Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

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Tutto sulle calorie. Volume 2

Ecco la seconda parte della guida sulla calorie. La prima parte la trovate QUA.

Proteine anti-ecologiche
Calorie si possono ottenere anche dalle proteine (carne, pesce, latte, formaggi, uova, legumi e cereali). Ma è uno spreco bruciare queste sostanze, mattoni preziosi che dovrebbero servire a costruire e riparare il corpo. Non sono nemmeno ecologiche: smontarle affatica molto fegato e reni. Perfino l’alcol, infine, dà calorie. Anzi, ne è una riserva concentrata e, a differenza di altri cibi, si conserva bene. Ma in dosi eccessive è un veleno: il solo organo capace di smontarne piccole quantità è il fegato.

Il digiuno? Un terremoto
Per scoprirne limiti e capacità del nostro organismo basta chiedersi: che accade se smettiamo di mangiare? Nei primi 5 minuti, ben poco: tanto ci mette il corpo a prosciugare il glucosio nel sangue. Subito dopo comincia a demolire il glicogeno dei muscoli e del fegato: grosse catene di zuccheri che forniscono circa duemila calorie. La provvista dura un paio di giorni, ma già prima l’organismo comincia a smontare i grassi. Nei primi tre giorni di digiuno, per produrre glucosio il motore brucia anche alcune proteine, dette “neoglucogenetiche”, simili agli integratori alimentari da palestra. Come possiamo accorgercene? Perché in questa fase facciamo molta pipì: ogni grammo di glicogeno consumato libera circa 8 grammi d’acqua, ogni grammo di proteine ne libera 25. A segnalare che “funzioniamo a proteine”, l’azoto nelle urine aumenta. Dal terzo giorno in poi il motore rallenta. Il corpo viaggia solo a grassi e ricicla al proprio interno le proteine che distrugge. È in condizione di emergenza: alimentato così, l’ambiente dell’organismo diventa molto acido e tutti i sistemi di filtro sono impegnati. I polmoni, che eliminano anidride carbonica, il fegato, e i reni, sollecitati al massimo. Per liberarsi dalle scorie, si deve bere molto: 3-4 litri di acqua al giorno, altrimenti i reni saltano. Nei giorni seguenti il corpo continua a demolire grassi per trasformarli in zuccheri, destinati soprattutto al cervello e al cuore. E, se la fame prosegue, si compie l’ultimo grande adattamento: cuore e cervello cominciano a funzionare ad acidi anziché a glucosio. Non che gli faccia bene, ma ce la fanno.

Mangiare costa energia
Quello del digiuno è un esempio estremo per dare l’idea di come il nostro corpo può consumare di tutto. Ma se è così duttile, come si fa a stabilire quanta energia ci serve e come dobbiamo suddividerla nella giornata? Per calcolare le calorie totali necessarie ogni giorno si tiene conto di molti fattori, tra i quali ce n’è uno molto curioso, la cosiddetta Tid, la “termogenesi indotta dalla dieta”. Mangiare, cioè, fa bruciare calorie, fino al 10-12 per cento del consumo totale giornaliero (smontare le proteine è tre volte più faticoso rispetto ai carboidrati e quasi dieci volte rispetto ai grassi). Conseguenza: a ridurre il numero dei pasti, a parità di calorie totali, si può ingrassare. Secondo i nutrizionisti i pasti non si dovrebbero comunque saltare. Il fabbisogno energetico giornaliero, che può oscillare tra 1500 calorie (una bibliotecaria di 40 chili) e 4 mila (un minatore di 85 chili), va ripartito in modo equilibrato: il 15-20% a colazione, il 40% a pranzo, il 30% a cena, con il restante 10% riservato alla merenda. Significa che un adulto sedentario (gli servono 2000-2200 calorie al giorno) deve assorbire 400 calorie a colazione, 800 a pranzo, 200 a merenda, 600 a cena. Facile sballare, con queste cifre: un ricco piatto di melanzane alla parmigiana, da solo, vale già l’intera cena. Ma, con un po’ di attenzione, si può anche mangiare in modo molto gustoso e variato.

