Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: ottobre 2011

Un attimo di relax #167

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

“Controlla spesso il diabete, basta una piccola puntura sul dito.””

Mi disturba la morte, è vero. Credo che sia un errore del padreterno. Io non mi ritengo per niente indispensabile, ma immaginare il mondo senza di me: che farete da soli?” ~ Vittorio Gassman

Libro della settimana:

Tutto il Bello che c'è - Libro

Un attimo di relax #166

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

“Si bello, ma il mio colore preferito è il blu!””

Assioma di Ducharme: se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai di essere parte del problema.” ~ Arthur Bloch

Libro della settimana:

I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia

Perché l’uomo invecchia? Tutta colpa dei geni?

L’uomo? Immaginatelo come una sonda spaziale, programmata per arrivare su un lontano pianeta, fotografarlo e poi allontanarsi nel cosmo. Negli anni, questa macchina perfetta è destinata a distruggersi. Ma il tempo necessario perché ciò avvenga può variare, e dipende dalla distanza tra la base e il pianeta da fotografare. Una volta esaurita la sua missione, che è quella che interessa agli studiosi, la sonda viene abbandonata a se stessa nella seconda parte del viaggio, che potrà essere più o meno lungo. Alex Comfort, uno dei più noti gerontologi, spiega così il meccanismo dell’invecchiamento: l’uomo è in viaggio verso un evento fondamentale (la propria riproduzione). Avvenuta questa, non ha più scopo biologico. Secondo questa ipotesi, i geni umani modificherebbero la propria funzione in base all’età. Prima, durante il viaggio di “andata”, avrebbero il compito di perpetuare la specie, privilegiando l’aspetto riproduttivo. Terminata la loro missione, sarebbero poi responsabili della senescenza. Tra i tanti meccanismi ipotizzati per spiegare il fenomeno dell’invecchiamento, quello che prevede un fondamentale ruolo della genetica è sicuramente il più affascinante e, allo stato attuale, anche il più credibile. Con tutta probabilità, visto che la vita dell’essere umano ha un limite biologico accertato (120 anni, età raggiunta dal giapponese Shigechiyo Izumi, nato nell’isola di Tokunoshima), questa programmazione è dovuta al nostro patrimonio genetico. Non solo i geni, tuttavia, bastano a spiegare il problema della longevità. La prova viene dal confronto tra uomo e scimpanzé: a fronte di una differenza genetica inferiore al 2 per cento, lo scimpanzé ha una durata massima di vita che è circa la metà di quella dell’uomo. Probabilmente il “fenomeno invecchiamento” nasce da un insieme di caratteristiche genetiche e inlefluenze ambientali. Ma non ci sono dubbi che proprio il genoma sia altamente responsabile della differente longevità che si osserva negli individui.

Quando il Dna sbaglia…
In questo senso assume particolare interesse una ricerca condotta da alcuni studiosi dell’università del New Jersey che hanno dimostrato come alcuni fibroblasti (cioè le cellule del tessuto che sostiene il corpo), dopo essere stati resi immortali in laboratorio attraverso il contatto con particolari virus delle scimmie, perdano questa loro capacità di superare senza danni le ingiurie del tempo semplicemente quando entrano in contatto con una porzione del cromosoma umano 6, cioè il suo braccio lungo. Questa osservazione conferma che la chiave genetica del processo di senescenza probabilmente esiste, e che forse, pur trattandosi con tutta probabilità di un fenomeno poligenico (di cui cioè sono responsabili diversi geni), bisogna indagare proprio sul cromosoma 6 per saperne di più. La nostra vita è scritta nei geni, quindi. Ma forse non nel modo in cui ipotizza Comfort: non esisterebbero cioè geni programmati per svolgere una determinata funzione nell’età giovanile e poi, una volta superata questa fase, per indurre lentamente all’invecchiamento. Probabilmente la senescenza è legata a un meccanismo “wear and tear”, cioè dei “logorii e degli strappi”. Secondo questa teoria, esiste una serie di fenomeni esterni che vanno a influenzare le capacità di riproduzione perfetta del materiainle genetico umano. I loro nomi: infezioni virali, radiazioni, inquinamento, fumo. Questi, favorirebbero gli errori nella replicazione del Dna (errata riproduzione della doppia catena, deficit nella trasmissione del messaggio genetico da parte dell’Rna messaggero, la copia del Dna che serve per la produzione di nuove strutture). Per qualche tempo l’organismo riesce autonomamente a rimediare a questi danni, cui quotidianamente sono esposte le nostre cellule, attraverso particolari mezzi di riparazione (anche questa capacità riparativa sembra essere in qualche modo influenzata dalla predisposizione genetica di ognuno). In pratica esisterebbero dei geni capaci di controllare i processi che si oppongono all’invecchiamento. Una specie di cortina difensiva presente nel nostro Dna, che favorirebbe la messa in atto dei sistemi di riparazione: correggerebbe gli errori che si formano nel Dna (alterazioni della composizione specifica della doppia catena dell’acido), metterebbe in atto i sistemi antiossidanti (che catturano i radicali liberi, cioè particelle atomiche con cariche elettriche capaci di danneggiare il patrimonio genico), faciliterebbe la produzione di proteine da stress (incrementando quindi la risposta dell’organismo di fronte ad agenti esterni) e addirittura eliminerebbe le cellule malate attraverso una sorta di “morte cellulare programmata”. La presenza di queste armi difensive, il cui controllo è genetico, potrebbe forse spiegare il mistero della senescenza.

