Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: giugno 2010 (Page 1 of 2)

Al fresco in modo sicuro.

I sistemi anti-calura per essere veramente amici della salute vanno utilizzati rispettando alcune semplici regole.

Climatizzatori, condizionatori, deumidificatori, ventilatori: quando arriva il caldo sono preziosi alleati, a patto però di usarli correttamente. Sono infatti numerose le insidie che possono nascondere se si esagera o se ne trascura la manutenzione. Raffreddori, bronchiti, attacchi d’ asma, mal di schiena e torcicollo sono solo alcuni degli inconvenienti a cui si può andare incontro se non si osservano alcune semplice regole. Ecco, dunque, i consigli per utilizzarli al meglio.
Tra i vari sistemi per “rinfrescare” qual è il più efficace e sicuro? Se ce li si può permettere, i climatizzatori sono senz’ altro da preferire perchè non si limitano, infatti, a raffreddare l’ ambiente, come fanno i condizionatori, ma agiscono anche sull’ umidità, riducendone il tasso. Non solo, garantiscono anche il ricambio dell’ aria, aspirando l’ aria esterna, la filtrandola dalle impurità come polvere, pollini, germi, la raffredda e immettendola direttamente nell’ appartamento.
Regole d’ uso
Proprio per questo motivo è fondamentale la pulizia del filtro. Se questa banale operazione di manutenzione non viene fatta, si corre il rischio che tutte le sostanze che dovrebbero essere trattenute vengano liberate in casa con l’ aria raffreddata e deumidificata. Se ciò accade, si può incorrere in alcuni spiacevoli inconvenienti: dalla banale influenza alla polmonite, dalla bronchite ad attacchi di asma allergica.
Ma quando si ricorre a climatizzatori (e condizionatori) bisogna avere anche un’ altra accortezza: non superare la differenza di 4-5°C tra la temperatura esterna e quella interna. Un cambiamento eccessivo e repentino di temperatura disturba il meccanismo della respirazione e facilità l’ aggressione da parte di virus e batteri che possono scatenare raffreddori, mal di gola o addirittura bronchite.
Oltre agli sbalzi di temperatura, bisogna evitare anche di esporsi direttamente al getto di aria fredda per non rischiare un mal di pancia, soprattutto se si è finito di mangiare da poco. L’ aria fredda può, infatti, causare una contrattura della muscolatura intestinale, alterando i processi digestivi. Anche mal di schiena e torcicollo sono spesso conseguenza di un’ esposizione diretta al flusso d’ aria fredda. Infine, l’ aria condizionata rivolta verso la testa può favorire l’ insorgere di attacchi di mal di testa, poiché il getto d’ aria fredda infiamma i nervi. Climatizzatori e condizionatori vanno quindi posizionati almeno ad un paio di metri, dalla zona della stanza in cui si sta più spesso.
Un altro accorgimento, quando si ricorre a climatizzatori o condizionatori, è quello di cercare, nei limiti del possibile, di utilizzarli in tutti gli ambienti della casa. Raffreddare solo la stanza da letto, piuttosto che la sala, non è l’ ideale, perché restano in agguato gli inconvenienti associati al passaggio da un ambiente fresco a uno più caldo.
Se si decide poi di optare per una soluzione diversa dal climatizzatore – che, per altro, pone dei problemi di consumo energetico da non sottovalutare -, la scelta può essere indirizzata anche verso deumidificatori o ventilatori. Anche i deumidificatori possono dare un notevole sollievo quando l’ afa estiva si fa sentire. Si tratta di apparecchi che riducono il tasso di umidità che a volte, soprattutto in alcune città, tocca punte del 90%. Basta scendere a percentuali del 70% per trarre benefici immediati. In genere, infatti, è meno sopportabile l’ elevata umidità dell’ alta temperatura. Che dire, infine, dei ventilatori? Sono i sistemi “anti-caldo” più economici e naturali, nel senso che agiscono come una sorta di venticello. L’ importante è non farli andare al massimo e non direzionarli verso la persona, ma piuttosto verso l’ alto. Se in camera da letto si usano le pale, posizionate sopra al letto, è bene regolarle alla velocità minima per non svegliarsi indolenziti».
I consigli per usare al meglio i climatizzatori
Ecco alcune semplici suggerimenti per usare al meglio i climatizzatori, fissi o trasportabili che siano. La manutenzione dei climatizzatori casalinghi inizia dalla pulizia dei filtri che va effettuata sempre prima di avviare l’ impianto. Poi è sufficiente una pulizia una volta al mese. I filtri vanno smontati e lavati anche solo con acqua, seguendo le istruzioni allegate all’ apparecchio e poi, eventualmente, trattati con uno specifico prodotto disinfettante. Controllare che i filtri siano integri. In caso contrario è meglio sostituirli. Non utilizzare mai preparati chimici, benzina o solventi vari in nessuna parte dell’ apparecchio. Stare attenti a non versare acqua sul climatizzatore per non danneggiare i circuiti interni. Non posizionare davanti al climatizzatore oggetti che intralcino il flusso d’ aria. Nel caso di climatizzatori trasportabili, ricordarsi di staccare sempre la spina prima di fare qualunque tipo di intervento.

