I casi di reazione anafilattica, manifestazione allergica che mette in pericolo di vita, non sono, in realtà, molto frequenti. Il problema è che a provocarli sono sostanze spesso insospettabili. Ecco come difendersi e come «armarsi» per reagire subito
Trovarsi alle prese con uno shock anafilattico è un bel guaio, visto che si rischia anche di rimetterci la pelle. Per fortuna non capita molto spesso: gli shock più seri riguardano il 2 per cento degli allergici. Non per questo è il caso di abbassare la guardia, se non altro perché il numero di chi soffre di allergie è in continuo aumento.
Contro il rischio di shock anafilattico, la prima regola è la prevenzione. Chi è allergico, in altre parole, deve evitare in tutti i modi di venire in contatto con le sostanze che provocano la reazione allergica, a maggior ragione se l’ allergia è grave. Sembra facile, ma a volte non è così, soprattutto nel caso delle allergie alimentari. Gli alimenti “incriminati” , infatti, possono essere contenuti in cibi insospettabili: significa che leggere bene le etichette dei cibi prima di consumarli è più che indispensabile. Senza contare gli “incroci pericolosi”: essere allergico a una sostanza, infatti, implica spesso esserlo anche ad altre che si ritengono innocue. Venire in contatto con queste ultime significa andare incontro a una reazione anafilattica, anche se di solito non è altrettanto forte come la reazione provocata dal “vero” allergene. Ciò, però, non vuol dire che i pazienti non debbano essere perfettamente al corrente di tutto ciò che può provocare reazione allergica, più o meno intensa».
I «provocatori».
Farmaci
Sono responsabili del 50% dei casi di shock anafilattico; spesso si tratta di antibiotici, ma accade anche con antinfiammatori, anestetici e preanestetici, miorilassanti e così via; lo shock, inoltre, è più probabile se il medicinale viene somministrato per via endovenosa o intramuscolare. La proporzione di casi imputabili a farmaci è impressionante ma, è almeno in parte in relazione all’ enorme numero di persone che fanno uso costante di medicinali.
Alimenti
Sono all’ origine del 30-40% degli shock anafilattici: nei bimbi sono responsabili soprattutto noccioline e proteine di latte o uova, negli adulti si tratta spesso di alimenti di origine vegetale. L’ alta frequenza è in parte dovuta al fatto che gli allergeni alimentari si nascondono anche in cibi insospettabili: ad esempio, le noccioline si trovano sbriciolate o in polvere in biscotti, dolci, creme.
Punture d’ insetti e il lattice
Provocano circa il 10% dei casi gravi. Fra gli insetti, più “pericolose” sono le api, poi calabroni e vespe. Il lattice è causa soprattutto di reazioni anafilattiche intraoperatorie.
I sintomi
Manca il respiro, la cute è pallida, il cuore corre, mani e piedi sono freddi Lo shock anafilattico è una sorta di iper-reazione dell’ organismo di fronte a una sostanza estranea, di intensità molto superiore a quella di una “normale” reazione allergica. Anche i sintomi, che si manifestano da pochi minuti a un’ ora dopo il contatto con l’ allergene, sono quindi esasperati. Difficoltà di respirazione a causa del gonfiore improvviso e massiccio della gola; il respiro è molto frequente ma poco profondo. Drastico calo della pressione sanguigna, dovuto alla riduzione del volume del sangue circolante (i liquidi si riversano fuori dai vasi sanguigni, che diventano più permeabili). Tachicardia. Le estremità sono molto fredde e la cute pallida; frequenti anche prurito e orticaria diffusi. Vomito, diarrea e dolori addominali. Perdita di coscienza o sensazione di stordimento; si possono anche manifestare vertigini, convulsioni e disturbi psico-sensoriali (come ansia, irrequietezza o torpore eccessivo). Nella maggior parte dei casi le reazioni anafilattiche gravi sono precedute da manifestazioni cliniche di minore entità, come l’ orticaria o una lieve crisi asmatica: queste dovrebbero sempre essere riferite al medico, in modo che si possano eseguire gli accertamenti necessari a individuare l’ allergene coinvolto e prendere, quindi, i necessari provvedimenti per evitarlo in futuro.
Adrenalina. Chi la deve tenere a portata di mano.