Lo stress benefico
Nel Dna di ognuno sarebbero infatti scritte le informazioni per la messa a punto di questa rete protettiva: e proprio il fatto che tutto sta nel Dna, spiegherebbe anche la “familiarità” dell’invecchiamento. In pratica, se questa teoria fosse confermata, la senescenza di ognuno sarebbe legata a un sorta di battaglia tra geni che tendono a favorire il danno al Dna, e meccanismi che lo contrastano. Questa ipotesi potrebbe essere indirettamente confermata anche dal fenomeno della cosiddetta ormesi. Sembra infatti che basse dosi di sostanze potenzialmente tossiche, come i pesticidi o gli agenti ossidanti, allunghino la vita invece che accorciarla. Questo potrebbe essere spiegato dallo stimolo che questi “stress” inducono sui meccanismi di difesa che vengono stimolati a lavorare al meglio. Se questa ipotesi fosse confermata, poi, si potrebbero aprire nuove speranze per la “prevenzione” dell’invecchiamento. Visto che il meccanismo difensivo è controllabile e influenzabile da situazioni esterne, come accade nella longevità da ormesi, si può ipotizzare che altri elementi ancora da scoprire possano in qualche modo “rafforzare” la cortina anti invecchiamento.

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Un attimo di relax #165

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

“Mi hanno detto che posso essere tutto ciò che voglio… ed ho scelto di essere un cavallo!””

Scherzando, si può dire di tutto, anche la verità.” ~ Sigmund Freud

Libro della settimana:

La Rivoluzione della Salute - Libro

Come funziona il cervello degli animali?

Chi possiede un cane o convive con un gatto non ha dubbi: a chi gli domanda se gli animali “pensino oppure no”, risponde senza esitazione in modo affermativo, e comincia a raccontare innumerevoli aneddoti, e gli episodi nei quali il suo cucciolo ha dimostrato di saper risolvere problemi complessi. Si tratta soltanto di coincidenze, come fanno notare gli scettici, o davvero gli animali hanno una mente, e quindi sono intelligenti? La scienza, fino a poco tempo fa, non dava risposte, ma negli ultimi anni l’etologia, e le ricerche sul comportamento animale hanno fornito nuove informazioni. Parallelamente sono aumentate le conoscenze sulle funzioni del cervello, e si è scoperto che spesso gli animali, anche nella mente, non sono così diversi da noi: sono in grado di ragionare, di compiere scelte, di affrontare situazioni impreviste.
L’ultima scoperta, in ordine di tempo, è quella di un gruppo di ricercatori dell’università di Tokio, che hanno dimostrato che i piccioni sono in grado di distinguere una pittura cubista da un dipinto impressionista. Proprio così: dopo un periodo di apprendimento, gli uccelli non solo hanno saputo riconoscere un Picasso da un Monet, ma, messi di fronte a un Renoir, che non avevano mai visto prima, non hanno avuto esitazioni e lo hanno correttamente “classificato” come impressionista, persino quando l’immagine presentata era in bianco e nero. I piccioni hanno dunque una accentuata sensibilità estetica? Probabilmente no, ma indubbiamente riescono a percepire dettagli minimi, a memorizzarli, e poi a rielaborarli nella loro mente.

