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Paure sane, fobie e terrori

Il corpo sa come reagire al pericolo. Ma la mente può sbagliarsi…

In circostanze normali la paura rappresenta un meccanismo “salvavita”, talvolta però diventa irrazionale, cieca, devastante. C’è chi arriva a ferirsi le mani a furia di strofinarle con l’alcol per timore dei germi, chi sviene sulla poltrona del dentista e chi ripete ossessivamente lo stesso gesto, come chiudere il rubinetto del gas, anche se sa perfettamente di averlo appena fatto. È allora che la paura si trasforma in una malattia in grado di condizionare una persona fino a non farla più uscire di casa, avere un amico, mantenere il lavoro. I sintomi? Vanno dalla difficoltà a respirare alla tachicardia, ai brividi, alla sudorazione eccessiva, fino allo svenimento. Le paure patologiche sono distinte in due gruppi: le fobie e le ossessioni.

Fobie: paure ingiustificate
Le prime sono emozioni molto intense, immaginarie e irrazionali, che provocano reazioni esagerate rispetto allo stimolo. Per intenderci, se è normale avere paura di fronte a una tigre, è ingiustificato il panico alla vista di una formica. In linea generale si può dire che esistono tre diversi tipi di fobie: quelle semplici, scatenate da un oggetto o da una situazione, per esempio un animale o la vista del sangue; le fobie sociali, come quella di parlare in pubblico, ma anche (è abbastanza diffusa) quella di mangiare di fronte a estranei. Infine ci sono le paure che hanno a che fare con l’ambiente. Tra queste la più diffusa è la claustrofobia: la paura di rimanere chiusi in luoghi ristretti e bui: una cantina, l’ascensore, la metropolitana. Nei casi più seri il soggetto non riesce neppure ad andare al cinema o al ristorante. Qua un elenco delle fobie più strane e curiose

Le ossessioni
Le ossessioni invece sono un chiodo fisso che tortura la mente. Chi ne soffre sa di essere tormentato da una sorta di parassita mentale e per eliminare l’intruso mette in atto un meccanismo di reazione chiamato compulsione. Ma la risposta è sempre esagerata e anziché risolvere finisce per alimentare il problema. Chi ha l’ossessione dei furti, per esempio, uscendo di casa spranga porte e finestre e torna indietro per assicurarsi di avere chiuso bene pur sapendo di avere appena controllato.

C’è chi non vola più
Non ci sono confini precisi tra paura sana e malata, ma rientrano nella seconda categoria gli stati di panico suscitati da situazioni cui la maggioranza delle persone è indifferente. Chi ha paura di volare, sale controvoglia in aereo, ma non rinuncia a viaggiare. Chi ne ha la fobia rimane a casa. Caratteristica della paura patologica è la rinuncia a ciò che procura angoscia. Ovviamente, le fobie limitano la vita in misura diversa: chi non sopporta i ragni avrà un’esistenza abbastanza normale, ma chi ha paura di usare i mezzi pubblici oppure dei temporali avrà non pochi problemi. In questi casi, a fare scattare l’ “ansia anticipatoria”, può infatti bastare una nuvola nera all’orizzonte.

La scuola fonte di paure
La maggior parte delle fobie nasce nell’infanzia: intorno ai 4-5 anni se ne possono già riscontrare i primi segni. La paura del buio e le fobie scolari, quelle che iniziano al momento di andare all’asilo, sono le più frequenti tra i bambini. Ma la vera età critica è l’adolescenza, fase della vita in cui si è costretti a dare dimostrazioni di capacità. Non per nulla la scuola è l’ambiente in cui le paure si manifestano di più. Anche le ossessioni possono avere un esordio precoce: l’età di rischio maggiore, per i maschi, è tra i 12 e i 14 anni. Per le femmine, tra i 18 e i 20 anni. Secondo alcuni studi la differenza dipende dall’effetto protettivo degli ormoni femminili.

Che cosa scatena questo terrore irrazionale?
Le fobie hanno radici fisiche, psicologiche e altre non ancora conosciute. Valide sono le interpretazioni psicanalitiche, che fanno capo alle tesi di Sigmund Freud, in base alle quali chi soffre di una fobia, inconsciamente sostituisce la causa della sua paura, con un oggetto simbolico, più accettabile. Per gli psicologi junghiani invece le fobie affondano le radici nelle esperienze negative infantili.

C’è una terapia?
Per fortuna i metodi per curare le fobie non mancano. Uno dei più usati è la desensibilizzazione o autoesposizione progressiva. Consiste nell’abituare gradualmente la persona ad affrontare la situazione o l’oggetto che generano paura, finché il panico scompare. Può sembrare un sistema violento perché il paziente viene messo di fronte alla propria paura, e deve imparare a superarla.
Per chi non si accontenta di cancellare il sintomo ma cerca anche le cause, c’è il lettino dello psicoanalista: la terapia in questo caso è meno brutale, e va più a fondo.
C’è anche il metodo farmacologico, la cui soluzione principale è rappresentata dai cosiddetti farmaci “anti-mao” (monoamino-ossidasi), che agiscono stimolando la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che regola il tono dell’umore. Per ridurre i sintomi della paura si può ricorrere ai beta-bloccanti. Altri farmaci vengono usati contro le ossessioni. Tutto, naturalmente, dietro prescrizione medica.

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1 Comment

  1. Sono d’accordo con la terapia della desensibilizzazione per curare paure e fobie, anche se in alcuni casi, come agorafobia e claustrofobia secondo me bisognerebbe ricorrere alle cure mediche.

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