Bambini
L’ aria condizionata fa ammalare? Ma se ci sono in casa bambini, neonati compresi, si può ricorrere all’ aria condizionata, o è meglio munirsi di un semplice ventilatore?
A prescindere dall’ età, i climatizzatori, se usati in modo corretto, rappresentano senz’altro la soluzione migliore. I ventilatori, per contro, sollevano molta polvere e possono favorire il movimento di germi nell’ ambiente. D’ altro canto, se non si ha un’ alternativa, li si può utilizzare con l’ accortezza di tenere bassa la velocità e dirigerli verso l’ alto in modo tale da evitare il più possibile il sollevamento di polvere».

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Autocura per l’estate

Alcuni medicinali possono essere utili per fronteggiare lievi disturbi comuni che si presentino durante le ferie. Vediamo le indicazioni, situazione per situazione.

Le più premurose sono le mamme di bambini piccoli che, alla partenza per le vacanze estive, mettono in valigia farmaci per tutte le evenienze, anche le meno plausibili. Gli altri, giovani o anziani che siano, sono molto meno attenti e a volte si dimenticano anche i farmaci “essenziali” (che, invece, sarebbe bene avere sempre a portata di mano) come antipiretici o antidolorifici, utili in caso di febbre, mal di testa, mal di denti o dolori muscolari, disturbi che non danno tregua neanche in estate. Ovviamente, la giusta misura sta nel mezzo: non bisogna portarsi dietro una farmacia, ma neanche essere sprovveduti, soprattutto se si va in luoghi dove la reperibilità di medicinali potrebbe non essere immediata. Ogni inconveniente, da traumi e ferite a punture di insetti, se affrontato tempestivamente si risolve con meno rischi, meno sofferenza e maggiore rapidità. Vediamo che cosa dovrebbe contenere l’ ipotetico zainetto dei medicinali da portare in villeggiatura.
Morsi e punture
Per cercare di evitare punture di insetti è bene attrezzarsi con zanzariere, zampironi, repellenti in pomata o spray. Ma se l’ ape, piuttosto che la zanzara, riesce a raggiungere il bersaglio, si può ricorrere anche a creme a base di antistaminici o di corticosteroidi topici quando il disagio è notevole (forte dolore nel caso di puntura di ape e prurito inteso per la puntura di zanzare). Api, vespe e calabroni, normalmente causano un forte dolore con arrossamento e gonfiore della zona colpita. Tuttavia, nelle persone predisposte possono provocare potenzialmente uno shock anafilattico. Per questo motivo chi è a rischio allergico dovrebbe portare sempre con sé un kit con puntura predosata di adrenalina. Problemi alla pelle
Se non si rispettano alcune semplici regole di buon senso il rischio di eritemi solari, scottature, se non addirittura di ustioni, è dietro l’ angolo. La prima regola è senz’ altro utilizzare opportune creme antisolari ed evitare di esporsi nelle ore più critiche,tra le 11 e le 15. Meglio non dimenticare, comunque, di mettere in valigia una pomate lenitiva e una crema al cortisone, cui ricorrere dietro consiglio del medico o del farmacista in caso di scottatura. Per le ustioni è sempre opportuno rivolgersi a un medico.
Rimedi per gli occhi
Luce del sole, vento, acqua di mare possono mettere a dura prova i nostri occhi causando bruciore, lacrimazione, fastidio alla luce o arrossamento delle mucose. Per proteggerli sono fondamentali gli occhiali da sole. Per alleviare eventuali irritazioni è consigliabile avere a portata di mano colliri decongestionanti o a base di antistaminici.
Mal di mare e d’ auto
Mal di mare, d’ auto e d’ aria sono disturbi legati ai movimenti dei mezzi di trasporto e possono comportare nausea, vomito, malessere generale. Chi ne soffre dovrebbe assumere farmaci anticinetosi prima della partenza e tenerli sempre con sé. In questi casi è consigliabile anche non bere alcolici prima o durante il viaggio ed evitare di fumare.
Traumi e ferite
Lievi traumi, strappi e distorsioni possono capitare anche in vacanza. Munirsi di pomate, creme o unguenti a base di antinfiammatori non steroidei che, oltre a ridurre l’ infiammazione, possono aiutare a placare il dolore, anche se a volte si rende necessaria l’ assunzione orale di antidolorifici. Per la disinfezioni di ferite e abrasioni meglio ricorrere a disinfettanti non alcolici e non dimenticarsi di portare cerotti, garze e bende.
Gambe protette
Chi soffre di varici, gambe gonfie e in genere di disturbi della circolazione venosa non deve esporsi troppo al sole, specie nelle ore più calde. Può essere utile camminare dentro l’ acqua immersi fino al bacino. Alcuni farmaci, come pomate e compresse per edemi e varici, possono comunque aiutare a proteggersi.