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Tutto sulle calorie. Volume 1

Per marciare 24 ore il corpo può usare vari tipi di carburante. Alcuni però rischiano di danneggiarlo…

Mentre se ne sta seduto un’ora in poltrona un uomo fabbrica (e subito consuma) tanta energia da far bollire un chilo di ghiaccio. Quell’energia, cioè 100 calorie, è contenuta in una mela, e basta a sollevare da terra al sesto piano un ascensore da una tonnellata. Con una bistecca di 160 grammi un’auto di media cilindrata percorrerebbe otto chilometri e con un piatto di melanzane alla parmigiana uno Shuttle riuscirebbe a portare in orbita mezzo chilo di materiale. Anziché muovere motori a scoppio o razzi, però, i cibi nutrono noi, cioè un raffinato motore biologico che sfrutta le trasformazioni chimiche per produrre energia meccanica per i muscoli, energia termica per mantenere costante la temperatura corporea, elettricità per trasmettere impulsi nervosi e controllare il cuore. Il contenuto energetico dei cibi si misura in calorie (più esattamente si dovrebbe parlare di kilocalorie. In questo articolo abbiamo seguito l’uso comune e utilizzato sempre la parola “caloria”) e in genere i cibi confezionati riportano questo valore sull’etichetta. L’informazione, però, non dice nulla sul tipo di carburante che ci disponiamo a ingerire: ci si può scaldare altrettanto bene bruciando un ceppo o un pianoforte a coda, ma non è lo stesso. Perché si parla tanto di calorie, allora? E a che cosa servono davvero: come indice per dimagrire, come guida per un’alimentazione migliore? Vediamo.

Quando il corpo imbroglia
Controllare le calorie, di per sé, non basta a far perdere peso: il corpo, se è sottonutrito, anziché bruciare grassi si difende consumando meno. L’uso delle calorie, poi, varia molto negli individui secondo età e sesso e anche secondo le ore. Un ricercatore tunisino ha scoperto per esempio che chi osserva il ramadan islamico, cioè digiuna di giorno, ingrassa. In quel periodo i fedeli mangiano dopo il tramonto, quando il motore biologico è “imballato”. Non riescono a bruciare bene il cibo e il loro peso aumenta. Misurare le calorie non dice neanche se ciò che ingeriamo fa male o bene: un uomo medio usa 2.200 calorie al giorno. Tre litri e mezzo di vino le forniscono, ma sarebbe sconsigliabile.

Attenti al cocktail
Il nostro organismo, insomma, è un buon motore multi-carburante: si adatta a trasformare in energia tutto quello che gli versiamo nel serbatoio. I grassi (che producono 9 calorie al grammo), le proteine, i carboidrati o gli zuccheri (4 calorie al grammo), e perfino l’alcol (7 calorie). Ognuno di questi elementi viene bruciato in modo diverso e gli studi sull’alimentazione cercano di accertare qual è il miglior cocktail energetico: cioè che vantaggi ci portano le diverse composizioni dei cibi. In linea di massima, si ritiene, il 10 per cento delle calorie deve provenire dalle proteine, fino al 30 per cento dai grassi e il restante 60 per cento da carboidrati e zuccheri.

