Eccoci all’ultimo post “estivo”.
Oggi tratteremo l’argomento “Supermercati“: vi consiglio di leggere due articoli già pubblicati su questo blog (“8 cose che il supermercato non vuole che tu sappia!” e “I segreti del supermercato“) e di vedere questo filmato tratto da Zelig in cui Giacobazzi ci racconta della sua esperienza all’Ipercoop.
Estrapolo dal video una frase da imparare a memoria:
Tag: globalizzazione
Le foglie d’insalata dall’apparente perfetto splendore per le quali abbiamo acquistato l’appetito non potrebbero raggiungere la loro perfezione “cosmetica” senza un aiuto di alta tecnologia, specialmente se cresciute fuori stagione. Una monocoltura intensiva d’insalate con ampie stagioni di raccolto favorisce l’aumento di infestazioni da insetti e malattie nel terreno. La conseguenza è stata un rapido aumento nel consumo di pesticidi. Le foglie di insalata, in particolare, è facile che contengano residui di pesticidi.
In Inghilterra, la maggioranza dei grandi produttori sono reticenti a rivelare quali pesticidi usano. Un agronomo, che lavora in Spagna nell’industria agro-chimica ci spiega come funziona il sistema: “Il periodo di crescita delle lattughe in Spagna va da due e mezzo a tre mesi. Ogni settimana, eccetto le ultime due, le piante vengono irrorate con una mistura di anticrittogamici e insetticidi. È molto cresciuta la resistenza ai pesticidi, perciò i prodotti che abbiamo usato l’anno scorso sono stati completamente diversi da quelli che utilizzavamo cinque o sei anni fa. Alcuni di questi sono molto tossici. Per esempio, trattiamo le lattughe preventivamente con ditiocarbammati. Pare che gli inglesi li usino in grandi quantità. È molto rischioso. Questa monocoltura fa moltiplicare tanti germi e funghi. È devastante: si può perdere anche metà del raccolto. Nelle serre di plastica le cose non vanno meglio: le piante sono così fitte che le malattie si propagano nelle colture come il fuoco. Agli agricoltori devo consigliare persine più pesticidi di quello che vorrei, perché se c’è solo un minuscolo afide, l’intero raccolto può essere rifiutato dai supermercati. Se si vuole una produzione così perfetta da non poterci trovare neppure un minuscolo afide, come se non provenisse dal suolo, ma da un’industria, naturalmente occorre usare molti pesticidi“.
Il Laboratorio Scientifico Centrale dello Stato documenta l’uso dei pesticidi in questo paese. I dati più recenti (del 1999) riportano che l’insalata coltivata all’aperto ha ricevuto in media quattro trattamenti di insetticidi, due di anticrittogamici e due dosi di diserbanti; la lattuga di serra è stata addirittura trattata con più anticrittogamici. Mentre vi è stata una riduzione dei pesticidi utilizzati tra il 1995 e il 1999, la quantità globale dei pesticidi dati a queste colture è aumentata in modo drammatico a partire dal 1986 ed è ancora molte volte superiore rispetto a 20 anni fa.
Abbiamo già affrontato questo argomento nel post “8 cose che il supermercato non vuole che tu sappia“e e nel post sul pane “falso” dei supermercati. Ne ho scovate altre sll’eclogist italiano e ve le propongo, insieme al consiglio di comprare il cibo locale!
1. Vi danno un cestino
Una ricerca condotta nei supermercati ha scoperto che il 75 % di chi ha in mano il cestino per fare la spesa compra sempre qualcosa, in confronto ad appena il 34% di chi non ha il cestino. Così, quando all’entrata del supermercato un membro dello staff porge il cestino ai clienti, non è per fare un favore a voi, ma all’azienda.
2. Frutta “pronta e matura”
Poiché i supermercati desiderano che la frutta si conservi il più a lungo possibile sugli scaffali, obbligano i fornitori a raccoglierla acerba, sebbene ciò implichi che non sarà altrettanto buona, dato che gli zuccheri non si sono completamente sviluppati. Essendo abituati all’idea che la frutta è sempre dura quando la compriamo, siamo disposti a pagare un extra per il privilegio di avere frutta matura.
3. Paghi uno e prendi due
È l’offerta che ha dimostrato di aumentare le vendite fino ad oltre il 150 per cento. A dispetto di quel 50% che effettivamente fa risparmiare, questo tipo di operazioni ci inducono a consumare un prodotto in quantità maggiori rispetto alle nostre abitudini, così, quando l’offerta finisce, siamo inclini a comprarne ancora. Ed oltre ad incoraggiarci ad acquistare più di quello che ci serve, queste offerte celano un costo occulto ai danni dei produttori, poiché sono loro, e non il supermercato, a finanziare le promozioni. I supermercati le utilizzano per disfarsi della mercé che non vendono.
Fare la spesa nel supermercato sembra una attività innocua. Tutti facciamo la spesa almeno una volta a settimana senza però prestare troppa attenzione a ciò che accade dietro le quinte del supermercati. Il nostro modo di comprare è diventato una scienza fra le più studiate e con il maggior numero di ricercatori nel mondo. “I ricercatori del marketing hanno lavorato per anni per essere sicuri che l’ acquirente comune guardi più prodotti possibili durante la spesa, perché più vedono, più comprano”, questo è ciò che ha detto Marion Nestle, autrice di What to Eat: An Aisle-by-Aisle Guide to Savvy Food Choices and Good Eating. Quindi se vuoi essere un acquirente intelligente leggi questi trucchetti e segreti nascosti nel supermercato.
1. I carrelli della spesa sono sporchi.
In accordo con gli studi fatti sui carrelli, più del 60% di questi danno rifugio a batteri coliformi (la specie di batteri che si ritrova sulle toilette pubbliche!). Il Dr. Chuck Gerba, microbiologo dell’ Università di Arizona dice :”Questi batteri potrebbero venire dalle verdure non ancora lavate, dai salumi non ancora spellati, dalle mani sporche dei clienti o dai bambini che si siedono nei carrelli. Basta pensare che dove avete messo i broccoli pochi minuti prima si trovava il sedere di un bambino”. Secondo gli studi fatti da Gerba e sui collaboratori, i carrelli della spesa hanno più batteri di tutte le superfici da loro studiate, incluse le tavolette del wc e i poggiatesta dei treni. Per evitare di sporcarsi con questi fastidiosi batteri Gerba suggerisce di pulire il manico del carrello con dei fazzoletti igienizzati e di lavarsi le mani dopo aver fatto la spesa.