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Come sopravvivere alle zanzare!

Scrivo questo post su richiesta del mio amico Napolux che sembra stia vivendo un periodaccio per colpa delle zanzare. Vediamo un po’ se riesco ad aiutarlo!

Le zanzare che circolano in Italia appartengono a 67 specie: esistono le diurne e le notturne, però le responsabili delle punture sono solo le femmine.

Per proteggersi dai loro assalti senza spalmare la pelle con qualche repellente, si può ricorrere ai «fornelletti» elettrici con piastrine o liquidi a base di piretro. Questi dispositivi garantiscono una buon effetto insetticida e hanno una tossicità trascurabile, a patto, però, che vengano utilizzati in modo corretto. Devono essere collocati nelle immediate vicinanze di una finestra, così da assicurare un buon ricambio d’ aria. Esistono poi le spirali, meglio note come «zampironi», che abbinando all’insetticida il fumo, sono poco gradite alle zanzare. Visto che si utilizzano all’ aperto, non pongono problemi di tossicità. Il rimedio migliore, se si vive in aree particolarmente infestate, restano, comunque, le zanzariere alle finestre (M mi diceva Napolux che le sue zanzare sono così grosse che le sfondano…). Per quanto riguarda i repellenti cutanei alcuni coraggiosi volontari si sono spalmati il braccio con le sostanze protettive e lo hanno stoicamente infilato in una gabbia infestata di zanzare. E hanno aspettato, cronometro alla mano, di essere punti. In questo modo i ricercatori dell’ Università della Florida, negli Stati Uniti, hanno misurato il grado di protezione di diversi prodotti. Secondo i risultati dello studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, quello che funziona meglio è la “N,N-dietiltoluamide”, una sostanza dal nome complicato, ma che è impiegata da quasi cinquant’ anni nei prodotti più noti in commercio.
C’è solo un piccolo problema e ce lo dice wikipedia:”In merito all’uso di insetticidi, va detto peraltro che nonostante la bassa tossicità e l’impiego su scala ridotta, il ricorso a questi mezzi in ambito urbano è larghissimo, ponendo comunque il problema del rilascio di grandi quantità di principi attivi a largo spettro d’azione, poco selettivi e potenzialmente pericolosi per il rischio di intossicazione cronica. Ancora oggi, probabilmente, in Italia la lotta contro le zanzare è prevalentemente affidata agli interventi contro gli adulti ”

