Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: novembre 2009 (Page 1 of 2)

Un attimo di relax #80

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

gatto

“Dovrei essere impressionata? Ma se io ne faccio sei alla volta!”

Un quarto di ciò che mangiamo serve per vivere. Gli altri tre quarti servono a far vivere i medici.” ~ Anonimo

Libro della settimana:

Il sistema delle 9 personalità per scegliere il rimedio floreale più adatto a sè

Dottore non ti capisco!

dottore

Quando i medici parlano lo stesso linguaggio dei loro pazienti, è molto più probabile che questi ultimi non solo seguano accuratamente le istruzioni ricevute, ma escano dall’ ambulatorio più contenti e sollevati dalle proprie preoccupazioni.

Lo confermano due ricercatori inglesi, Nigel Williams e Jane Ogden, del Department of General Practice della Guys Kings and St Thomas’ School of Medicine di Londra, dopo aver portato a termine una ricerca pubblicata sulla rivista Family Practice.

Curioso lo sforzo al quale è stato sottoposto il medico nel cui ambulatorio si è svolto lo studio. Il medico ha infatti dovuto, innanzitutto, selezionare 60 pazienti con problemi particolarmente difficili da affrontare dal punto di vista della comunicazione, perché affetti da disturbi che coinvolgevano l’ apparato sessuale o quello escretorio. Poi, con un primo gruppo casuale di pazienti, ha parlato utilizzando i termini normalmente impiegati dai medici, mentre con il secondo gruppo ha utilizzato le parole del linguaggio corrente, quelle usualmente impiegate dalle persone per descrivere i propri disturbi, e nello specifico utilizzate dai pazienti durante la visita per presentare i propri disturbi. Ad esempio, il termine “organo genitale maschile”, nel secondo gruppo diventava “pisello”, “avere un rapporto sessuale” diventava “fare l’ amore”, le “natiche” il “sedere”. Attraverso queste differenziate modalità di comunicazione si è confermato il fatto che le persone non solo si sentono più a proprio agio quando il medico utilizza termini correnti ma, effettivamente, riescono a seguire meglio le prescrizioni.
Secondo la dottoressa Ogden, che ha condotto lo studio, «riutilizzare le parole dette dall’ altro è uno dei modi attraverso i quali facciamo sentire le persone a loro agio nelle conversazioni di tutti i giorni, e non vi è alcuna ragione plausibile perché una visita medica dovrebbe funzionare in maniera differente».

Incomprensioni
Questa ricerca non è una semplice curiosità, ma getta una luce sulle possibili incomprensioni che si verificano all’ interno degli ambulatori, anche quelli dei medici di famiglia, i quali, fra i loro tanti compiti, hanno quello di aiutare le persone a muoversi nel sempre più complesso universo della medicina contemporanea. Inoltre, i risultati di questo studio entrano a far parte di un settore che negli ultimi anni sta conoscendo un grande sviluppo e che gli anglosassoni chiamano “Health Literacy”, che si potrebbe tradurre in italiano come “alfabetizzazione sanitaria”.
Diversi studi stanno esplorando lo sviluppo delle conoscenze che la gente comune ha nel settore medico-sanitario e come l’ esistenza o meno di tali conoscenze influisca sulla qualità delle cure. E il problema non è di piccola portata: è stato stimato che solo negli Usa ci sono circa 90 milioni di persone la cui salute è a rischio perché non sono in grado di comprendere adeguatamente importanti informazioni di tipo sanitario.

