marte

Recenti studi hanno dimostrato che i ritmi circadiani si alternano in un arco temporale che va dalle 23’47 alle 24’48 ore, cioè varia di un ‘ora in base alla persona, e a questo è correlato anche il rilascio di melatonina nel sangue. Questi elementi emersi potrebbero dare una spiegazione ad alcuni soggetti che avvertono la sensazione di jet lag in alcune ore della giornata, con conseguenti disturbi del sonno. Questa scoperta si è avuta grazie agli studi compiuti dalla Nasa in previsione delle prossime missioni spaziali che hanno come meta i lidi marziani. La Nasa ha commissionato al dipartimento che si occupa di disturbi del sonno del Bringham Women’s Hospital di Boston di realizzare degli studi per facilitare il soggiorno marziano agli astronauti. Infatti Marte ha una giornata che varia tra le 24,39 e le 24,65 ore, questa oscillazione potrebbe ingenerare una sensazione costante di jet lag .
La ricerca è stata compiuta con 12 volontari di età compresa tra i 22 e i 33 anni e veniva chiesto loro di dormire 8 ore e una veglia di 16 ore per tre settimane.
Compiuti gli adeguati accertamenti si è constatato che i ritmi naturali sono altamente variabili.
Ogni ora veniva prelevato il sangue ai volontari e veniva così alla luce chi aveva un orologio biologico interno più breve, aveva la tendenza a dormire molto di più e il suo corpo rilasciava melatonina 4-5 ore prima di andare a letto. Al contrario per quelli che avevano abitudini più nottambule si registrava una secrezione di melatonina soltanto un’ora prima di recarsi a letto.

Obbiettivi dello studio

Obiettivo degli studiosi era non adoperare alcuna terapia farmacologica per modificare i ritmi circadiani in previsione dei futuri viaggi su marte, infatti i soggetti selezionati sono stati sottoposti per un mese all’esposizione di una fonte di illuminazione brillante durante le ore serali per 45 minuti, in questo modo si è potuto allungare i cicli sonno-veglia.
E’ infatti un dato acquisito che l’esporsi di sera a luci molto intense, come ad esempio il computer oppure una fonte luminosa artificiale come i neon può provocare insonnia.
Queste nuove scoperte vengono accolte con entusiasmo dalla comunità scientifica perché potrebbero costituire un importante passo avanti per lo studio sui disturbi del sonno anche per gli abitanti della Terra.