Come cavarsela in caso di shock anafilattico? Andando con la massima urgenza nel pronto soccorso più vicino. E iniettandosi il prima possibile dell’ adrenalina: questa sostanza, infatti, può risolvere egregiamente una reazione anafilattica grave, rintuzzandone i sintomi uno a uno. Ma allora tutti gli allergici dovrebbero portarla con sé? Se lo sono chiesti gli esperti della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica (Siaic) al congresso nazionale di Firenze, durante un simposio dedicato proprio all’ utilizzo dell’ adrenalina in emergenza. La conclusione è stata che il farmaco per autoiniezione dovrebbe essere prescritto ai pazienti che hanno manifestato reazioni allergiche di rilievo, ad esempio a chi, punto da un’ ape, abbia provato sintomi generali come capogiro o un iniziale senso di soffocamento, anziché un “semplice” eritema localizzato. Una puntura successiva, in questo caso, è a maggior rischio di shock.
In numeri, ciò implica che il 2-5% degli allergici dovrebbe portare con sé l’ adrenalina: la stragrande maggioranza dei pazienti, infatti, soffre di allergie di grado lieve o moderato, ben controllabili, che difficilmente danno luogo a shock anafilattici.
C’ è da dire, però, che non sempre l’ adrenalina funziona: i motivi possono essere vari , il più importante è la gravità dello shock. Se la reazione anafilattica è molto seria, oltre all’ adrenalina servono farmaci per alzare la pressione, plasma expanders, steroidi in larghe dosi. Detto questo, l’ adrenalina è comunque il farmaco decisivo per limitare i danni e allungare la “finestra” per l’ intervento: in altre parole, può consentire di arrivare al pronto soccorso. Dove, comunque, bisogna andare, anche se si ha a disposizione l’ adrenalina per autoiniezione. Non non si può mai sapere, infatti, quale sarà l’ evoluzione della reazione anafilattica, che potrebbe improvvisamente peggiorare di nuovo. Per questo è meglio restare sotto osservazione per 12-24 ore.
Gloria Franchi
Io l’ho vissuta personalmente, ci tengo tanto che Lei mi risponde come mai i dottori non l’hanno capito. Come mai non si parla mai che ci sono anche shock anafilattici con edema al retrosterno?
Un giorno ho sentito un fortissimo dolore nel petto, pensavo fosse un infarto. Ho dovuto sdraiarmi.
A mezzo giorno dovevo preparare pranzo per la famiglia, ma non sono riuscita neanche ad alzare la forchetta con le mani,
sono crollata in terra, sentivo che ogni mio centro vitale si stava spegnendo…STAVO MORENDO!
Quando è rientrata mia figlia è mi ha visto in quello stato, ha cominciato piangere.
Ho provato parlare, ma non riuscivo ad aprire bocca, ho provato ad accarezzarla ma non riuscivo ad alzare la mano.
TUTTI i miei muscoli erano rilasati (PARALIZZATI)… compresi i muscoli di respirazione.
Il dottore mi ha fatto ricoverare in ospedale…ma dopo una settimana di esami ero già a casa, non hanno trovato niente.
Io non miglioravo…al massimo potevo stare in piedi per due ore al giorno…per poi ritornare nel letto sfinita, stravolta dalla stanchezza.
I miei muscoli non rispondevano più.
In questo stato ho passato il mio calvario per DUE ANNI nel lètto… con una sofferenza atroce.
Quando mi si paralizzavano i muscoli, mi facevano ricoverare nel ospedale universitario di Zurigo, Davos, Bellinzona, Locarno e Lugano…
quattro mesi in tutto di ricovero, ma non riuscivano trovare la causa del mio male.
Secondo i dottori: mi hanno fato TUTTI gli esami possibili…ero perfettamente sana.
Sapete cosa dicono i dottori quando non trovano la causa del male?
L’hanno diagnosticato anche a me:-PSICOSOMATICO!!!
Quando potevo muovermi un po’, leggevo sui libri di medicina cosa vuol dire psicosomatico: è un malato immaginario che vuole attirare attenzione su di sè…
dice che ha mal di stomaco, dagli esami risulta sano…immaginario allora dice che ha mal di testa…i dolori si spostano ogni volta che gli esami sono positivi.