Il cervello? Va a pasta
I carboidrati (in pane, pasta e patate) e gli zuccheri sono infatti la benzina più raffinata, quella che utilizziamo con più facilità. Quando mangiamo, l’intestino digerisce carboidrati e produce glucosio, vale a dire zucchero, che in parte viene immagazzinato nei muscoli e nel fegato come riserva energetica di pronto impiego (glicogeno) e in parte si trasforma in grasso per le cellule-serbatoio (gli adipociti): una riserva più lenta da utilizzare. In condizioni di riposo la maggior percentuale di glucosio serve però a rifornire costantemente di energia il cervello, cioè a farlo vivere. Per nutrire la cellula, questa sostanza deve attraversare una porta nella membrana che, se restasse sempre aperta, lascerebbe come “colar fuori” il contenuto cellulare. Quattro ricercatori (Lienhard, Slot, James e Mueckler) hanno di recente pubblicato su Scientific American una ricerca che getta luce sul sistema escogitato dal corpo per evitare questo rischio: 900 volte al secondo speciali molecole “trasportatrici” aprono e chiudono cancelli riservati al glucosio in ogni cellula. Lo zucchero entra talmente in fretta che nulla riesce a uscire dalla stessa porta. Un sistema così evoluto, secondo gli scienziati, dimostra che gli esseri umani sono stati selezionati per “preferire” glucosio e carboidrati come carburante principale, di pronto impiego. A rafforzare l’ipotesi c’è uno studio dell’università di Leeds (Gran Bretagna).

Il test del lardo
Il nostro corpo, hanno scoperto i ricercatori, è tarato per reagire più in fretta ai carboidrati (e alle proteine) che ai grassi. Se si beve una bibita zuccherata o si mangia un piatto di pasta, i sensori dell’organismo se ne accorgono subito e fanno calare l’appetito. Al contrario, se si ingerisce un piatto di lardo il corpo se ne accorge molto più lentamente. Conseguenza: i dolci privi di grassi e la pasta saziano più in fretta (e dunque fanno ingrassare meno facilmente). Ai grassi (sono quasi puri in olio o burro, e presenti in dolciumi, carni grasse, salumi, latticini, uova, pesce, frutta secca) non possiamo però rinunciare. Come gli zuccheri, sono un carburante abbastanza ecologico: una volta smontati, forniscono energia, anidride carbonica e acqua. Rispetto ai carboidrati, bruciati subito, vengono immagazzinati per i tempi difficili.

Fra due giorni la seconda parte! Se ti va, nella parte destra del blog puoi cliccare sull’elefantino per iscriverti ai feed o puoi inserire la tua email per ricevere gli articoli direttamente nella tua email!

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Troppo magro?

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Anche i magri sono a rischio?

Inziamo dal risultato di uno studio pubblicato su JAMA e condotto da alcuni fra i più rigorosi e qualificati ricercatori americani (appartenenti ai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta (Cdc) e al National Cancer Institute). In questo studio, dopo aver esaminato i decessi avvenuti nel 2000 su un campione di circa 55 mila individui, dai 25 anni in su, si è osservato che l’ aumento del rischio di morte prematura riguardava, oltre agli obesi, anche le persone sottopeso. E questo aumentato rischio rimaneva anche dopo aver apportato le opportune correzioni per escludere fattori, come il fumo o la recente perdita di peso che avrebbero potuto influire sui risultati. Poiché sentiamo sempre parlare di obesità e quasi mai di magrezza, questo dato può sembrare inaspettato.

In realtà, basta pensare a che cosa significa “normopeso” per rendersi conto che non è così. Infatti, il criterio usato negli adulti per stabilire se una persona ha un peso nella norma è l’ Indice di Massa Corporea e l’ intervallo di normalità (IMC compreso fra 18,5 e 24,9) è stato stabilito proprio sulla base di quello che è considerato, in termini medici, un indice di massa corporea compatibile con la minore probabilità di rischi per la salute. Quindi, così come valori superiori devono richiamare l’ attenzione, lo stesso vale per valori al di sotto di quelli “desiderabili” (ovvero, quando l’ IMC è inferiore a 18,5 e quanto più ci si discosta da questo valore).

Ma perché si è troppo magri? Ed è facile o difficile prendere peso?

