrava in disuso è tornata in auge alla fine degli anni 90 , facendosi più moderna e prendendo il nome di “lobotomia virtuale”. Consiste nel guardare almeno 3 ore al giorno la maggior parte dei programmi televisivi trasmessi dalla tv pubblica italiana.
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