Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: dicembre 2009

Ah dimenticavo… Buone feste!

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Ma lo sapete che siete stati più di un milione solo quest’anno???

A tutti voi auguro Buone feste!

Ci vediamo l’anno prossimo con tanti nuovi articoli e con qualche bella sorpresa.

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Ma quanto si ingrassa a Natale? (Buone notizie)

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Una buona notizia: con i menu “ricchi” del periodo natalizio si ingrassa, in media, soltanto di mezzo chilo. Ma attenzione: poi è difficile perderlo.

Natale è ormai vicino e stanno per arrivare sulle nostre tavole i tanti piatti che accompagnano questa e le altre festività. Ma i menù di questo periodo quanto incidono sul peso? A questa domanda hanno cercato di rispondere alcuni ricercatori americani, del National Institute of Health, con uno studio che, seppure condotto negli Stati Uniti, offre utili spunti di riflessione anche per noi. In questa ricerca, pubblicata dal New England Journal of Medicine, si sono raccolte informazioni, relative al periodo compreso fra la fine di settembre e i primi di marzo, sulla dieta ed il livello di attività fisica di circa 200 adulti, ugualmente ripartiti fra uomini e donne. Queste persone sono anche state pesate a intervalli di 6-8 settimane, prima, durante e dopo le festività invernali e 165 di loro sono state nuovamente pesate un anno dopo la prima rilevazione.

Che cosa si è visto?
In media, durante le feste, il peso aumentava di 370 grammi e di 180 nel periodo immediatamente precedente le vacanze. Quanto ai “colpevoli” dell’ aumento di peso, i partecipanti allo studio hanno indicato l’ appetito e il poco tempo dedicato all’ esercizio fisico. Nel complesso lo studio ci dà comunque una buona notizia: l’ aumento di peso è stato molto più contenuto di quanto si potesse temere, tanto più che l’ 85% delle persone ha dichiarato di non aver adottato alcun accorgimento per non ingrassare.

Via libera, quindi, a cibi e bevande?
Non prima di aver considerato altri due dati emersi dallo studio. Il primo: rispetto a quanto osservato in autunno, il peso rilevato a marzo, ovvero quando le feste erano oramai soltanto un ricordo, risultava di quasi mezzo chilo superiore e non cambiava in modo significativo fino all’ autunno successivo. Ciò significa che, anche se durante le vacanze di Natale si acquistano etti e non chili, questi, anno dopo anno, possono contribuire sensibilmente all’ eccesso di peso. Inoltre, sebbene fossero poche (meno del 10%) le persone che avevano registrato un aumento di peso importante (pari o superiore a 2.3 kg), la probabilità di incorrere in questa evenienza era maggiore per chi era già in sovrappeso o obeso.

Che cosa dedurre, dunque? Poiché non è facile perdere il peso acquistato, la soluzione migliore è cercare di non ingrassare ;)

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Un attimo di relax #83

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Cosa? Ho qualcosa fra i denti?”

La malattia rende dolce la salute e ne fa un bene.” ~ Eraclito

Libro della settimana:

Valorizzare le intelligenze multiple nel bambino

5 segreti che il tuo medico vuole farti sapere.

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Ecco un piccolo elenco di 5 “segreti” che il tuo medico vuole farti sapere!

Non ti preoccupare dei peli sulle gambe
Non so come dirvelo ma a me a tutti i miei colleghi non importa se non ti sei depilata, se le tue unghie non sono curate o se i capelli non sono in ordine.

E dillo!
Ogni dottore ha qualche paziente che mentre è sul punto di uscire dalla studio si gira e dice “Ah dottore un’ultima cosa: ho dolori mentre urino”. Ecco questo e tenti altri sintomi che vengono detti sulla porta sono dei sintomi importanti che dovresti dire prima perchè aiuterebbero molto la diagnosi. Quando ti visitano cerca di dire più cose possibile.

Sii onesto
Spesso chiedo ai pazienti se fanno esercizio fisico e loro mi rispondono più o meno tutti così:”si ne faccio tantissimo!”. Poi iniziano a raccontare di come portano i loro figli a scuole di tutti i servizi che fanno etc etc. Essere molto impegnati non corrisponde però a fare esercizio fisico. Per esercizio fisico si intende almeno una camminata veloce di mezz’ora al giorno.