Quello che conta è la qualità e non la quantità
Ma chi può garantire che l’operazione che un animale compie sia frutto di intelligenza, e non sia invece dovuta a una reazione automatica o a un istinto? L’istinto cieco, che potrebbe dipendere esclusivamente da un codice genetico programmato, in realtà non esiste. Prendiamo l’istinto sessuale. Gli animali si accoppiano per riprodursi, e quindi si potrebbe supporre che l’atto sessuale venga effettuato seguendo un impulso atavico, che domina completamente l’individuo. Non è così: è vero che gli individui che vengono isolati dal gruppo (che quindi non hanno avuto modo di osservare gli altri) hanno comunque un senso innato che gli permette di accoppiarsi, ma è anche vero che hanno notevoli difficoltà a farsi accettare: non hanno cioè imparato dai loro simili i codici e le raffinatezze che consentono di effettuare nel modo migliore il rituale previsto. E vengono regolarmente rifiutati. L’apprendimento però richiede anche una forma di pensiero. C’è però una differenza tra intelligenze superiori e inferiori, ed è la stessa che si riscontra tra modelli diversi di computer: è la capacità di trattare contemporaneamente una diversa massa di informazioni. Se si possono recepire ed elaborare tante informazioni, si possono anche tenere sotto controllo una maggiore quantità di eventi. Gli organismi più semplici hanno un sistema nervoso meno sviluppato e quindi sono presumibilmente meno dotati. Ciò che conta però non è la quantità, bensì la qualità. Un esempio? Il volume cerebrale di uomini illustri varia dai 2.000 millilitri di Bismark ai 1.100 di Leone Tolstoj. Un uomo affetto da microcefalia ha un cervello anche più piccolo di quello di un gorilla, ma il suo comportamento resta di tipo umano. esistono dunque caratteristiche comuni tra uomo e animali. E caratteristiche differenti. Ma fino a che punto questa differenza è incolmabile? Gli organismi meno evoluti, hanno un comportamento stimolo-risposta: se per esempio vengono toccati, rispondono automaticamente con un atto motorio. Un sintomo di maggiore intelligenza è invece la capacità di elaborare le informazioni, e di effettuare relazioni tra ciò che avviene nell’ambiente. Questa capacità, che hanno tutti i vertebrati, dipenderebbe dalla possibilità di effettuare associazioni tra stimoli diversi, il che significa che l’animale è in grado di porre delle relazioni di causa ed effetto, e di interpretarle.

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Un attimo di relax #164

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

“Sento le voci nella mia testa! E mi dicono “Banana!””

Se c’è qualcosa nel bambino che desideriamo cambiare, dovremmo prima esaminarlo bene e vedere se non è qualcosa che faremmo meglio a cambiare in noi.” ~ Carl Gustav Jung

Libro della settimana:

Alghe

Controlli ambientali per il paziente asmatico

La polvere di casa ed un piccolo acaro, il dermatofagoides, che in essa si sviluppa, causano frequentemente asma nel bambino ed anche nell’adulto (con minor frequenza). Raccomandiamo pertanto di seguire scrupolosamente i consigli qui riportati per cercare di eliminare al massimo la polvere della vostra casa.

MISURE DA ESEGUIRE NELLA CAMERA DA LETTO:
1) Togliere i cuscini ed i materassi di lana, di piume e di crine. Sostituirli con altri imbottiti di sostanze sintetiche (es.: gommapiuma o schiuma di lattice).
2) Pulire accuratamente con l’aspirapolvere il cuscino, il materasso, la rete ed intorno alla base del letto. Ricoprite con tela molto fitta o con federe anti-acaro il materasso e il cuscino.
3) Ogni giorno pulire con panno umido la fodera del materasso.
4) Ogni settimana cambiare e lavare le federe, le lenzuola e la sovracoperta. Pulire con l’aspirapolvere la base del letto.
5) Se nella camera c’è un armadio guardaroba, esso va vuotato oppure, se serve solo come deposito, gli sportelli devono essere sigillati con un largo nastro adesivo.
6) Le coperte di lana dovrebbero essere sostituite con coperte di cotone o di fibresintetiche ed essere lavate frequentemente.
7) Applicare alle finestre tende lavabili e lavarle frequentemente.
8) Sostituire le carte da parati della camera da vernici lavabili.
9) Togliere i mobili imbottiti o tappezzati, libreria, giocattoli ed oggetti di stoffa o pelo.
10) Togliere tappeti e moquette e, possibilmente ricoprire i pavimenti con linoleum o piastrelle.
11) Usare un aspirapolvere con sacchetti estraibili.
12) Si deve rimuovere tutta la polvere dal pavimento, dalle pareti e dal soffitto, compresa la polvere sulle intelaiature delle porte e delle finestre, nelle fessure dei pavimenti, sugli impianti di illuminazione e riscaldamento.

N.B.
Se il vostro bambino divide la stanza da letto con altre persone, tutti gli altri letti nella stanza devono essere trattati allo stesso modo.

ALTRE CAMERE
Particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alla rimozione della polvere dai mobili almeno due volte la settimana, specialmente dallo schienale, dai braccioli e dai cuscini.
PROIBIRE DI FUMARE NEGLI AMBIENTI IN CUI VIVE IL PAZIENTE ASMATICO.

Articolo scritto dal Dr. Giuseppe Errico, responsabile dell’ambulatorio di Allergologia e Immunologia del Poliambulatorio Sociale Nuova Città di Capurso.

Un attimo di relax #163

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

“Lasciatemi dormire ancora un po’, è Domenica.”

A partire dalla “linea mediana“ della propria esistenza si mantiene vivo solo chi è pronto a morire.” ~ Carl Gustav Jung

Libro della settimana:

La Promessa Anti-Età

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