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Soffri di mal di schiena? Muoviti!

mal di schiena

E’ difficile trovare chi non sappia cos’ è il mal di schiena. È infatti un evento normale per l’ uomo, scotto pagato all’ acquisizione troppo recente (pochi millenni) della posizione eretta; con l’ aggiunta che oggi l’ homo non è più erectus, ma “sedutus”.
Di certo, chi è piegato in due dal dolore è convinto che qualcosa si sia rotto per sempre. Per fortuna non è così: di solito in pochi giorni tutto (o quasi) si risistema e si riprendono le proprie attività, almeno fino alla ricaduta successiva.
Il dolore è, infatti, un preciso messaggio da cogliere: il rapporto ideale tra sforzi quotidiani (stare seduti a lungo è uno dei peggiori) e capacità di affrontarli (derivante da una buona condizione fisica) si è sbilanciato.
La ricetta? Movimento regolare. Eppure, anche chi si muove sul lavoro ha mal di schiena. Non ci si deve far ingannare: l’ attività fisica allena, mentre la casalinga, il camionista, il muratore o l’ infermiere, usurano la schiena nella ripetitività dei gesti professionali. Sul lavoro è determinante usare bene il proprio corpo: i principi ergonomici della legge 626 sono fondamentali, ma ci vuole sempre un’ educazione. Anche la miglior sedia o il più valido utensile possono essere usati male.
Tennis proibito, nuoto consigliato? Ginnastica dolce sì, aerobica no? Stretching e non body-building? In realtà, non esiste l’ attività ideale: tutte hanno pregi e difetti; proibire spinge solo a non far più nulla. L’ attività migliore è quella che piace, si sposa con le necessità familiari e professionali, altrimenti dura poco. Il movimento deve essere uno svago: anche questo serve al fisico. Sempre con l’ avvertenza della pratica regolare, dell’ inizio graduale e progressivo, della presenza di una buona guida. Senza farsi intimorire da qualche dolore iniziale: passa in fretta e poi ci sono solo benefici. Il movimento non solo previene il dolore, ma addirittura favorisce la guarigione. È ormai una certezza: mettersi a letto con il mal di schiena a volte dà sollievo, ma non cura. Meglio continuare a muoversi, anche a lavorare: ci si deve riguardare, ma continuare la propria vita, sia pure con qualche difficoltà, fa star meglio e guarire più in fretta. Se questo non succede, si vada dal proprio medico per una buona visita: serve più di tante radiazioni (radiografie, o peggio TAC) spesso inutili. Se necessario, il medico indicherà uno specialista della colonna che, escluse le rarissime situazioni chirurgiche, guiderà ad un recupero corretto del movimento. Perché è proprio il movimento la medicina più efficace contro il mal di schiena.

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Un attimo di relax #79

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

trampoli

“Potrei avere dei trampoli?”

Nulla è più fatale alla salute che averne una cura eccessiva.” ~ Benjamin Franklin

Libro della settimana:

Con i minerali colloidali e gli oligoelementi

Come curare i postumi dell’influenza A.

febbre

Chi ha preso l’ influenza avra’ , probabilmente, superato in pochi giorni i sintomi acuti, ma si sara’ trovato a fare i conti con la convalescenza e avra’ scoperto che non sempre e’ facile tornare perfettamente in forma. Se cosi’ fosse, non perdetevi d’ animo. Prima di tutto, un’ influenza, per banale che sia, e’ sempre una malattia: e’ normale, percio’ , che lasci una sensazione di stanchezza, di malessere e di difficolta’ a riprendere i vecchi ritmi. Le forme influenzali lasciano il segno soprattutto sull’ apparato respiratorio, con tosse, febbre, mal di gola, bronchiti e su quello gastroenterico con disturbi quali nausea, vomito, difficolta’ a digerire o coliti.

Come possiamo superare stanchezza, mancanza di appetito, vuoto alla testa? Ecco alcuni consigli pratici e anche alcuni rimedi naturali.