Chiedi una secondo parere ma non a tua madre.
Per favore non andare in giro chiedere un secondo o terzo o quarto parere finchè non ti vien data la risposta che vuoi. Chiedete, se proprio volete, un secondo parere ad un collega e poi valutate il da farsi ma attenti che questo può spesso causarvi tanta confusione. Sottolineo la parola collega perchè spesso il secondo parere lo chiedete a vostra madre o ad un’amica…

Non fatevi dare consigli sulla vostra pelle da una commessa.
Ci sono persone che spendono anche 300 euro in profumeria ma che fanno moltissima fatica a pagarne 50 o 100 ad un dermatologo. C’è solo una piccola differenza: la commessa che vi dà tutti quei bei consigli sulla vostra pelle è solo una ragazza a cui preme vendere il più possibile…

Fonte

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Disturbi alimentari e sessualità

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Sesso e cibo: quando si accostano questi due termini, regolarmente il discorso finisce sugli afrodisiaci. C’è però un altro aspetto di questo binomio che è spesso sorprendentemente trascurato: il rapporto tra sessualità e disturbi dell’alimentazione, vale a dire anoressia e bulimia.

L’anoressia è il rifiuto del cibo, a volte tanto estremo da portare a seri problemi di salute, e da mettere in pericolo la stessa vita.

La bulimia è invece il disturbo di chi usa il cibo come una sorta di droga, capace di sedare ansie e paure: finisce così per ingurgitare, compulsivamente, quantitativi enormi di alimenti.

Dietro l’anoressia e la bulimia si legge un conflitto con il proprio corpo e la propria immagine. Un conflitto acuito dal continuo confronto con i modelli irraggiungibili di bellezza femminile, proposti dai media. E così top model, indossatrici, attrici magrissime e perfette diventano per le ragazze e per le giovani donne dei modelli inimitabili, ma quotidianamente incombenti.

Nonostante però si sappia bene come tali patologie abbiano a che fare con l’accettazione della propria femminilità, solo in questi ultimi tempi il mondo scientifico sta indagando su quale sia il loro rapporto con la sessualità.

E’ sorprendente notare come molti autorevoli testi non citino, tra i sintomi dell’anoressia, il rifiuto della sessualità, pur ricordandone altri come l’amenorrea e l’infertilità.

Eppure l’80% delle anoressiche ha una sessualità inesistente.

Il rifiuto totale del sesso è uno dei sintomi più evidenti di questa patologia.

L’anoressica, con il suo forte bisogno di controllare tutto e tutti, non può certo affidarsi al compagno, lasciarsi andare al piacere, a sensazioni che per lei sono come un salto nel buio.

Se adolescente, essa rifiuta la possibilità di incontri, che le sembrano minacciosi, anche se spesso si nasconde dietro un atteggiamento spavaldo e aggressivo.

Da adulta tende a evitare i contatti, oppure sceglie uomini che presentano anch’essi qualche difficoltà sessuale, e che quindi le permettono di continuare a sfuggire il problema.

Anche alcune persone che soffrono di bulimia, d’altronde, a volte hanno una sessualità inesistente, e provano rifiuto, ansia e paura dell’eros.

Questo è particolarmente vero nel caso delle ragazze più giovani. Passata l’adolescenza, tuttavia, molte vivono invece un sesso frenetico, compulsivo, spesso promiscuo: fanno uso e abuso della sessualità, cambiano partner in continuazione, si buttano in una storia dietro l’altra. Non lo fanno per avidità di piacere, al contrario: non riuscendo a vivere serenamente amore ed erotismo, danno via il corpo come un oggetto senza valore.

Anche quando anoressia e bulimia sono disturbi latenti, non esplosi in maniera grave, si nota comunque un vissuto di insoddisfazione sessuale, spesso una mancanza di orgasmo, una sensazione di “essere altrove”.

E’ importante sottolineare questi aspetti, perché un vero recupero da tali patologie implica anche la ripresa di un rapporto più sereno con la sessualità.

Emma Chiaia

Giornalista, counselor e autrice del blog Vita Felice

Un attimo di relax #82

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Hai dimenticato di nuovo le chiavi???”

Non andate mai da un dottore le cui piante nel suo ufficio sono morte.” ~ Erma Fiste Bombeck

Libro della settimana:

La natura della salute

Ci sono ben 232 sostanze tossiche nei corpicini dei neonati!

