I dottori e gli specialisti che studiano il sonno hanno identificato più di cento tipi diversi di disturbi del sonno. I disturbi del sonno vengono suddivisi in quattro differenti categorie, delineate dall’International Classification of Sleep Disorders. Queste categorie sono disomnia, parasomnia, disordini psichiatrici e disturbi del sonno.
Esempi di dissonia includono diverse sottocategorie di insonnia, la narcolessia, l’apnea notturna e la sindrome dei movimenti involontari. Esempi di parasonnia includono movimenti di sonnambulismo, bruxismo ( digrignare i denti nel sonno) e il russare.
I disturbi del sonno dovuti a ragioni mediche e psichiatriche includono l’asma, l’ulcera peptica, la dementia e disturbi degenerativi del cervello .
Poi ci sono altri disturbi legati al sonno come ad esempio gli individui che dormono troppo, oppure quelli che dormono troppo poco, e quelli che soffrono della sindrome da soffocamento nel sonno.
Esistono molti miti riguardanti il sonno e i disturbi ad esso collegati, molti dei quali sono da sfatare. Diamo una rapida lettura di queste leggende che hanno invaso le nostre città.
1. E’ un mito che problemi di salute quali il diabete, depressione, ipertensione, obesità etc. non influiscono sulla qualità del sonno. Le ricerche hanno dimostrato ripetutamente l’esistenza di una relazione tra la presenza di malattie e la scarsa qualità del sonno. Ad esempio sottoporre il corpo a poche ore di sonno può inibire la produzione d’insulina, e apre la strada al diabete.
2. E’ un mito comune che con l‘avanzare dell’età si ha bisogno di meno ore di sonno. Non è esattamente così nella realtà, si continua a consigliare una media di ore di sonno di circa sette o nove ore anche per gli adulti, però di solito si verifica che le persone più grandi abbiano la tendenza a svegliarsi spesso durante le ore di sonno.
3. E’ un mito molto ricorrente quello di denunciare una scarsa qualità del sonno per motivi fisici oppure psicologici, e di farvi molte più ore di sonno per recuperare. Non è possibile “recuperare” il sonno perso quando si ha più tempo…
4. E’ un mito comune che l’insonnia è semplicemente un problema legato all’addormentarsi. Non è così. L’insonnia è una situazione più complessa ed è associata con quattro sintomi specifici che sono, come precedentemente accennato, una difficoltà nell’addormentarsi, ma anche uno svegliarsi troppo presto alla mattina non riuscendo più a riaddormentarsi, ai frequenti risvegli notturni e ad una sensazione di stanchezza che permana anche dopo aver dormito.
5. Molta gente crede che il loro cervello sia a riposo mentre stanno dormendo. Non è così. Il corpo umano si riposa durante il sonno mentre il cervello è molto attivo. Durante il sonno il cervello sta ricaricando le relative batterie e controlla comunque la maggior parte delle funzioni corporee, compreso il respirare. Mentre dormiamo andiamo avanti e indietro fra due “fasi del sonno”, overo il sonno REM e il sonno NonREM.
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