Il fumo va male alla vista… molto creativa e incisiva questa pubblicità, vero?
Piccolo contenitore solo per cicche di sigarette. L’obbiettivo è quello di far smettere di fumare e l’idea dei raggi X è di certo molto intelligente. Questo è un altro caso di guerriglia marketing, ma serve a qualcosa? L’obbiettivo di ogni pubblicità è quello di farti fare qualcosa. Sia che quel qualcosa si comprare un prodotto, vedere un film, o, come nelle foto che avete appena visto, farti smettere di fumare, gli esperti di marketing giocano con mezzi psicologici per incidere sul nostro comportamento. Ma quanto durerà la vita del guerriglia marketing? Non è che poco alla volta ci desensibilizzeremo di fronte alle immagini sempre più scioccanti? Io penso che alcune campagne di guerriglia marketing si siano già spinte troppo oltre e non riesco ancora ad immaginarmi quali potranno essere le prossime immagini che sceglieranno per attrarre l’attenzione anche perchè sull’argomento fumo troppo spesso queste pubblicità mirano a spaventare più che a far riflettere. Di certo dalle ultime statistiche sembra sia diminuito il numero di fumatori anche se credo che questo sia dovuto più alla giusta informazione data ai minorenni e al fatto che siano riusciti a rompere l’equazione fumo=uomo vero o donna emancipata. E voi che ne pensate? A vostro figlio preferite far vedere queste immagini o preferite informarlo correttamente e in modo tranquillo?
soloparolesparse
Credo che l’informazione corretta sia la base inprescindibile. Tuttavia non escluderei questi mezzi un pò più “forti” e drastici. In fondo le immagini scioccanti sono la forma di comunicazione attuale… ed è giusto utilizzarle.
Stefano
In una società come la nostra, in cui le persone vogliono risultati e resoconti tangibili (“Se non lo vedo non ci credo”), questi “appelli alla paura” costituiscono un’arma intelligente alla lotta contro il fumo, forse più dell’elenco degli effetti nocivi del fumo. Un esempio potrebbe chiarire meglio. I rischi dell’elevata velocità al volante sono palesi, ma le persone che corrono sono sempre le stesse, solo quando si vede con i proprio occhi una persona che muore al volante, o si sperimenta sulla propria pelle un incidente “l’individuo tipo” del XXI secolo pensa “non voglio fare la fine di quello” e prende le sue decisioni, se la persona non arriva a pensare “non voglio fare la fine di quello” vede il tutto dall’esterno, e pensa che sia escluso da quella brutta fine..
Elke Colangelo
Roba da matti…invece di lodare qualsiasi iniziativa che tolga pazienti oncologici ai reparti intensivi, lei critica la pubblicità progresso…ma contro quella con la quale veniamo bombardati dalla mattina alla sera, a favore di un consumo che crea malattia e morte no vero?
Che strano articolo il suo…molto strano, sembra una di quelle manipolazioni psicologiche che si vedono sempre più spesso in giro per il web che sostengono il marketing di tante multinazionali, invece che il benessere dell’uomo, pur sembrando a favore di primo acchitto. Non sarà certo il suo caso…spero!
Elke Colangelo