Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Category: Psichesoma answers (Page 1 of 3)

Sudare è indispensabile?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Sudare è indispensabile?
R. Sì, per vari motivi. La funzione principale del sudore è la termoregolazione, perché la sua evaporazione abbassa la temperatura del corpo contribuendo a mantenerla costante (per questo si suda di più quando fa caldo). Ma il sudore serve anche a regolare la quantità di acqua e sali minerali del corpo e a eliminare i residui di alcune sostanze, tra cui i farmaci. Questo compito è svolto dalle ghiandole sudoripare eccrine, diffuse su quasi tutta la superficie corporea e particolarmente sul palmo delle mani, sulla pianta dei piedi, sulle ascelle e sulla fronte. Ci sono poi, in quantità minore, le ghiandole apocrine, presenti nelle zone delle ascelle, dell’inguine e dei capezzoli, che producono un sudore più denso e diffondono i feromoni, molecole con cui gli uomini, come altri animali, lanciano messaggi sessuali.

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a daniele.aprile@gmail.com

firma.png

Che cos’è lo shiatsu?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Che cos’è lo shiatsu?
R. Shiatsu è un termine giapponese che significa “premere con le dita” e si riferisce a una forma di massaggio che ha preso questo nome in Giappone all’inizio del Novecento. Lo shiatsu consiste nel premere con il palmo delle mani, con il pollice, il gomito e a volte anche con le ginocchia, lungo le “linee di flusso dell’energia”, ovvero i canali sulla superficie del corpo in cui, secondo la medicina orientale, scorre l’energia vitale.Con questo massaggio è possibile riequilibrare la “circolazione energetica” sia in superficie sia in profondità. Questa terapia è quindi indicata in presenza di dolori muscolari e articolari, disturbi digestivi, cefalee, dolori mestruali e in generale nelle patologie da stress. Nei confronti dello shiatsu la medicina ufficiale in Italia ha due linee di tendenza: una più scettica, che ritiene lo shiatsu uno dei tanti tipi di massaggio con benefici limitati e di breve durata. L’altra, più aperta, ha dato vita a sperimentazioni di terapia shiatsu presso ospedali pubblici, centri di cura e ambulatori. Ben diversa la situazione in Giappone, dove il Ministero della Sanità ha riconosciuto l’efficacia dello shiatsu e l’ha inserito nel prontuario terapeutico.
Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a daniele.aprile@gmail.com

firma.png

Che origine hanno e cosa significano i simboli maschio e femmina?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Che origine hanno e cosa significano i simboli maschio e femmina?
R. Già nell’antica Grecia e poi nell’impero romano, il cerchiolino con la croce indicava il pianeta Venere ed era simbolicamente associato alla dea e in generale al femminile, cioè alla bellezza e all’amore. Il cerchiolino con la freccia indicava il pianeta Marte ed era associato al dio Ares in Grecia, Marte a Roma, e simboleggiava la forza, la guerra, il maschile. A Venere era collegato il rame e in alcune carte geografiche il cerchiolino con la croce segnalava le miniere di rame. A Marte invece erano collegate le armi e l’acciaio. Questi segni grafici sono stati e sono ancora usati anche nell’alchimia e in vari simbolismi esoterici, nonché nelle scienze naturali, sempre per indicare il maschile e il femminile.

LIBRO CONSIGLIATO

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Che cos’è l’ossigeno-ozono terapia?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Che cos’è l’ossigeno-ozono terapia?
R. È un metodo di cura basato sulla somministrazione di una miscela gassosa, originata mescolando l’ozono con l’ossigeno. L’ossigeno-ozono terapia costituisce, ad esempio, un’alternativa alla chirurgia in caso di ernia del disco: infiltrando nel disco la miscela, si induce un processo che porta alla disidratazione dell’ernia e quindi alla sua sparizione. Inoltre la miscela viene utilizzata nei casi di artrite e nei traumi sportivi per ridurre l’infiammazione, per combattere la cellulite, per la cura di alcune malattie della pelle, per combattere il virus dell’epatite e le infezioni del cavo orale. Ci sono due tipi di somministrazione: la “grande autoemoterapia”, che consiste nel prelevare circa 250 ml di sangue, mescolarlo a una quantità pari di miscela gassosa, e reiniettare il tutto in vena dopo qualche minuto, e la “piccola autoemoterapia”, dove invece si prelevano 10 ml di sangue, si uniscono a 10 ml di ossigenoozono e si reiniettano nel muscolo. A questi metodi si aggiunge l’applicazione locale per mezzo di campane di vetro: si usano per esempio nel caso di ulcere agli arti inferiori. Il paziente infila la gamba nel cilindro, nel quale si immette la miscela.

