Psiche e Soma

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Autostimati che tanto non vali nulla!

bulli

Da anni ci martellano la testa con la storia dell’autostima, basata sulla credenza comune che le persone con un’alta autostima ottengono migliori risultati a scuola, hanno tanti amici e sono bene integrati nella società.
Praticamente ogni film sui licei americani ha riproposto questa teoria. C’è sempre la “buzzicozza” grassa e tonta che dopo anni di angherie riesce a scavare dentro se stessa e ritrova la sua autostima giusto in tempo per il grande ballo di fine anno e allora tutti i ragazzi della scuola si accorgono di questo cambiamento radicale e la eleggono reginetta del ballo ( e partono i titoli di coda con una canzone dei Green Day).

Ci sono in giro tanti libri ed e-books che prendono spunto da questa teoria e promettono di aumentare l’autostima perché questa è la chiave per superare gli ostacoli e i fallimento. Persino nelle scuole elementari hanno cominciato ad organizzare corsi di autostima per bambini, perché, come tutti gli Americani sanno, la chiave della felicità è nelle cose inutili…

Perché è una fesseria
Questa sembra essere una di quelle situazioni in cui si confonde la causa con l’effetto. Piuttosto che pensare che i ragazzi con un’alta autostima si sentono bene con se stessi perchè hanno dei buoni risultati a scuola o perchè hanno tanti amici, hanno deciso di pensare il contrario ovvero che hanno successo perchè hanno un’alta stima di sé. Così hanno provato ad insegnare alle persone a sentirsi bene con se stessi senza nessun motivo pensando che i motivi per sentirsi bene sarebbero giunti prima o poi.
Questo tipo di pensiero però può formare tanti bei bulletti![Si veda immagine del post]
Non sto scherzando. Varie ricerche dimostrano che ragazzi che hanno un’autostima gonfiata diventano aggressivi quando il loro senso di superiorità è messo in dubbio, e quando poi questi ragazzi capiranno che non hanno motivi per sentirsi così speciali riceveranno una bella “mazzata”.
Non sono certo un esperto ma credo sia molto più importante insegnare ai ragazzi cose utili per raggiungere gli obbiettivi che loro cercano e lasciare che siano loro a raggiungere naturalmente il successo e la conseguente autostima e non viceversa.
Il sig. Miyagi non ha insegnato a Karate Kid a credere in sé, gli ha insegnato invece a dare calci e pugni in testa ai cretini.

A me questo ragionamento pare sensato, e a te?
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15 Comments

  1. Articolo MOLTO interessante! Direi che hai preso in pieno un bel po’ di problemi dell’adolescenza “moderna”.

  2. Francesco

    Ciao Daniele! Sinceramente non capisco contro chi tu ce l’abbia :)

    L’autostima è semplicemente l’opinione che si ha di sé stessi: come tutte le stime, può essere al ribasso o al rialzo, oppure può essere equa e oggettiva.

    Nessuno ha detto e dirà mai che un’autostima “alta” o “gonfiata” sia l’elisir della felicità. Chi crede fermamente di essere al di sopra di ciò che veramente è, viene definito superbo, esaltato, tracotante, supponente. A scuola, quando libera la sua aggressività, viene chiamato bullo.

    Non è questo, invece, il caso di chi ignora le sue reali potenzialità, di chi non si ritiene all’altezza ma in realtà lo è, di chi vive al di sotto dei suoi standard ideali ignorando di avere la capacità di fare molto meglio. E’ a costoro che MANCANO di autostima, a costoro che si credono peggio di quanto non siano in realtà, che si rivolge il messaggio di cui parli.

    C’è una differenza tra lo stupido che si crede Einstein e un Einstein che si crede stupido, no? ;)

    • Dirsi che si è bravi e intelligenti forse può aiutare, ma sono il contesto e le azioni che fanno la differenza. L’autoconvincimento da solo – sono d’accordo con Daniele – porta prima all’esaltazione e poi inevitabilmente alla frustrazione.

    • Io non capisco il senso di prendere come assunto (cosa che succede sempre èiù spesso) il fatto che alla base di un insuccesso ci sia carenza di autostima e non carenza di mezzi e conoscenza.

      Si c’è un enorme differenza fra lo stupido che si crede Einstein e un Einstein che si crede stupido ma credo che sia più importante capire chi abbiamo di fronte prima di insegnare ad entrembi l’autostima perchè al primo fa male e al secondo fa bene.
      Il messaggio che invece passa è: non hai successo? Alimenta la tua autostima! Ecco io ce l’ho esattamente con chi lancia sti messaggi stupidi e spero quindi di non avercela anche con te ;)

      • Francesco

        No no, siamo d’accordo. Bisogna guardare negli occhi chi ci troviamo davanti.

        Perchè anche rispondere “Non hai successo? Sei una capra!!” può essere deleterio se ha davanti un soggetto preparato ma insicuro.

