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Pensa globalmente… mangia localmente!

mondoMangiare il cibo locale cambia il mondo? Si! Vediamo come.
Qualcuno troverà esagerata e irrealistica l’affermazione che orientarsi al locale sia la risposta più efficace alla globalizzazione. Ma quanto realistico è continuare a spingere l’intera popolazione del mondo in un’unica economia?
Oggi, le economie locali fanno ancora fronte a larga parte dei bisogni di circa la metà della popolazione mondiale, soprattutto nei paesi ‘in via di sviluppo’. Se si distruggono queste economie, le loro esistenze miglioreranno? Che cosa può offrire ai più la globalizzazione, se non promesse irrealistiche?
La localizzazione implica meno sconvolgimenti sociali ed ambientali della globalizzazione, ed è di gran lunga meno costosa da realizzare. In effetti, ogni aspetto del locale, sia a livello politico che nelle nostre comunità, porta con sé tutta una serie di vantaggi a cascata. Localizzazione significa essenzialmente spostare l’attività economica nelle mani di milioni di piccole e medie imprese, invece di concentrarla in un numero sempre minore di mega-società. Localizzazione non vuol dire che ogni comunità debba essere completamente autosufficiente; significa semplicemente accorciare il più possibile la distanza fra produttori e consumatori.
Dal momento che di mangiare tutti, ovunque, hanno bisogno ogni giorno, passare dal cibo globale a quello locale è il miglior modo per cominciare. La gente in tutto il mondo sta imparando che il cibo globale è troppo costoso; dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Si sta cominciando a cercare alimenti locali, ed un intero movimento sta guadagnando terreno.

I vantaggi di passare all’alimentazione locale.

Ma cosa vuoi dire esattamente ‘alimentazione locale’? Se la quintessenza dell’alimentazione globale è un pezzo di robaccia tecnologicamente molto lavorata, avvolta in plastica e trasportata per migliaia di chilometri, un sistema alimentare locale significa prodotti freschi, coltivati in poderi vicini, venduti nei mercati in piazza e in piccoli negozi locali indipendenti. Per questa ragione, i ‘chilometri-alimentari‘ (la distanza che il cibo percorre dalla terra al piatto) sono relativamente pochi, il che riduce molto l’uso di combustibili fossili e il relativo inquinamento.
Ci sono anche altri benefici ambientali. I mercati globali richiedono produzioni intensive ed uniformi (monocolture) che eliminano dai campi tutto tranne la coltura da vendere. D’altra parte, i mercati locali danno agli agricoltori un incentivo alla diversificazione, creando nell’azienda agricola nicchie per piante spontanee e varie specie animali. Inoltre, i poderi coltivati con la policoltura non hanno spazio per i pesanti macchinari usati nelle monocolture, quindi eliminano una delle principali cause di erosione del suolo.
La diversificazione delle colture si presta anche meglio ai metodi biologici, rendendo le coltivazioni meno soggette alle malattie e riducendo così il bisogno di pesticidi artificiali.
Le economie rurali in particolare traggono beneficio dai sistemi alimentari locali, dal momento che la maggior parte del denaro speso dalla gente per mangiare in questo caso va al contadino, non a lontane società finanziarie.
I piccoli poderi con tante produzioni diverse favoriscono le economie locali anche creando posti di lavoro, poiché sono più adattialla manodopera che a grandi macchine. Per esempio, nel Regno Unito, le aziende agricole sotto i 40 ettari generano cinque volte più lavoro a ettaro di quelle sopra i 200 ettari. E i guadagni dei contadini arricchiscono le comunità locali molto più del denaro pagato per far funzionare pesanti macchinari, il quale viene quasi immediatamente dirottato alle grandi industrie di macchine agricole.

La qualità del cibo

II cibo locale è quasi sempre più fresco ed e quindi più nutriente del cibo globalizzato, ha anche bisogno di meno conservanti o altri additivi, ed i metodi biologici possono eliminare i residui dei pesticidi. Gli agricoltori possono coltivare varietà che sono più adatte ai climi e terreni locali, permettendo al sapore e alle proprietà nutritive di avere la precedenza sulla conservabilità per stare più a lungo possibile sugli scaffali e sui capricci del mercato globale.
L’allevamento animale in questo caso può essere complementare ai raccolti, fornendo condizioni più salubri ed umane per gli animali ed una fonte non chimica di fertilità. E se i paesi del Sud del mondo fossero incoraggiati ad usare la loro manodopera e i loro terreni migliori per i bisogni locali piuttosto che per colture di lusso destinate ai mercati del Nord, anche la fame diminuirebbe.
Perfino molti di coloro che riconoscono le sue conseguenze negative credono che il sistema alimentare globale sia necessario, perché produce più cibo e lo fornisce a prezzi più bassi. Ma questo è semplicemente falso. Studi realizzati in tutto il mondo mostrano che i poderi piccoli e diversificati hanno rese maggiori delle monocolture su grande scala. In effetti, se veramente si desse la priorità a produrre cibo per la fame nel mondo, il passaggio a sistemi alimentari locali dovrebbe iniziare immediatamente, dal momento che questi funzionano molto meglio per sfamare la gente.
Sebbene il costo del cibo globale non traspaia nel prezzo del supermercato, lo paghiamo con le tasse – per finanziare la ricerca sui pesticidi e le biotecnologie, per dare sussidi alle infrastrutture di trasporto, di comunicazione ed energetiche di cui il sistema ha bisogno, e per pagare gli aiuti esteri che attirano le economie del terzo mondo nel distruttivo sistema globale.
E in altri modi che paghiamo i costi ambientali del cibo globale, che stanno degradando il pianeta che i nostri bambini erediteranno.

wiki ecoCampQuesto è un’altro post di “preparazione” all’Ecocamp (gli altri li trovate qua) che si terrà a Conversano (Ba) il 29 Marzo 2008. Potete trovare tutte le informazioni qua e qua. Che aspettate? Iscrivetevi!

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1 Comment

  1. articolo meraviglioso! per liberarci da sistema che ci opprime e ci comanda bisogna fare 2 cose: autoproduzioni( pane, biscotti, youguth, ciambelle, torte) e consumare cibo locale .
    ciao daniele e a presto.

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