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Non c’è certo da sorprendersi alla notizia che la maggior parte degli italiani adulti ha il biosfenolo A (BPA) e altre sostanze chimiche pericolose sparse nel proprio organismo. Questo è ciò che succede se vivi in un mondo “chimico” come il nostro.
Ma un nuovo studio dimostra che l’intossicazione inizia nell’utero. Prima ancora di essere nati!
Uno studio di due anni commissionato dal gruppo noprofit Environmental Working Group (EWG) ha analizzato il sangue del cordone ombelicale di 10 bambini americani anti fra il 2007 e il 2008 e ha trovato ben 232 sostanze chimiche tossiche.
Alex Formuzis, componente del gruppo EWG ha dichiarato: “ Fra le nuove sostanze che abbiamo trovato, oltre al BPA, c’erano: una sostanza chimica che serve a ritardare il fuoco (tertrabromobiosfenolo A) che si usa nei pc, prodotti chimici (galaxolide and tonalide) che si usano nelle fragranze dei comuni cosmetici e detergenti, e un membro della famiglia chimica del Teflon (acido perfluorobutanoico) usato in moltissimi prodotti di consumo.”
Come vedete non si sono meravigliati del BPA- una sostanza estrogeno-simile che si trova in moltissimi prodotti ed è correlata alla pubertà precoce, all’obesità infantile, al cancro al seno e a problemi neurologici – perchèsi trova ormai in tutte le persone e che infatti è stata trovata i 9 bambini su 10. Lo studio conclude così: “I prodotti chimici trovati in questi bambini sono alcuni dei prodotti più problematici mai messi in commercio. La loro presenza nel sangue del cordone ombelicale rappresentano un fallimento delle politiche che dovrebbero mirare tutelare la salute umana.”
Fonte

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Informarti su internet non fa di te un medico.

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Dati recenti ci informano che oltre il 60% dei pazienti americani (percentuale che è di sicuro minore in Italia ma cresce giorno dopo giorno) consultano il web prima di rivolgersi ad un dottore.

Questo è certo una cosa buona, e va persino incoraggiata, ma i problemi sorgono quando iniziano a credere che queste informazioni possono prendere il posto di una consiglio dato da un medico in carne ed ossa.

In america questi “pazienti” vengono oggi definiti come “amateur physicians” ovvero “medici amatori” e sono caratterizzati da credere di sapere molto di più di quanto in realtà sanno. C’è però un pericolo nel avere troppe informazioni e nell’essere incapaci di applicarle correttamente. Infatti, ad esempio, avere le informazioni per costruire un’automobile non significa certo che tu sia in grado di costruirla davvero.

Ci sono infatti un paio di cose che non si possono trovare online, non sono gratuite e richiedono 6 anni di laurea e 5 di specializzazione: l’occhio clinico e il giudizio cinico. Il primo permette al medico di farsi un’idea solo guardando il paziente, il secondo invece permette al cervello del medico di processare tutte le informazioni teoriche e pratiche acquisite nel corso degli anni per arrivare a dare una diagnosi o quanto meno un’ipotesi diagnostica. Si parla quindi di anni e anni di teoria e pratica che di certo non sono paragonabili alla mezz’ora che si impiega per una ricerca online.

Infine vorrei ricordare che anche un parere di un medico che “visita” i suoi pazienti online non è certo accurato perchè per fare una buona visita il medico deve usare 4 sensi: il tatto (es. per palpare l’addome o per sentire il fremito vocale tattile), l’udito (es. auscultare i polmoni), la vista (es. vedere una lesione cutanea), l’olfatto (es. sentire il caratteristico odore di un’infezione). Inutile dire che per usare i 4 sensi (il gusto per fortuna non dobbiamo usarlo…) serve una visita dal vivo.
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Un attimo di relax #81

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Ti prego non mangiarmi. Ho famiglia! Ho 13 fidanzate e 3,502 figli. Anzi ripensandoci.. mangiami per favore!”

Quell’agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l’idea di essere malati.” ~ Marcel Proust

Libro della settimana:

Come spiegare a un figlio la separazione dei genitori

La salute in volo.

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Ormai viaggiamo sempre più in aereo, grazie soprattutto all’avvento delle compagnie low cost che ci permetteno di risparmiare tanti soldi. Ma vi siete mai domandati cosa succede se si viene colpiti da un malore mentre si è in volo? Dal mal d’ aereo all’ infarto, dagli acufeni alle crisi ipoglicemiche: in volo può capitare di tutto. Ma chi interviene? Quali cure sono disponibili a bordo e chi decide se atterrare in caso di malori gravi? A queste domande ha risposto un documento della prestigiosa Mayo Clinic, negli Usa, con l’ intento di tranquillizzare i passeggeri: quando si sale su un aereo, riferiscono gli esperti americani, anche la nostra salute è in buone mani. Pur con differenze fra le compagnie aeree, infatti, esistono standard minimi internazionali che garantiscono una corretta gestione di molte “emergenze”, senza necessità di atterraggi fuori programma.