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Come si giudica la bontà dell’olio di oliva?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Come si giudica la bontà dell’olio di oliva?
R. La bontà dell’olio d’oliva si giudica sia in base alle sue proprietà chimico-fisiche, sia per le qualità organolettiche (sapore, odore e colore). Il valore dei principali parametri è fissato per legge e varia a seconda delle diverse categorie: olio extravergine, di prima spremitura e privo di difetti; olio vergine, olio d’oliva, e olio lampante. Tra i vari parametri, uno dei più importanti è l’acidità: più è alta e più rapidamente decade la qualità dell’olio a causa di alterazioni chimiche. I migliori oli hanno acidità inferiore a 0,3% (l’acidità massima consentita per legge per l’olio extravergine è di 1%). Altri parametri importanti sono il numero di perossidi (devono essere meno di 20), il colesterolo (inferiore a 0,5%), l’estradiolo e l’uvaolo (inferiori al 4,5%), che indicano eventuali adulterazioni con oli di sansa o oli estratti chimicamente e non per spremitura meccanica. Un olio però può essere genuino e tipico ma avere una qualità non proprio eccellente, e non rispecchiare caratteristiche organolettiche ben definite e riconosciute. Per questo esistono assaggiatori professionisti che danno un punteggio in base al gusto e al profumo. Buona regola è quella di preferire bottiglie dal vetro scuro o fasciate: la luce infatti altera l’olio.
Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Perché guardando la strada si soffre meno il mal d’auto?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Perché guardando la strada si soffre meno il mal d’auto?
R. Il mal d’auto fa parte di un insieme di disturbi chiamati chinetosi, provocati dall’eccessivo movimento di un mezzo di trasporto. Malesseri analoghi si possono avvertire in treno, su un’imbarcazione, in aereo. La causa principale della chinetosi è una stimolazione eccessiva dell’organo responsabile dell’equilibrio (l’apparato vestibolare) localizzato all’interno dell’orecchio. Quando l’organismo affronta una serie di movimenti troppo rapidi, si origina dall’apparato vestibolare una scarica di messaggi nervosi che il cervello non è in grado di smaltire ed interpretare ed al quale reagisce con nausea e vomito. Guardare la strada può aiutare il cervello a interpretare questi stimoli, ma soprattutto può permettere un meccanismo inconscio per cui si è portati, per esempio in corrispondenza di una curva, a preparare i muscoli del collo e dell’addome alla sollecitazione esterna in modo da diminuire il movimento della testa e quindi dell’apparato vestibolare.

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Le donne sono più “schizzinose” degli uomini?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Le donne sono più “schizzinose” degli uomini?
R. In generale, le donne hanno reazioni di disgusto più intense rispetto agli uomini alla vista di ferite, rifiuti o insetti. Lo scopo di questa differenza è la protezione della specie umana: il disgusto, infatti, è una sensazione che protegge dal pericolo di infezioni che potrebbero portare alla morte. Gli scienziati ipotizzano che il ruolo riproduttivo delle donne le abbia rese più sensibili rispetto agli uomini: perché la specie umana sopravviva, infatti, è necessario che in particolare le donne, attraverso le reazioni di disgusto, tengano se stesse e i bambini piccoli lontano da sostanze potenzialmente dannose. Anche i giovani hanno reazioni di disgusto più forti rispetto agli anziani: le persone in età riproduttiva salvaguardano istintivamente la possibilità di avere figli e di garantire così la sopravvivenza della specie. Il fatto che alla base del senso di disgusto vi sia il pericolo di infezioni è stato dimostrato da una corale ricerca svolta tempo fa dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine (Gran Bretagna): le reazioni di 40 mila persone hanno dimostrato infatti che una stoffa macchiata di materiale non identificabile provoca meno disgusto rispetto al venire a contatto con liquidi corporali (potenzialmente più dannosi); e gli insetti hanno innescato reazioni più forti rispetto ai vermi.