Quando resta la tosse.
La ripresa puo’ essere piu’ difficile e piu’ lenta se restano problemi a carico dell’ apparato respiratorio, per esempio se la tosse continua a disturbare il sonno notturno. Come rimedio possono risultare utili gli infusi di sorbo, borragine oppure il decotto di fico.
Perdita di peso.
Se la malattia ha fatto perdere qualche chilo non bisogna pretendere di recuperarli nel giro di pochi giorni. Quindi, non sottoponetevi a un’ alimentazione forzata. Molto meglio tenere sotto controllo la dieta che deve essere ricca di cibi facilmente digeribili: avena, grano saraceno, miglio, ortaggi, soia, frutta, pesce, qualche mandorla, carne bianca.
Disappetenza.
Si puo’ facilitare il recupero dell’ appetito? Basta seguire i consigli della tradizione popolare: polvere di fieno greco (1 cucchiaino da caffe’ di semi mescolato a miele o marmellata), gelatina di mele cotogne (tre cucchiai al di’ ), vino di angelica o di salvia (4 cucchiai al giorno).
Se si sente nausea.
Qualche volta pero’ si avverte che e’ lo “stomaco” a essere fuori combattimento (anche se, in realta’ , e’ tutto l’ apparato gastroenterico a risentire della trascorsa influenza): per alleviare la sensazione di nausea si possono utilizzare infusi di aneto o di anice mentre, per riequilibrare le funzioni intestinali, sono utili quelli di ortica o di erica.

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Un attimo di relax #78

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

swine

“Bisogna prevenire l’influenza suina.”

Si credeva che Apollo, dio della medicina, fosse anche quello che mandava le malattie. In origine i due mestieri ne formavano uno solo; è ancora così.” ~ Jonathan Swift

Libro della settimana:

Curare gli stati infiammatori in modo naturale e prevenire malattie cardiovascolari, cancro, diabete, colesterolo alto, artrosi e obesità

5 miti sull’ igiene in cucina.

pollo

Mal di pancia e nausea, spesso attribuiti a presunte influenze addominali, sono invece molto più di frequente sintomi di gastroenteriti provocate da cibi, che noi stessi abbiamo lasciato inquinare da germi trattandoli con troppa disinvoltura.
Vediamo di evitare questi diturbi sfatando 5 miti.

Il pollo va lavato prima della cottura.

No, la cottura in genere uccide i germi che possono trovarsi sulla superficie di polli, bistecche e di altri tagli di carne. Il risciacquo preventivo, anzi, può essere causa di inquinamento. L’ acqua di lavaggio della carne si carica di germi e inquina lavandino, canovacci usati per asciugarla, spugnette utilizzate per il lavandino. Per tenere alla larga i batteri, maneggiare la carne con cura: all’ acquisto metterla in un sacchetto a parte, così che i succhi non contaminino altri alimenti; usare un tagliere solo per le carni; asciugare con panno-carta (da buttare) i succhi sui ripiani o in frigo; lavare con acqua calda e sapone lavandino, piani di lavoro, coltelli, spugnette (queste in lavapiatti, in lavatrice o in acqua e candeggina).

Taglieri di plastica o vetro sono più sani di quelli di legno.

Alcune ricerche lo sostengono, altre dicono che alcuni tipi di legno hanno proprietà antimicrobiche. In mancanza di certezze, un tagliere vale l’ altro, purché sia pulito: lavando entrambe le superfici dopo averlo usato con acqua e candeggina o sapone, sciacquare accuratamente, asciugare con panno-carta. Usate taglieri diversi per la verdura, per la carne, per il formaggio.

I cibi contaminati si riconoscono dalle alterazioni di colore, odore, sapore.

E’ vero che i germi potenzialmente pericolosi per la nostra salute si sviluppano con più probabilità negli alimenti che non sono più freschi. Perciò, è opportuno controllare per prima cosa che i cibi presentino caratteristiche di freschezza. Tuttavia, i germi potenzialmente pericolosi spesso non sono gli stessi responsabili dell’ alterazione degli alimenti. La freschezza, quindi, può ridurre il rischio di intossicazione, ma non può garantire che un alimento sia sano.

Il freddo uccide i batteri.