        Al contrario, alla base di un insuccesso non spiegato da scarsità di mezzi o conoscenze, ci PUO’ essere carenza di autostima. Possono capitare a tutti dei periodi più o meno lunghi, in cui semplicemente non ci si sente all’altezza. Per alcuni è così dalla nascita. E’ una sensazione del tutto soggettiva, in cui l’aiuto esterno, degli amici, dei parenti, è pressoché inutile: in queste situazioni bisogna darsi una mano da soli, e l’unica medicina è credere in sé stessi. Io non ci vedo nulla di male e non vedo come una sana pompata di autostima possa tramutare un tipo insicuro in un bullo arrogante.

        Che poi sia tutto un fiorire di corsi di autostima, reclamizzati sui pacchetti delle patatine o nelle riviste di gossip, questo è un altro fatto.

        E che l’eccessiva autostima sia deleteria (come dimostra l’articolo che citi), è un altro fatto ancora.

        Però la distinzione è obbligatoria.

  3. stregapeperina

    Credo che l’autostima sia molto importante. Non credo che il successo sia dato dall’avere tanti amici o essere bravi a scuola, spesso certe situazioni si creano solo per avere approvazione dagli altri, proprio perchè manca una sufficiente quantità di autostima.
    Di certo i nuovi educatori, genitori per primi, non hanno la capacità di insegnare ai loro figli l’umiltà. L’umiltà è la capacità di fare fortuna non specando energie superflue per dimostrare la propria superiorità. Tutto questo ha molto a che fare con l’autostima: più c’è e meno necessitiamo di dimostrare la nostra forza…secondo me a pensarci bene manca proprio l’autostima, è presente l’arroganza e l’ignoranza ma non la consapevolezza del proprio valore.

  4. annagarelli

    è importante non sottovalutarsi, come lo è il non sopravvalutarsi
    a me succedeva quando ero ancora a scuola, a ed fisica, di non riuscire ad eseguire il salto dell’asticella perchè mi dicevo “non ci riesco, non sono capace…”
    in seguito ho imparato a gestirmi meglio
    le gare podistiche per me sono state importanti in questo campo
    ho vinto e corso maratone in un ottimo tempo; alla partenza a volte ero ansiosa
    ma appena mi rendevo conto della tensione che avrebbe potuto addirittura danneggiare la mia prestazione, buttavo via i pensieri “denigratori”
    sulla linea di partenza mi dicevo: anna gli allenamenti sono stati fatti, la forma fisica c’è, la voglia di gareggiare anche…ce la faccio di sicuro” e mezza vittoria era già in tasca
    certo che per gli allenamenti mi ero fatta un c… così

    • Ottimo modo di pensare. Non “Anna sei brava” ma “Anna hai lavorato sodo fino ad ora e sei in grado di farcela”. Complimenti :)

  5. “Ma quindi non sarebbe meglio fare corsi di umilità?” Oltre a stimarti, ti cito… Ma sapessi quanti apologeti dell’autostima ci sono in giro… Sono rimasto solo io a dire che questa società di schifosissimi boriosi tronfi marci ha bisogno di aumentare la propria autostima quanto la Russia di bere più vodka o gli USA di avere più armi…

  6. L’autostima non è in relazione alle abilità che si acquisiscono.
    Piuttosto è in relazione alla sicurezza di essere amati.
    In questo senso il rapporto d’amore con i genitori, e soprattutto con il genitore dello stesso sesso, riveste un’importanza fondamentale.
    Tanto più un adolescente si sentirà amato dal genitore tanto maggiore sarà la propria autostima.
    Tutto ciò non è in relazione con le competenze reali acquisite, ma con la relazione instaurata nel rapporto primario.
    Infatti anche un genitore “ignorante” ha una capacità di amore che alle volte e ignota a genitori acculturati ma “distanti”.
    Mi si perdoni la generalizzazione.
    E’ chiaro che sentirsi amati, per ciò che si è e non per ciò che si sa fare, permette una buona autostima e pertanto di ottenere più facilmente dei buoni risultati.

    Il bullismo invece non deriva da un eccesso di autostima, ma proprio da un eccesso di disprezzo verso se stessi.
    Laddove il bullo lancia il suo grido di disperazione cercando di attrarre l’attenzione su di sé con gli atti violenti.
    La violenza infatti permette di sentire un senso di colpa che altrimenti non si riesce ad attribuire alle fantasie di odio nei confronti dei genitori (o “subite” dai genitori).
    Salvo poi cancellare immediatamente i senso di colpa e ritornare al circolo vizioso del bullismo.

  7. Sono perfettamente d’accordo con il post.
    Il problema di accrescere la propria autostima è soloamente per coloro che hanno una stima di sè immotivatamente bassa, nonostante i buoni risultati che ottengono.
    Un altro aspetto sul quale gli insegnanti torturano i bambini, secondo me, è la timidezza. Oramai tutti i bambini che non sono bulletti o non parlano a vanvera vengono considerati timidi. Mi sembra eccessivo.

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