A questo punto propongo anche dei rimedi alternativi e molto più naturali! Trovato sul sito infozanzare.info curato da alcuni ricercatori del CNR
– Mettere dell’aceto e qualche fetta di limone in un recipiente a fondo piatto, le zanzare non si avvicineranno.
– Piantare dove possibile, Gerani odorosi e piante di Citronella e di Lavanda, efficaci repellenti naturali dei quali le zanzare non sopportano il profumo.
– La sera, mettere qualche goccia di olio di Neem (mi fa notare Marta che puzza di cipolle bruciate )o di Citronella su candele a base larga.
– Accendere zampironi o incensi al Neem (pianta insetticida indiana).
– Mangiare aglio o peperoncino, danno al sudore un odore sgradito agli insetti.
– Anche l’uso del Lievito di birra in scaglie (un pizzico, come il parmigiano, una volta al giorno, sugli alimenti) pare sia efficace, per il suddetto motivo.
– Altrettanto si ottiene con la vitamina C.
– Esiste una lampadina di colore giallo (il meno amato dalle zanzare) che le tiene alla larga per circa un metro intorno.
– C’è un’intera linea di abiti antizanzara realizzati con un tessuto contenente una resina acrilica repellente che resiste ai lavaggi
– On line, è in vendita per 9,90 euro, un piccolo strumento, da tenere al collo, che promette di tenere lontane le zanzare emettendo ultrasuoni ad una frequenza compresa tra i 5.000 e i 9.000 HZ e si ricarica con i raggi del sole.
– On line si possono acquistare anche scacciazanzare elettronici a rete o a batteria. L’ho appena comprato e funziona benissimo!
– Si dice che ottimo repellente sia l’estratto di bergamotto.
– Come repellente e lenitivo, vale la pena di provare anche l’olio di Andiroba. Viene estratto dai semi del frutto a forma di castagna, della Carapa guaianensis, mediante spremitura a freddo. E’utilizzato dalle popolazioni dell’Amazzonia, per difendersi dagli attacchi degli insetti.
– Anche la cipolla tiene lontane le zanzare, perciò è utile tenere nella stanza in cui si soggiorna, mezza cipolla in un piattino, con applicati sulla superficie dei chiodi di garofano.
Un ottimo repellente per le zanzare è rappresentato anche dal decotto di menta e qualche foglia di basilico che va filtrato e spruzzato sulle parti scoperte del corpo. E’ opportuno tenerlo in frigorifero.

Caro Napolux più di così non so che dirti. Ah si scusa, dimenticavo che forse è meglio sapere le caratteristiche del loro tipo di vittima preferita:
è leggermente sovrappeso;
è solita profumarsi con essenze fiorite;
è vestita di scuro o di nero, colori che attirano questi insetti;
indossa sandali che lasciano scoperti i piedi;
ha un debole per le verdure;
è fumatore;
produce molti ormoni sessuali;

Quindi in casi estremi non ti resterà che produrre meno ormoni sessuali!

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Un attimo di relax #102

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Esattamente dove sei stato ieri notte? mmmhh??”

Ogni uomo nasce gemello: colui che è e colui che crede di essere.” ~ Martin Kessel

Libro della settimana:
Una Linea Perfetta

Autori Vari
Consigli e strategie per mantenersi in forma

Quando è meglio stare all’ ombra

I raggi solari sono vere e proprie particelle di energia che arrivano sulla nostra pelle, protagonisti, assieme alle cellule cutanee stesse, nel momento in cui avviene il fatidico incontro-scontro, di un evento fotobiologico. Questo “evento” produce diversi effetti, tra i quali la stimolazione del melanocita (cellula dell’ epidermide che produce il pigmento scuro e protettivo: la melanina) a fabbricare, appunto, melanina. Più se ne fabbrica, più la pelle risulta abbronzata e, di conseguenza, protetta.
Incontro-scontro
Questo evento fotobiologico può anche essere disturbato o alterato da diversi fattori: in pratica l’ incontro pelle-sole può diventare uno scontro aperto, con conseguenze più o meno gravi, più o meno permanenti, ma sempre fastidiose, sia per ragioni puramente estetiche (nel caso compaiano macchie scure, o si causi una cattiva cicatrizzazione di ferite pregresse), sia per il benessere dell’ organismo (per esempio, in caso di reazioni fototossiche, o fotoallergiche).

