sonnambulo E’ un mito da sfatare quello che sia pericoloso svegliare un sonnabulo perchè questo potrebbe causargli un infarto,dei danni di cervello, o un qualcos’altro. Non è un mito invece il fatto che sia pericoloso svegliare un sonnambulo a causa delle ferite che il sonnabulo potrebbe infliggere a se stesso o la persona che lo sveglia; nella letteratura sono stati registrati casi di uomini che nel sonno hanno ucciso o tentato di uccidere la propria moglie.

Secondo il Dott Giuseppe Plazzi del reparto di Neurologia dell’Università di Bologna, svegliare un sonnambulo, potrebbe confonderlo temporaneamente. Disorientati, potrebbero colpire chiunque gli sia accanto; non è quindi il caso farsi trovare vicini.

Potrebbe essere meglio invece guidarli semplicemente al loro letto. E’ poco probabile che un sonnambulo possa avere un infarto, mentre è il caso proteggerlo da sè stesso.
Il Dott Plazzi e quattro colleghi hanno fatto un review delle ricerche sul sonnambulismo e lo hanno pubblicato nell’edizione di dicembre del giornale Nurological Sciences. Lo studio di Plazzi ha trovato che:

  • Il sonnambulismo è sorprendentemente comune. Il 30% dei bambini fra cinque e i 12 anni vivono almeno un’esperienza di sonnambulismo; circa il 3%dei bambini soffre di sonnambulismo presistente.
  • Il sonnambulismo si presenta occasionalmente nel 2-3% degli adulti. Circa una persona su 250 ha un episdio di sonnambulimo uanvolta a settimana.
  • Il momento è in cui è più facile avere un episdio di sonnambulismo è dopo circa 2-3 ore di sonno.
  • Il sonnambulismo tende ad essere più frequente nell’ambito della famiglia.
  • Lo stress può essere il motivo principale alla base del sonnambulismo; altre cause, negli adulti, possono essere la privazione di sonno, alcool e droga.
  • Il sesso che si fa durante un episodio di sonnambulismo è detto comportamento sessuale sonnambulistico.
  • I sonnambuli dormendo sono in grado di svolgere attività complesse come guidare la macchina, rispondere a domande, ascoltare a tutto volume la radio, abbuffarsi di cibo, fino ad arrivare, in alcuni casi, a comportamenti aggressivi nei confronti di chi sta loro vicino.