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Come si prende il “verme solitario”? E quali sintomi produce?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Come si prende il “verme solitario”? E quali sintomi produce?.
R. Con il termine “verme solitario” si intende la Tenia soliume, più in generale, le tenie (Platelminti cestodi), vermi che parassitano l’intestino dell’uomo e di molti animali. Le tenie sono ermafrodite, cioè hanno gli organi riproduttori sia maschili sia femminili. Ogni segmento, detto proglottide, della Tenia solium ha sia testicoli sia ovaie, e ognuno insemina quello successivo, producendo migliaia e migliaia di uova fecondate, che vengono espulse con le feci. Gli esseri umani si possono infestare mangiando carni crude o poco cotte (per esempio salumi) che ne contengono le larve: la Tenia solium arriva dal maiale, la Tenia saginata dai bovini. I vermi intestinali sono molto dannosi e producono vari disturbi, come allergie, nausea, calo di peso, nervosismo, dolori addominali. E sono diffusi tra gli esseri umani più di quanto si pensi. Questa patologia si cura con farmaci specifici che uccidono il parassita. La Tenia solium può raggiungere gli 8 metri di lunghezza.
Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Che cos’è la lobotomia e chi l’ha inventata?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Che cos’è la lobotomia e chi l’ha inventata?
R. La lobotomia è una pratica chirurgica che consiste nel recidere le connessioni nervose tra i lobi frontali e il resto del cervello e che “disattiva” alcune importanti funzioni cerebrali (i lobotomizzati perdono la capacità di fare qualsiasi progetto). Fu inventata nel 1935 dal neurochirurgo portoghese Egas Moniz che incominciò a praticarla sperimentalmente su alcuni malati mentali del manicomio di Lisbona. L’invenzione gli valse il premio Nobel (ora contestatissimo) nel 1949. Moniz, infatti, aveva notato che i sintomi di gravi malattie mentali come la schizofrenia sparivano immediatamente nei soggetti lobotomizzati. Ciò che purtroppo sottovalutava era che i danni causati al cervello erano ben maggiori dei benefici, tanto che dopo la “cura” molti dei pazienti cadevano in uno stato vegetativo. Ciò nonostante la lobotomia ebbe un grande successo e fu utilizzata fino agli anni Cinquanta non solo su migliaia di malati mentali ma anche su bambini iperattivi e detenuti considerati “pericolosi”. Tra i maggiori sostenitori della lobotomia negli Stati Uniti vi fu un medico di nome Walter Freeman, che negli anni Cinquanta girava il Paese a bordo della sua “lobotomobile” eseguendo migliaia di lobotomie con una tecnica rapida di sua invenzione: utilizzava un piccolo scalpello che infilava tra l’occhio e il cranio fino a raggiungere il lobo frontale, quindi recideva i nervi interessati picchiettando con un martelletto. Questa pratica quando ormai sembrava in disuso è tornata in auge alla fine degli anni 90 , facendosi più moderna e prendendo il nome di “lobotomia virtuale”. Consiste nel guardare almeno 3 ore al giorno la maggior parte dei programmi televisivi trasmessi dalla tv pubblica italiana.

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

A che cosa è dovuta la cosiddetta “r” moscia?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. A che cosa è dovuta la cosiddetta “r” moscia?
R. La pronuncia scorretta del fonema (ovvero del suono) “r” ha principalmente due tipi di origine. La prima è l’inflessione dominante nella zona di origine: per esempio, nelle zone del Parmense, dell’Alessandrino e del Piacentino ( in questo video potete vedere la simpaticissima “r” del piacentino Davide Galli) il fonema “r” risente di influenze dialettali e viene trasmesso e appreso in modo non corretto. Diverso è il caso della “r” gutturale, la cosiddetta “r” moscia. Questo disturbo fonologico è dovuto a una difficoltà di motilità (cioè capacità di movimento) dell’articolazione della lingua. A qualunque età è però possibile impostare una corretta pronuncia della “r” con specifici esercizi per stimolare la motilità della parte anteriore della lingua e che vengono indicati dal logopedista, lo specialista che rieduca le persone che soffrono di disturbi del linguaggio.
A me però è sempre piaciuta la “r” moscia, e dato che non è infettiva, mi chiedo: perché curarla?

Hai qualche domanda da pormi? Invia subito una mail a GMail

firma.png

Page 1 of 3

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén