Quando si sente parlare di Feng Shui si pensa subito a chissà che “diavoleria”, spesso mi sono ritrovata a parlarne e vedere sguardi persi nel vuoto e facce compassionevoli come chi sta per dirti:”Ma non crederai mica a quelle cose li?…Sono tutte ca@@ate che fanno moda!”
No, non ci credo a “quelle cose li” , faccio solo attenzione a ciò che leggo, studio, applico…bisogna avere la capacità e l’apertura di percepire “la disciplina” e scinderla da quelle che sono usanze e rituali di una cultura lontana dalla nostra ma che resiste a secoli di applicazione.
Libri in circolazione ce ne sono fin troppi che spesso speculano proprio sul “condimento” ossia ne fanno un fenomeno new age evidenziando più il frivolo rispetto allo scientifico, mentre il fondamento altro non è che uno studio, basato anche sul buon senso, di come disporre gli spazi per vivere bene.
La differenza rispetto alla nostra cultura che non viene mai sottolineata abbastanza, il nocciolo dell’“insegnamento” del Feng Shui, è l’importanza del rapporto uomo/costruito/ambiente.
Spesso noi tendiamo ad adattare l’uomo al costruito, ricerchiamo il bello, il tecnologico, l’innovativo a scapito di quelli che sono i bisogni, le esigenze e le richieste dell’uomo e dell’ambiente circostante. Il Feng Shui cerca di farci capire quanto sia invece più importante l’uomo e l’ambiente al costruito, che deve nascere proprio in base alle esigenze di chi lo abita e lo vive ed a quelle dell’ambiente circostante che lo ospita.
Una cosa non esclude l’altra, anzi, dalle differenze si trae ricchezza, consapevolezza e insegnamento cosa che emerge quando si sente parlare di Bioarchitettura.
Roberta Voiglio
FST | Feng Shui Trainer
Fonte: Article Marketing Italia