Le cause

Bisogna fare una distinzione fra chi, nonostante una alimentazione varia e caloricamente sufficiente, è sempre stato magro e chi, invece, lo è diventato. E i motivi, in quest’ ultimo caso, possono essere tanti: la presenza di malattie che logorano l’ organismo; uno squilibrio ormonale (come l’ ipertiroidismo); uno squilibrio fra entrate ed uscite energetiche (come potrebbe accadere incrementando l’ attività fisica senza aumentare di pari passo le calorie introdotte); un’ alimentazione troppo scarsa per cause psicologiche che portano a rifiutare il cibo (come la depressione), per motivi sociali come l’ isolamento o per scarse disponibilità economiche, per perdita di appetito (magari come conseguenza all’ assunzione di alcuni farmaci). Anche lo stress , che porta alcune persone a mangiare di più e quindi ad ingrassare, può spingerne altre a mangiare di meno e, di conseguenza, a perdere peso.

I rischi

L’ eccessiva magrezza può comportare una serie di rischi. Infatti, quando le riserve di grasso sono eccessivamente ridotte e non si introduce sufficiente energia con il cibo, il corpo, per far fronte alle richieste energetiche è obbligato ad intaccare muscoli e organi interni. Pertanto, molte funzioni metaboliche ed endocrine vengono compromesse: diminuisce la resistenza alle malattie infettive, si indeboliscono le ossa (la magrezza è uno dei fattori di rischio per l’ osteoporosi), si può alterare la regolarità del ciclo mestruale, diminuisce la forza muscolare, si hanno problemi nella regolazione della temperatura corporea e ritardo nella guarigione delle ferite. Anche le facoltà mentali, come la memoria, l’ umore e la capacità di relazioni interpersonali possono risultare compromesse.

Che cosa fare per guadagnare qualche chilo?

Una volta appurato che si gode di buona salute e che c’ è solo bisogno di mangiare di più, ecco alcuni consigli che possono essere d’ aiuto.

I tempi
Ingrassare può essere più difficile che dimagrire. Anche in questo caso il risultato va raggiunto con una dieta bilanciata abbinata ad un esercizio fisico regolare che, se opportunamente scelto, aiuta ad aumentare anche la massa muscolare (sono utili esercizi semplici di tonificazione con pesi leggeri, oppure a carico naturale, per esempio con piegamenti sulle braccia e addominali) .
Gli introiti
Naturalmente, per ingrassare bisogna introdurre più calorie di quelle che spese. Cinquecento calorie in più al giorno, rispetto a quelle necessarie per mantenere il peso attuale, possono rappresentare un obiettivo ragionevole che potrebbe portare ad un aumento – teorico, essendo molti i fattori individuali in gioco – di quasi mezzo chilo alla settimana. Le calorie vanno però aumentate gradualmente , per dare tempo all’ organismo di abituarsi, e tenendo conto di gusti, esigenze e caratteristiche individuali: così, per esempio, chi non ha un grande appetito, punterà su scelte più caloriche (in questo le etichette sono di grande aiuto), piuttosto che sull’ aumento del numero delle portate o del volume delle porzioni. Non bisogna invece esagerare con alimenti ricchi di grassi (soprattutto se saturi, come burro, panna, margarina) e zuccheri. Perché, se è vero che questi rappresentano un modo semplice per aumentare le calorie, è anche vero che, per non correre rischi, l’ aumento di peso va raggiunto attraverso una alimentazione sana e bilanciata.

I consigli per ingrassare.

  • Fare tre pasti regolari, senza esagerare con la quantità, più qualche spuntino sostanzioso collocato lontano dai pasti.
  • Fare in modo che tutti i gruppi di alimenti siano presentati nella giornata.
  • Privilegiare carni magre e formaggi a ridotto contenuto di grassi. Con moderazione si possono invece aggiungere grassi “buoni” come quelli dell’ olio extravergine d’ oliva o dei pesci grassi (come salmone, sgombro).
  • Incrementare il valore nutritivo dei piatti per esempio utilizzando, dove è possibile, il latte al posto dell’ acqua (come nel caso di minestre tipo riso e latte o di alcune creme), scegliendo ricette più caloriche (es. la pasta al pesto anziché al pomodoro), aggiungendo, nell’ insalata, qualche noce, scagliette di grana, olive, qualche pezzetto di avocado.
  • Provare ricette nuove e appetitose, senza comunque perdere di vista la loro digeribilità, perché se si ricorre a cibi “pesanti” si potrebbe poi non avere appetito al momento degli spuntini o del pasto successivo.
  • Non bere troppo durante i pasti e invece bere spesso acqua durante la giornata ed anche uno-due bicchieri di spremuta o succo di frutta. Se non ci sono controindicazioni, si può prevedere un moderato consumo di bevande alcoliche (comunque senza superare i 2-3 bicchieri di vino al giorno per l’ uomo e 1-2 per la donna).

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Bruciare calorie: metodi “alternativi”.

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Quando si tratta di bruciare qualche caloria in più tutti i metodi possono essere buoni, anche quelli più strani! Tutti sanno che allenarsi fa consumare le calorie in eccesso ma non sempre è possibile andare in palestra o fare una lunga passeggiata, ecco quindi un piccolo elenco di metodi un po’ diversi dal solito per smaltire quel dolce di troppo.

Alza il volume dello stereo e canta ad alta voce.
Mangia piccantissimo.
Poco prima di finire la doccia gira la manopola dell’acqua fredda per una ventina di secondi
Guarda un film comico o fatti raccontare delle barzellette, ridere fa bruciare molte calorie.
Agitati!
Respira con il naso e non con la bocca, in questo modo regolerai il tuo battito cardiaco e aumenterai la tua resistenza.
Fa un po’ di lavori domestici! Stirare ad esmpio fa bruciare molte calorie.
Stai in piedi mentre fai una lunga telefonata.
Alzati sulla punta dei piedi mentre ti lavi i denti.
Gira intorno mentre aspetti qualcuno.
“Perdi” il telecomando della televisione!
Bevi un bel bicchiere d’acqua prima di ogni pasto, mangerai di meno!

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Mangiare troppo fa male. Eccovi una prova!

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Eccovi le foto di due scimmie della specie Macaco Rhesus vissute nelle stesse condizioni ma con due tipi di dieta differente.
La scimmia che vedete nella foto di sopra si chiama Canto e ha 25 anni e, sebbene sia anziana (le scimmi della sua specie vivono in media 27 anni), sta invecchaindo molto bene. Ha un bellissimo manto, la pelle elastica, esegue movimenti fluidi, ha  un atteggiamento energico e una postura eretta. La sua dieta prevede un introito calorico di 445 Kcal al giorno, equivalente ad una dieta umana di  2000 Kcal.

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Owen (la scimmia che vedete nella foto qua sopra) non sta invecchaino poi così bene. La sua postura un po’ storta è legata all’artrite. Sta perdendo i capelli e la sua pelle è lucida. Owen si muove lentamente, è gracile e ha livelli alti di glucosio e trigliceridi nel sangue.
L’unica differenza rispetto a Canto è stata la dieta. Owen ha seguito una dieta di 885 Kcal equivalenti alle nostre 3000 Kcal.
Ecco credo che sia molto difficile trovare un esempio migliore di questo per evidenziare l’importante di un’alimentazione sana…

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Condurre una vita in sovrappeso: ecco 10 ragioni per non vergognarsene.

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Nessuna persona in sovrappeso testimonierà che perdere peso non è così facile come sembra. Le persone che sono magre, o sono passate dall’essere grasse a snelle diranno che che è solo questione di motivazione e di volontà, e che si tratta di metterci olio di gomito.Se sei sovrappeso hai sicuramente ascoltato questa beffarda sentenza da parte di mote persone. Ciò non ti può far sentire bene, e d’altra parte non ti aiuta a raggiungere il tuo obiettivo di perdita di peso.

Il fatto è che un rinforzo pisocologico negativo crea una vera e propria depressione, e il modo con cui il corpo reagisce a questo stato depressivo è cercando carboidrati. Questo, e ciò che elencato qui sotto, innesca un circolo vizioso, ed è in parte la causa di un sovrappeso cronico, specialmente nei paesi occidentali, che perciò non deriva da una mancanza di motivazione.

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Tante calorie e alimentazione sana vanno d’accordo?

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Qualche volta si. Ecco 6 alimenti che lo testimoniano.
Quando ti accingi a preparare il tuo pasto, non cadere nella trappola di eliminare qualsiasi alimento che contenga molte calorie. Ci sono alcuni cibi molto calorici che sono però anche molto ricchi di sostanze nutritive importanti e che , in piccole quantità, dovrebbero far parte di ogni dieta “sana”.

Se stai cercando di controllare la tua spesa calorica, prova qualcuno dei suggerimenti qui sotto per sostituire questi alimenti al posto di altri non proprio salutari.

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Quali sono le calorie peggiori: Carboidrati o grassi?

grassi

Se sei una tra le milioni di persone che sta cercando di perdere peso, probabilmente desideri trovare una dieta più efficace di quella che stai facendo in questo momento. E se ti stai domandando se sia più efficace la dieta povera di grassi di Dean Ornish o piuttosto quella povera di carboidrati del Dr Atkins, la risposta è semplice: è assolutamente indifferente. Gli scienziati sanno che a livello molecolare, i differenti tipi di amidi e i diversi tipi di grassi hanno effetti differenti quando raggiungono l’organismo. Ma in termini di perdita di peso, le diete povere di grassi e quelle povere di carboidrati si equivalgono ( e, cosa più importante di tutte, nessuna delle due ti aiuta a perdere peso nel lungo termine), dice Walter Willet, capo del dipartimento di nutrizione alla Harvard School of Public Health; ecco perchè.

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Esercizio fisico: risposte metaboliche del corpo.

esercizio fisico

La risposta metabolica all’esercizio fisico presenta notevoli analogie con quella che si osserva nel digiuno, soprattutto perché in entrambi i casi il fattore dominante è rappresentato dalla produzione e dalla mobilizzazione di substrati ossidativi. Il tipo e la quantità di substrato utilizzato varia in relazione all’intensità e alla durata dall’esercizio fisico. Per attività molto intense e molto brevi (ad esempio, una corsa veloce per 10-15 secondi) l’energia deriva prevalentemente dai depositi di creatin-fosfato e di ATP, a una velocità di circa 50 kcal/ min. Quando queste scorte si esauriscono, l’energia necessaria per sostenere un’attività intensa e di durata superiore (circa 2 minuti) deriva dalla glicolisi, e in particolare dalla degradazione del glicogeno muscolare a glucosio-6-fosfato (a una velocità di circa 30 kcal/min). Questa fase, detta anaerobica, non è limitata dalla disponibilità di glicogeno, ma dall’accumulo dell’acido lattico nei muscoli in attività e nel sangue.

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Come far bruciare più calorie al tuo corpo.

muscoli

Se comprenderete le calorie e il discorso scientifico alla base delle calorie, sarete in grado di creare un piano perfetto per dimagrire facilmente e divertendovi. Il segreto consiste nell’aumentare il tasso metabolico e nel bruciare un numero maggiore di calorie. Cioè trovare il tasso in cui il tuo corpo brucia le calorie. Se assumete 2000 Calorie e ne bruciate 2000, rimarrete con lo stesso peso. Se invece assumete 2000 calorie e ne consumate 1000, acquisterete peso se continuate in questo modo. Esistono invece dei piccoli suggerimenti che possono aiutarvi a stabilire un livello metabolico che vi permetta di bruciare più calorie.

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