Caratteristiche

Ecco perciò un elenco di quello che “non” va fatto in caso di esposizione solare, da leggere – e soprattutto ricordare – tenendo presenti due fattori assolutamente fondamentali:
1 – Lo strato corneo, l’ ultimo strato dell’ epidermide, costituisce una protezione nei confronti dei raggi solari. Infatti in chi è di pelle chiara e produce poca melanina, lo strato corneo quando si espone al sole si ispessisce e la cute risulta più ruvida e meno “fine”.

2 – Il melanocita è una cellula estremamente delicata e, per così dire, “suscettibile”: quando si altera, nel corso di eventi fotobiologici “a rischio”, può reagire producendo troppa melanina oppure, al contrario, smettendo di produrne del tutto. Risultato: abbronzatura disomogena e macchie.

Tutto quello che non si deve fare
Vediamo che cosa “non ” fare per salvaguardare la cute esposta al sole. Non assumere farmaci, a meno che non siano stati specificamente prescritti da un medico che sappia che vi esponete al sole. Molti farmaci possono dare problemi di fotoallergie, o comunque rendere la pelle più sensibile ai danni solari. Tra i farmaci a rischio: gli antibiotici (per esempio le tetracicline), i sulfamidici, alcuni antipertensivi, alcuni antidiabetici, i retinoidi orali (come l’ acido 13-cis retinoico per la cura dell’ acne) e altri. Non preparare solari “fai da te” a base di erbe varie: molto piante contengono furocumarine, molecole altamente sensibilizzanti, responsabili di fitofotodermatosi. Se si usano preparati a base di piante (sia direttamente sulla pelle, sia per bocca), bisogna chiedere ad un medico esperto in fitoterapia o all’ erborista se si tratta di sostanze fotosensibilizzanti. Prima delle esposizioni al sole (o alle lampade) non sottoporsi a peeling aggressivi che assottiglino troppo la pelle, a scrub e gommage, a ceretta e epilazione. Se si è fatto ricorso a questi trattamenti, meglio aspettare qualche giorno prima di mettersi al sole e farlo sempre con una protezione alta (da 15-20 fino allo schermo totale). Il rischio è che l’ assottigliamento dello strato corneo dell’ epidermide favorisca la formazione di chiazze scure difficilissime da eliminare. Per la stessa ragione all’ inizio dell’ estate va evitato l’ eccesso di acido glicolico e di alcuni derivati dell’ acido retinoico (invece i preparati a base di vitamina A possono essere usati). Ricordarsi di non applicare profumi, essenze o creme profumate. Se ci si fanno iniettare filler a base di acido ialuronico, o ci si sottopone a “punturine” biorivitalizzanti, attendere almeno 4 o 5 giorni prima di esporsi al sole. Bisogna comunque evitare comunque di stare troppo al sole e applicare una protezione medio-alta (specie se si vuole ottimizzare l’ effetto positivo del filler). In caso di ferite fresche, per evitare che si formino cicatrici più spesse, applicare un cerottino che protegga la pelle, o uno schermo solare totale resistente all’ acqua (da applicare spesso). Meglio evitare (se possibile, ovviamente) di sottoporsi a piccoli o grandi interventi chirurgici subito prima delle esposizioni solari. Evitare anche trattamenti laser (laser depilazione, asportazione mediante laser di capillari e neoformazioni cutanee) nel mese che precede le esposizioni solari. Proibito sottoporsi a piercing o tatuaggi nel mese che precede le esposizioni solari. In caso di dubbi, rivolgetevi al dermatologo: meglio una precauzione in più, che un danno permanente poi.

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Estate: le erbe della bellezza. Parte 2.

Impacchi e oli
Per favorire l’ eliminazione delle scorie e dei liquidi stagnanti si può ricorrere all’ impiego di erbe ad azione drenante e diuretica da utilizzare come impacchi localizzati, o come oli per massaggi.

Ecco una ricetta contro il ristagno di liquidi. Tostare in forno una manciata di semi (castagne) di ippocastano. Polverizzarli e unirli a latte intero, fino a formare un composto semisolido. Scaldare il composto, lasciarlo intiepidire e poi applicarlo con garze di cotone sulle articolazioni gonfie. Lasciare agire per una ventina di minuti, poi sciacquare accuratamente.

Una ricetta contro il gonfiore delle caviglie. Preparare un decotto lasciando bollire per dieci minuti 100g di foglie fresche di edera in un litro d’ acqua. Raffreddare, filtrare e applicare l’ impacco sull’ area interessata.

