Sono felice di vedere tappezzati i muri delle citta con i manifesti della campagna di comunicazione dal titolo “Antibiotici? Usali con cautela” promossa dell’Agenzia Italiana del Farmaco, con il patrocinio del Ministero della Salute e in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità.
Ne ho già parlato su questo blog con 5 post che ti invito a rileggere:
Una comunicazione efficace diminuisce l’abuso di antibiotici
Mozart e l’odierno uso spropositato di antibiotici
Si usano troppi antibiotici!
Antibiotici? Eccone qualcuno naturale!
11 regole per un uso sicuro dei farmaci.
Credo quindi che l’Agenzia italiana del Farmaco abbia fatto bene a ribadire il concetto e le tre semplici regole per evitare un uso smodato e sbagliato di questi farmaci:
1. Non usarli in caso di raffreddore e influenza. Raffreddore e influenza sono malattie virali, non batteriche. Gli antibiotici, quindi, che possono curare solo le infezioni batteriche, sono inutili nei casi di raffreddore e influenza.
2. Assumili solo dietro prescrizione medica. Non è facile distinguere tra una infezione virale e una batterica. Il tuo medico può farlo in base ai sintomi presenti e alla sua esperienza e quindi se necessario prescriverti l’antibiotico giusto.
3. Prendili per il tempo e nelle dosi indicate dal medico. Gli antibiotici funzionano solo se sono presi nelle dosi giuste e nei tempi stabiliti. Questo contribuisce anche a minimizzare il rischio di effetti collaterali e dell’insorgenza di antibiotico-resistenza.
Io aggiungerei un’altra regola: non “obbligare” il tuo medico a prescriverti l’antibiotico se non te lo ha già prescritto lui, il rapporto medico paziente è ovviamente composto dal medico e dal paziente e quindi anche il tuo ruolo è fondamentale (ad esempio ci sono molti medici che farebbero molte cose sbagliate pur di non perdere un paziente!).
C’è anche il sito web dedicato www.antibioticoresponsabile.it e il numero verde AIFA 800-571661.
Qualche dato e qualche curiosità
- Alcuni germi patogeni importanti hanno già sviluppato livelli di antibioticoresistenza che arrivano anche al 90% e alcuni ceppi sono divenuti resistenti a tutti i 100 antibiotici disponibili.
- L’Italia è uno dei Paesi europei con il più alto consumo di antibiotici preceduta solo dalla Francia e da Cipro. L’Italia infatti nel 2008 il 44% della popolazione ha ricevuto almeno 1 prescrizione di antibiotico e il maggior impiego si è avuto in età pediatrica e nella popolazione anziana. In particolare, 53 bambini e 50 anziani su 100 hanno ricevuto almeno una prescrizione di questi farmaci e con l’avanzare dell’età cresce il numero di pazienti che hanno ricevuto 6 o più prescrizioni: il 13-14% della popolazione sino a 64 anni, il 22-24% tra i 65 e i 74 anni e addirittura il 28-32% oltre i 75 anni.
- Nella fascia di età 15 – 64 anni vi è stato un maggior utilizzo nella popolazione femminile mentre nella fascia di popolazione ultra sessantacinquenne la prevalenza è tra i soggetti di sesso maschile.
- Le classi di antibiotici più usate in Italia nel 2008 sono rappresentate dalle penicilline seguite dai macrolidi, dai chinoloni e dalle cefalosporine. Queste 4 categorie costituiscono da sole il 90% del consumo totale. L’uso di chinoloni e cefalosporine dovrebbe invece essere riservato al trattamento di infezioni gravi o mediate da batteri resistenti ad altre classi di antibiotici e non eccessivo in medicina generale.
- Tra le cause di prescrizione più frequenti le malattie dell’apparato respiratorio ( oltre il 40%), del sistema genito urinario (il 18,4%), dell’apparato digerente (13,6%). In molti casi si tratta di infezioni virali su cui gli antibiotici non sono efficaci e il loro impiego favorisce l’antibioticoresistenza.
- Nel nostro Paese il trend dell’antibioticoresistenza riguarda soprattutto alcuni batteri Gram-negativi come Escherichia coli, batteri responsabili di infezioni urinarie e sepsi anche gravi, con punte di resistenza del 38% per i fluorochinoloni. Alta anche, almeno oltre il 30%, la resistenza nella Klebsiella pneumoniae alle cefalosporine di terza generazione.
Roberta
Finalmente, grazie all’informazione di cui oggi possiamo disporre da varie fonti, le persone sono in grado di poter scegliere come curarsi(sempre dietro consiglio medico) ed evitare, in alcuni casi, l’uso di farmaci inutili se non addirittura dannosi.
Roby
cesare
o un bambino di 4 anni ed a preso la scarlatina , dopo la prima cura antibiotica di AMONOXCILLINA di 7 gg sembrava fare effetto , ma dopo 2-3 giorni dalla sospensione al bambino gli è ritornata la malattia , dopo riaverlo portato dal pediatra riprescrive di rifare il trattamento pero invece di 7 gg farne 10gg , ma dopo il quinto giorno il bambino lamenta pluriti e arrossamenti intorno al collo , e sopra gli occhi , lo riportiamo dal pediatra e dice che potrebbe essere o un sovradosaggio o allergico alla penicellina , dice di fare il tampone culturale , abbiamo fatto il tampone dopo 5gg risulta negativo , ma il bambino dopo 2-3 gg dall’esito del tampone si rilamenta perche gli fa male ancora la gola , lo riportiamo ancora dal pediatra e ci fa il tampone istantaneo che risulta positivo al virus , allora decide di riprescrivere un’altra cura antibiotica ma di diverso tipo il ROKITAL , per 10gg , lui si esprime dicendo che la causa del non successo antibiotica potrebbe essere il mal assorbimento in quanto il bambino durante tal periodo aveva mangiato SALAME , UOVA , CIOCCOLATA potrebbe essere vero? OPPURE è STATO UN SOVRADOSAGGIO ?e se adesso non funziona mi a gia detto che gli fa una puntura di penicellina che sostituisce l’antibiotico che pero deve vedere perchè non si fida per un eventuale allergia.
COSA DEVO FARE ?
GRAZIE PER L’ATTENZIONE.