La legge parla chiaro
Almeno uno fra gli assistenti di volo deve essere abilitato alle procedure di pronto soccorso, come valutazione dei parametri vitali, respirazione artificiale, massaggio cardiaco: per questo il capo-cabina (il responsabile degli assistenti di volo) frequenta un apposito corso di 80 ore, gestito dalla Croce Rossa. Si tratta del minimo richiesto dalla legge: la Compagnia di bandiera italiana, ad esempio, obbliga tutti gli assistenti di volo a seguire le lezioni di pronto soccorso ogni due anni e a frequentare annualmente delle sessioni in cui si “rinfrescano” gli argomenti. Lo scopo è essere in grado di riconoscere le diverse patologie e dare un primo aiuto in caso di necessità.

Per la verità, prima di prendere qualsiasi iniziativa gli assistenti di volo fanno la classica domanda da film: «c’ è un medico a bordo?». In caso affermativo, infatti, è il medico a decidere il da farsi. Altrimenti è il capo-cabina a gestire la situazione. Nei casi più seri si può chiedere aiuto via radio a medici a terra, chiamando il Centro di Medicina della compagnia aerea o uno dei Centri Radio-Medici Internazionali (CIRM), a disposizione 24 ore su 24. Così si possono prestare le prime cure e valutare l’ opportunità di un atterraggio. Una decisione che spetta al comandante, su consiglio dei medici a bordo o a terra, e che deve tener presenti anche le opportunità di assistenza una volta scesi dall’ aereo. In altre parole, un atterraggio d’ emergenza in Africa Centrale può non bastare a garantire cure migliori di quelle possibili in aereo. Peraltro, va anche detto che gli “incidenti” a bordo non sono frequenti né drammatici: nella maggior parte dei casi si risolvono facilmente e senza conseguenze.

Certo non bisogna approfittarsi troppo della “sicurezza” degli aerei: si tratta pur sempre di un ambiente particolare, che può creare qualche problema se non si è proprio in forma. E’ bene viaggiare quando si è in buona salute, perché l’ aereo può amplificare i sintomi di molte patologie. E ogni malattia può rendere necessarie speciali precauzioni per il volo, difficili da generalizzare: per questo, se si soffre di una qualsiasi patologia e ci si deve mettere in viaggio è opportuno rivolgersi al proprio medico (o al Servizio di Medicina della compagnia aerea) per avere i consigli giusti.

I “kit” di bordo
Questo è il contenuto delle cassette per pronto soccorso presenti a bordo
First aid. È il kit di primo soccorso; ve ne sono fino a 3-4, a seconda della grandezza dell’ aereo. Contiene: stetoscopio, manicotto per misurare la pressione, siringhe, bisturi, forbici, bende. E farmaci: dagli analgesici ai cortisonici, dai coronarodilatatori agli antiipotensivi, dagli antispastici ai sedativi.
Doctor’ s Kit. È la “cassetta del medico”, da pochi anni obbligatoria sui velivoli che effettuano lunghe tratte internazionali (soprattutto sulle rotte che non consentono atterraggi d’ emergenza per molto tempo). Contiene più farmaci e strumenti anche per piccoli interventi chirurgici.

La classifica dei rischi
Lo spauracchio di molti viaggiatori è l’ infarto: ma scorrendo le statistiche degli “incidenti” a bordo scopriamo che non è questo l’ evento più comune: ecco, in ordine di frequenza, le “emergenze” ricorrenti.
1. Problemi respiratori: la bassa umidità a bordo può irritare le vie aeree e provocare la comparsa o la riacutizzazione di sintomi respiratori.
2. Disturbi addominali: spesso sono provocati dall’ alimentazione scorretta o da cibi consumati in luoghi dall’ igiene precaria prima del volo; inoltre, la pressurizzazione favorisce la dilatazione dei gas intestinali, che possono dare sgraditi sintomi.
3. Eventi traumatici: sono possibili perché ci si sposta in modo poco accorto all’ interno dell’ aereo o, più spesso, perché non si tengono le cinture allacciate.
4. Attacchi di panico e manifestazioni di ansia: probabili soprattutto fra i passeggeri che hanno più paura di volare.
5. Problemi cardiovascolari: di varia natura, si manifestano specialmente in chi ha qualche disturbo già a terra.
6. Reazioni allergiche: sono possibili ad esempio nei confronti dei cibi serviti in aereo.

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