Psiche e Soma

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Critiche varie alla Terapia Cognitivo-Comportamentale.

TCC

La terapia cognitivo-comportamentale  negli ultimi anni è stata messa sotto accusa da diversi psicoterapeuti.

Vediamo insieme cosa dicono.

I relatori di un congresso di psicoterapia dell’Università di East Anglia (UEA) nel luglio 2008 hanno criticato la credenza diffusa che la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) sia più efficace di altre forme di psicoterapia (Link). In questi congresso il professor Mick Cooper e Robert Elliott (entrambi all’Università di Strathclyde), William B. Stiles (Università di Miami) e Art Bohart (Saybrook Graduate School) hanno pubblicato una dichiarazione, che in breve diceva:

  • Dato che ci sono molte ricerche sulla TCC vengono pubblicati anche più studi scientifici sulla TCC. Ciò rinforza l’errore logico che la TCC sia superiore e questo ha un effetto negativo diretto su altre forme di terapia, che sono ben documentate ma hanno meno ricercatori.
  • La gente che fa psicoterapia migliora sostanzialmente, senza differenza fra il tipo di terapia che sceglie.
  • Si è visto che quando le terapie vengono confrontate fra di loro, sono ugualmente efficaci.
  • Il fatto che molti terapeuti TCC scoraggino altre forme di terapia danneggia il pubblico.

Allo stesso congresso, i professori Robert Elliott e Beth Freire hanno presentato la loro meta-analisi di più di 80 studi dove si dimostrava che la psicoterapia centrata sulla persona è efficace quanto altre forme di psicoterapia, compresa la TCC (Link).

In un articolo del 2009, pubblicato nella rivista Psychological Medicine, dal titolo “Terapia cognitivo comportamentale nelle principali patologie psichiatriche: funziona veramente? ” (link), gli autori hanno trovato che nessun trial clinico ha dimostrato che la TCC è efficace nella schizofrenia. Gli autori inoltre hanno trovato pochi studi che hanno dimostrato che questa terapia sia efficace e che questo tipo di terapia è inefficace nelle prevenire le ricadute nei pazienti affetti da disordine bipolare.

Il mio punto di vista.

Trovo che rincorrere il metodo scientifico a tutti i costi non sia sempre la soluzione giusta, si rischia di finire nello scientismo.
Attenzione però con questo non voglio dire che rinnego la scienza ma che questa non va esaltata perchè qualsiasi forma di fanatismo è sbagliata. Dire “io seguo il metodo scientifico mi baso su prove scientifiche etc etc” non ti fa sembrare più serio ma semplicemente ti fa sembrare uno che ha un profondo timore di dire fesserie e che ha bisogno di qualcosa su cui appoggiarsi. I veri Maestri che ho incontrato durante i miei studi e la mia vita mi hanno insegnato che la scienza è basata su dati statistici ma che per curare davvero non bisogna vivere il paziente come un numero ma come un essere umano uguale e forse anche migliore di te. La ricerche scientifiche troppo spesso forniscono dati che saranno poi soggetti a diverse interpretazioni e questo permette a chi ha intenzioni fraudolente consce (vd la case farmaceutiche e la recente “pandemia” di influenza suina) o inconsce di poter portare tanta acqua al proprio mulino.

Trovo che sia fondamentale essere aperti e conoscere tutte le diverse teorie psicoterapeutiche perché ognuna ha la sua preziosità (chiaramente anche la TCC che può essere molto efficace e utile per diversi tipologie di pazienti), e questo non solo ci può permettere di avere più strumenti per curare la persona ma saremo anche in grado di consigliare la giusta terapia a seconda del tipo di persona e a seconda del tipo di patologia che ci troviamo di fronte.

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3 Comments

  1. lara

    Secondo me, e non sono un medico, vale l’antica verità di Socrate: conosci te stesso, perchè quello che cerchi è dentro di te… Ho visto diverse amiche andare da psicologi e rimanere sempre uguali o solo apparentemente guarite, questo perchè non hanno veramente sete di Verità e si appoggiano sullo psicoterapeuta, “zoppo” come loro.

  2. army

    leggeta questa sul mito della superiorità della terapia cognitivo comportamentale

    http://neuropsic.altervista.org/drupal/?q=node/380

  3. Sara

    Io l’ho studiato all’università e mi è sempre sembrata assurda perché il terapeuta decide a priori cosa è vero e cosa no. Faccio un esempio che c’era nel libro che ho studiato, uno studente prova rifiuto verso la materia perché percepisce che l’insegnante ce l’ha con lui, la terapia serve a fargli concincerlo che non è vero che l’insegnante ce l’abbia con lui e che la sua è una falsa percezione ma come puoi decidere questo a priori senza ascoltare il paziente che magari ha davvero un insegnante prevenuto. Io sono Asperger e alle elementari avevo una maestra che mi bullizzava e derideva per le mie difficoltà, questi casi ci sono e non puoi decidere a priori che la percezione del ragazzo sia sbagliata trattandolo come un visionario e non credendogli, per me è una forma di manipolazione mentale dove non si rispetta il tuo punto di vista e vieni trattato come se le tue impressioni e sensazioni fossero assurde. Tutto questo fa parte della procedura con cui i narcisi trattano i partner facendogli dubitare di sé stessi per controllarlo. Non è sano. In questi casi puoi semplicemente dirgli che si i professori sono umani ma che lui può comunque fare bene in quella materia, senza coercizione. Come si può decidere a priori qual’ è la verità senza conoscere la situazione? È una cosa veramente presuntuosa. Ancora più folle il caso del bambino che non vuole andare a scuola per avere l’attenzione dei genitori e la soluzione proposta in questo libro universitario che ribadisco stava spiegando l’applicazione della terapia cognitivo comportamentale per caso specifici, comunque la soluzione era punire il bambino. Ora se ha bisogno di attenzioni la soluzione non è punirlo ma passare più tempo con lui magari facendo anche i compiti insieme che il bambino sia motivato a studiare. Punendolo si reprime il comportamento non voluto ma non si risolve il problema alla base e questo comporta che non si ottiene nulla o che il bisogno di attenzioni si andrà a esprimere in un altro modo (per esempio farà opponendosi alle richieste o facendo sciocchezze per avere l’approvazione dei più grandi o facendo il pagliaccio in classe)in ogni caso il problema non si risolve, quindi in ambito educativo è una cosa fallimentare e l’ho visto in più occasioni. Con gli adulti i sintomi si ripresentano aggravati dopo un certo periodo, per esempio i depressi si suicidano. Quindi è un metodo in cui non credo e che ha troppa pubblicità

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