Il decotto disinfettante contro acne e comedoni. Preparare un decotto portando ad ebollizione per 2-3 minuti una miscela composta dalle seguenti erbe: piantaggine 20g, noce 20g, sambuco 20g, salvia 20g, timo 20g, agrimonia 100g. Lasciare intiepidire e usare per impacchi e lavaggi.

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Estate: le erbe della bellezza. Parte 1.

Con la stagione calda si abbandonano trucco pesante e abiti coprenti: una liberazione per la pelle e il corpo, che però si mostrano con tutti i loro piccoli inestetismi, dai foruncoletti ai gonfiori.Ecco alcune soluzioni del tutto «naturali».

Per drenare
Quando le gambe appaiono gonfie, pesanti e dolenti spesso si tratta di un eccesso di liquidi nei tessuti che l’ organismo non riesce a smaltire come dovrebbe. Per favorire l’ eliminazione delle scorie e dei liquidi stagnanti si può ricorrere con successo all’ impiego di erbe ad azione drenante e diuretica, da utilizzare sotto forma di decotti nei bagni, come impacchi localizzati, o come oli essenziali per i massaggi.
Le erbe adatte a questi disturbi sono: betulla, tarassaco, finocchio, ciliegio, ortica, ippocastano, malva, rosmarino e pilosella.

Per tonificare
Per rassodare e rimodellare i tessuti, assicurarsi una pelle tonica, liscia ed elastica è necessario agire per tempo e combattere su tutti i fronti. Le piante più indicate per un’ azione tonificante sono: Glycine Soja, tè verde, betulla, salvia, Echinacea, Medicago Sativa, Equiseto, Alchemilla Vulgaris, rusco e Triticum Vulgare. I massaggi a base di olio essenziale devono essere eseguiti tutti i giorni; le spugnature a base di decotto, 2/3 volte la settimana.

Per depurare
La pelle grassa e impura, tipica degli adolescenti, ma non solo, è caratterizzata dall’ aspetto lucido, è untuosa al tatto, con pori dilatati e punti neri che possono preparare il terreno all’ acne. La patina untuosa che si forma in superficie consente l’ accumulo di microrganismi (polvere, smog) che provocano arrossamenti e impediscono alla cute di respirare, di rinnovarsi e di svolgere la naturale funzione di barriera. Se durante il periodo invernale il problema può essere «camuffato», d’ estate non resta che correre ai ripari. Il sole giova a questa tipologia cutanea, come l’ impiego di erbe ad azione antisettica e depurativa. Salvia, rosmarino, timo, sambuco, corteccia d’ olmo, bardana, carciofo, betulla, cardo mariano, achillea sono le erbe consigliate, da impiegare per uso esterno, utilizzabili sotto forma di impacchi, maschere e semplici lavaggi.

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Shock anafilattico: conoscerlo per evitarlo.

I casi di reazione anafilattica, manifestazione allergica che mette in pericolo di vita, non sono, in realtà, molto frequenti. Il problema è che a provocarli sono sostanze spesso insospettabili. Ecco come difendersi e come «armarsi» per reagire subito

Trovarsi alle prese con uno shock anafilattico è un bel guaio, visto che si rischia anche di rimetterci la pelle. Per fortuna non capita molto spesso: gli shock più seri riguardano il 2 per cento degli allergici. Non per questo è il caso di abbassare la guardia, se non altro perché il numero di chi soffre di allergie è in continuo aumento.
Contro il rischio di shock anafilattico, la prima regola è la prevenzione. Chi è allergico, in altre parole, deve evitare in tutti i modi di venire in contatto con le sostanze che provocano la reazione allergica, a maggior ragione se l’ allergia è grave. Sembra facile, ma a volte non è così, soprattutto nel caso delle allergie alimentari. Gli alimenti “incriminati” , infatti, possono essere contenuti in cibi insospettabili: significa che leggere bene le etichette dei cibi prima di consumarli è più che indispensabile. Senza contare gli “incroci pericolosi”: essere allergico a una sostanza, infatti, implica spesso esserlo anche ad altre che si ritengono innocue. Venire in contatto con queste ultime significa andare incontro a una reazione anafilattica, anche se di solito non è altrettanto forte come la reazione provocata dal “vero” allergene. Ciò, però, non vuol dire che i pazienti non debbano essere perfettamente al corrente di tutto ciò che può provocare reazione allergica, più o meno intensa».