Il congelamento riduce l’ attività dei batteri, ma ne uccide pochi. Quando il cibo si scongela, i microbi riprendono a moltiplicarsi (il freddo rompe le cellule dell’ alimento e rende più disponibili le sostanze di cui i germi si nutrono). Scongelate in frigo o nel forno a microonde, ma poi cuoceteli subito, perché le microonde possono favorire la proliferazione dei germi.

Non si possono ricongelare gli alimenti scongelati.

Cibo scongelato a temperatura ambiente o nel microonde non può essere ricongelato. Se è stato invece scongelato in frigo, potete ricongelarlo, purché subito. Cibo scongelato e ben cotto può essere ricongelato: entro 2 ore dalla cottura se tenuto a temperatura ambiente, se messo subito in frigo anche dopo un giorno o due.

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Il medico: meglio giovane o maturo?

dottore

Per seguire al meglio i pazienti conta di più essere freschi di laurea e quindi aggiornati, oppure avere alle spalle lunghi anni di professione e la conoscenza di tanti e tanti casi clinici?
La risposta viene da un vasto studio americano. Che riserva qualche sorpresa: una lunga esperienza acquisita sul campo non è garanzia di professionalità.
Sembra un paradosso, specie in campo medico, ma è quanto emerso da uno studio statunitense della Harvard Medical School pubblicato sugli Annali of Internal Medicine. Coordinata da Niteesh Choudhry e basata su 54 indagini condotte negli ultimi 40 anni, la ricerca dimostra quanto l’ età dei medici condizioni la loro preparazione, i comportamenti, le capacità, i successi e gli insuccessi terapeutici su i pazienti.
I dati
Parlano chiaro: dal 73% degli studi è emerso che il rendimento dei medici diminuisce con l’ avanzare dell’ età. Non solo: per più della metà (52%) si parla addirittura di insuccessi a tutto campo, mentre per il rimanente 21% solo in alcuni aspetti della professione medica. Per i ricercatori questi numeri rispecchiano la situazione di disagio professionale che si è venuta a creare negli ultimi decenni nei medici piuttosto avanti con gli anni. Gli stessi che non hanno saputo (o voluto) adeguarsi a tecnologie sempre più sofisticate e neanche alle nuove correnti terapeutiche che si basano sull’ evidenza dei fatti.
«Colpa della vecchia cassetta degli attrezzi – sentenzia Choudhry – e cioè di quel bagaglio culturale e professionale che ogni medico ha diligentemente costruito durante i primi anni di carriera, mentre era ancora fresco di studi. Ma che in seguito non ha più aggiornato». Ma subito dopo l’ autore dello studio smorza il tono e riconosce che: «Anche l’ età del medico, però, ha i suoi vantaggi. Ci vuole tempo per instaurare un rapporto di fiducia con i pazienti e per conoscerli a fondo. L’ aspetto umano del rapporto medico/paziente è legato alla durata dello stesso».

E tu chi sceglieresti?

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Orologio a fuoco… alleniamo la mente!

domanda

Ecco a voi l’indovinello della Domenica:

Si hanno due nastri di carta e un’accendino. Ogni nastro di carta impiega esattamente 1 ora a bruciarsi completamente dall’inizio alla fine. La velocità con la quale esso brucia non è costante in ogni tratto: a volte brucia velocemente all’inizio e lentamente alla fine oppure in maniera del tutto casuale. E’ possibile calcolare quando trascorrono esattamente 45 minuti, senza disporre di null’altro?

La soluzione verrà scritta nei commenti qualche giorno dopo la pubblicazione del post (a meno che non indoviniate prima…e non usate google!

Un attimo di relax #77

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

funny pictures of cats with captions

“Mamma, penso che il gatto si sia rotto di nuovo.”

Ricordati che il miglior medico è la natura: guarisce i due terzi delle malattie e non parla male dei colleghi.” ~ Claudio Galeno di Pergamo

Libro della settimana:

Criteri scientifici di orientamento – Tutto quello che devi sapere per tutelare davvero la tua salute e quella dei tuoi cari

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