E non c’entravo per niente con questi malati perché ho avuto per due anni sempre gli stesi sintomi:
i miei muscoli e un dolore atroce nel petto.
Continuavo a consultare libri di medicina per trovare la causa della mia malattia…ho letto tutto sul cuore, polmoni, e testa…
ma in nessuna di queste malattie riconoscevo i miei disturbi.
È stata una fortuna che ho chiesto di darmi la copia della mia cartella clinica, io poi non osavo aprire…
e mi sono detta: inutile aprirla, tanto… NON CAPISCO NIENTE!
C’è stato un momento che… penso di essere stata aiutata da Dio, ho aperto la cartella, da non credere! In 20 minuti con l’aiuto di un dizionario medico sapevo cosa avevo!
CI SONO RIUSCITA!!! Dovevo solo ripercorrere mentalmente indietro di due anni…da quando sono entrata in questo grave stato di salute.
Allora mi è stato tutto chiaro…HO CAPITO TUTTO! Ho capito anche dov’era l’errore dei 13 dottori dei vari ospedali… non sapevano come si fanno esami di allergia chiamata ANAFILASSI! Invece di provocazione orale…hanno fatto un esame di sangue, TROPPO GRAVE!!!
Certo, per avere la conferma, ho chiesto al primario di farmi UN solo esame di anafilassi: l’allergia più grave che esista perché è mortale.
Siccome questi esami sono molto pericolosi, dovevo essere ricoverata in ospedale per l’ennesima volta.
Il risultato degli esami mi ha dato ragione!
In seguito mi ha detto un dottore: Lei è sopravvissuta a una morte sicura solo perché ha una fibra molto forte.
COS’ È SUCCESSO DUE ANNI INDIETRO?
I DOTTORI AVREBBERO DOVUTO RISOLVERE IL “NON PROBLEMA” INVECE DI CREARLO
Ero appena uscita da una difficile operazione. Il dottore mi aveva dato solo una pastiglia al giorno di Xanax da prendere per non cadere in depressione.
PRIMO ERRORE dei dottori: Ho cominciato ad avere prurito. Dal esame del sangue fattomi ( questi esami si fanno con la provocazione orale) non risultavo allergica a niente e mi ha aggiunto una pastiglia anti allergica da prendere al giorno che inizialmente mi ha fatto stare meglio, ma poi e iniziato il mio calvario con il dolore nel petto e il cedimento dei muscoli.
SECONDO ERRORE: Secondo dottori soffrivo il cuore…per la pressione alta e mi hanno aggiunto una pastiglia in più al giorno da prendere (il cuore soffriva per il gonfiore nel petto causato da allergia detto: edema di Quincke)
Ho pensato che potesse essere Xanax la causa del mio male e ho smesso di prendere la pastiglia…ma con medicamento che mi hanno dato per il cuore dovevo continuare visto che il male era insopportabile (mi hanno fatto entrare nel circolo vizioso)
Ecco dov’ era sbagliato! Con allergico e antiallergico il dottore ha messo la mia vita in pericolo mortale, e ha demolito il mio sistema di difesa…per questo motivo ero diventata allergica anche al medicamento per la pressione. Quando avevo i muscoli paralizzati era il così chiamato SHOCK ANAFILATTICO.
Grazie per la risposta.
Gloria Slavica
giusy
se faccio un tatuaggio essendo allergica al nichel a cosa vado incontro?per favore rispondetemi subito
carmela
soffro da circa 10 anni di dolori gastrointestinali a luglio sono stata operata di sindrome di arnold chiari,dopo circa un mese ho avuto una trombosi venosa pertanto mi viene prescritto clexane sotto cute, la prima somministrazione dopo circa 1 ora inizia un prurito alla pancia e delle macchie rosa la seconda uguale e cosi via fino alla 5, poi la 6 somministrazione dopo 2 ore inizia uno strano battito cardiaco guance un po rosse e molto calde prurito alle gambe ma senza segni di eruzione cutania mani e piedi con eccessiva sudorazione e tanto freddo,tosse continua quasi soffocante e sensazione di soffocamento,addome molto dolente e intestino con una eccessiva mobilita’. potrebbe essere uno schok anafilattico? ci sono indagini che mi aiutano a capire il problema? grazie!