I «provocatori».
Farmaci
Sono responsabili del 50% dei casi di shock anafilattico; spesso si tratta di antibiotici, ma accade anche con antinfiammatori, anestetici e preanestetici, miorilassanti e così via; lo shock, inoltre, è più probabile se il medicinale viene somministrato per via endovenosa o intramuscolare. La proporzione di casi imputabili a farmaci è impressionante ma, è almeno in parte in relazione all’ enorme numero di persone che fanno uso costante di medicinali.
Alimenti
Sono all’ origine del 30-40% degli shock anafilattici: nei bimbi sono responsabili soprattutto noccioline e proteine di latte o uova, negli adulti si tratta spesso di alimenti di origine vegetale. L’ alta frequenza è in parte dovuta al fatto che gli allergeni alimentari si nascondono anche in cibi insospettabili: ad esempio, le noccioline si trovano sbriciolate o in polvere in biscotti, dolci, creme.
Punture d’ insetti e il lattice
Provocano circa il 10% dei casi gravi. Fra gli insetti, più “pericolose” sono le api, poi calabroni e vespe. Il lattice è causa soprattutto di reazioni anafilattiche intraoperatorie.

I sintomi
Manca il respiro, la cute è pallida, il cuore corre, mani e piedi sono freddi Lo shock anafilattico è una sorta di iper-reazione dell’ organismo di fronte a una sostanza estranea, di intensità molto superiore a quella di una “normale” reazione allergica. Anche i sintomi, che si manifestano da pochi minuti a un’ ora dopo il contatto con l’ allergene, sono quindi esasperati. Difficoltà di respirazione a causa del gonfiore improvviso e massiccio della gola; il respiro è molto frequente ma poco profondo. Drastico calo della pressione sanguigna, dovuto alla riduzione del volume del sangue circolante (i liquidi si riversano fuori dai vasi sanguigni, che diventano più permeabili). Tachicardia. Le estremità sono molto fredde e la cute pallida; frequenti anche prurito e orticaria diffusi. Vomito, diarrea e dolori addominali. Perdita di coscienza o sensazione di stordimento; si possono anche manifestare vertigini, convulsioni e disturbi psico-sensoriali (come ansia, irrequietezza o torpore eccessivo). Nella maggior parte dei casi le reazioni anafilattiche gravi sono precedute da manifestazioni cliniche di minore entità, come l’ orticaria o una lieve crisi asmatica: queste dovrebbero sempre essere riferite al medico, in modo che si possano eseguire gli accertamenti necessari a individuare l’ allergene coinvolto e prendere, quindi, i necessari provvedimenti per evitarlo in futuro.

Adrenalina. Chi la deve tenere a portata di mano.
Come cavarsela in caso di shock anafilattico? Andando con la massima urgenza nel pronto soccorso più vicino. E iniettandosi il prima possibile dell’ adrenalina: questa sostanza, infatti, può risolvere egregiamente una reazione anafilattica grave, rintuzzandone i sintomi uno a uno. Ma allora tutti gli allergici dovrebbero portarla con sé? Se lo sono chiesti gli esperti della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Clinica (Siaic) al congresso nazionale di Firenze, durante un simposio dedicato proprio all’ utilizzo dell’ adrenalina in emergenza. La conclusione è stata che il farmaco per autoiniezione dovrebbe essere prescritto ai pazienti che hanno manifestato reazioni allergiche di rilievo, ad esempio a chi, punto da un’ ape, abbia provato sintomi generali come capogiro o un iniziale senso di soffocamento, anziché un “semplice” eritema localizzato. Una puntura successiva, in questo caso, è a maggior rischio di shock.
In numeri, ciò implica che il 2-5% degli allergici dovrebbe portare con sé l’ adrenalina: la stragrande maggioranza dei pazienti, infatti, soffre di allergie di grado lieve o moderato, ben controllabili, che difficilmente danno luogo a shock anafilattici.
C’ è da dire, però, che non sempre l’ adrenalina funziona: i motivi possono essere vari , il più importante è la gravità dello shock. Se la reazione anafilattica è molto seria, oltre all’ adrenalina servono farmaci per alzare la pressione, plasma expanders, steroidi in larghe dosi. Detto questo, l’ adrenalina è comunque il farmaco decisivo per limitare i danni e allungare la “finestra” per l’ intervento: in altre parole, può consentire di arrivare al pronto soccorso. Dove, comunque, bisogna andare, anche se si ha a disposizione l’ adrenalina per autoiniezione. Non non si può mai sapere, infatti, quale sarà l’ evoluzione della reazione anafilattica, che potrebbe improvvisamente peggiorare di nuovo. Per questo è meglio restare sotto osservazione per 12-24 ore.

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Un attimo di relax #101

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“L’agenzia di modelle mi ha licenziato. Mi hanno detto di avere già troppe modelle bionde con gli occhi azzurri.”

Un essere che si abitua a tutto. Ecco, credo, la migliore definizione dell’uomo.” ~ Pasquale Dostoevskij

Libro della settimana:
Te la Do Io la Dieta

Congiuntiviti, ecco come distinguerle.

In queste settimane ci sono molti bambini con gli occhi arrossati per congiuntivite. Si sovrappongono infatti, i casi dovuti alle infezioni, da virus o da batteri – la cui diffusione è facilitata dalla frequentazione scolastica – e i casi dovuti all’allergia, provocati dai pollini delle piante.
Le congiuntiviti piu’ frequenti sono quelle provocate dai batteri. Meno frequenti, ma ancor più contagiose, sono quelle dovute a virus, mentre già iniziano a presentarsi quelle dovute ai pollini delle piante. Distinguere le tre forme di congiuntivite è importante, perché, anche se in nessun caso i genitori devono usare farmaci (colliri e pomate compresi) di propria iniziativa, secondo il tipo di occhio arrossato il bambino potrà andare a scuola o dovra’ restare a casa. Vediamo allora da vicino , le tre forme di questo comune disturbo e che cosa e’ opportuno fare caso per caso.

Forme batteriche
Le congiuntiviti batteriche si riconoscono da un segno inconfondibile: gli occhi appiccicati al mattino. Soprattutto nel bordo delle palpebre c’ è una secrezione di colore bianco-giallastro che, se densa, impedisce l’ apertura delle palpebre stesse. La zona bianca del bulbo oculare può essere arrossata, mettendo in mostra una parte della rete dei piccoli vasi sanguigni. Abbassando con il pollice la palpebra inferiore, in modo da vederne l’ interno, la si noterà di un rosso intenso. La forma batterica è molto contagiosa e la trasmissione avviene anche attraverso le mani. Tuttavia, in questo caso, basterà iniziare la terapia, con un idoneo collirio contenente antibiotico, e il bambino non sarà più contagioso: potrà, quindi, tornare a scuola.

Forme virali
Sono meno frequenti, ma ancor più contagiose di quelle batteriche. Si riconoscono perché il bambino presenta abbondante lacrimazione, ha l’ occhio arrossato e può avere febbre, ma non avrà mai gli occhi “appiccicati”. Questo è il primo elemento di distinzione; inoltre, questa forma la si riconosce perché si accompagna a mal di gola e spesso a febbre. Il bambino non dovrà tornare a scuola fino a quando non è guarito (in alcuni casi sono necessarie anche 2-3 settimane). In genere viene usata una terapia sintomatica, cioè solo per alleviare il fastidio. Si possono impiegare lacrime artificiali o colliri con derivati del cortisone, ma deve essere il medico a prescriverli.

Forme allergiche
Quasi tutte sono provocate dai pollini delle piante. Perciò, il primo segno utile al riconoscimento lo fornisce la stagione. La conferma si ha osservando gli occhi: le palpebre sono gonfie, la parte bianca dei bulbi oculari è arrossata e coperta da lacrime, la luce provoca fastidio e il bambino dice di aver prurito agli occhi. Quasi sempre c’ è anche il raffreddore del tipo allergico, con un’ abbondante secrezione nasale, liquida e limpida (che ricorda l’ acqua) e il bambino starnutisce in continuazione, spesso anche 20-30 volte di seguito. Per la cura, al solito, si deve attendere il medico. Ma il bambino può frequentare la scuola, perché questa forma non è contagiosa.

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