Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: settembre 2009 (Page 1 of 3)

Troppo magro?

magra

Anche i magri sono a rischio?

Inziamo dal risultato di uno studio pubblicato su JAMA e condotto da alcuni fra i più rigorosi e qualificati ricercatori americani (appartenenti ai Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta (Cdc) e al National Cancer Institute). In questo studio, dopo aver esaminato i decessi avvenuti nel 2000 su un campione di circa 55 mila individui, dai 25 anni in su, si è osservato che l’ aumento del rischio di morte prematura riguardava, oltre agli obesi, anche le persone sottopeso. E questo aumentato rischio rimaneva anche dopo aver apportato le opportune correzioni per escludere fattori, come il fumo o la recente perdita di peso che avrebbero potuto influire sui risultati. Poiché sentiamo sempre parlare di obesità e quasi mai di magrezza, questo dato può sembrare inaspettato.

In realtà, basta pensare a che cosa significa “normopeso” per rendersi conto che non è così. Infatti, il criterio usato negli adulti per stabilire se una persona ha un peso nella norma è l’ Indice di Massa Corporea e l’ intervallo di normalità (IMC compreso fra 18,5 e 24,9) è stato stabilito proprio sulla base di quello che è considerato, in termini medici, un indice di massa corporea compatibile con la minore probabilità di rischi per la salute. Quindi, così come valori superiori devono richiamare l’ attenzione, lo stesso vale per valori al di sotto di quelli “desiderabili” (ovvero, quando l’ IMC è inferiore a 18,5 e quanto più ci si discosta da questo valore).

Ma perché si è troppo magri? Ed è facile o difficile prendere peso?

Le cause

Bisogna fare una distinzione fra chi, nonostante una alimentazione varia e caloricamente sufficiente, è sempre stato magro e chi, invece, lo è diventato. E i motivi, in quest’ ultimo caso, possono essere tanti: la presenza di malattie che logorano l’ organismo; uno squilibrio ormonale (come l’ ipertiroidismo); uno squilibrio fra entrate ed uscite energetiche (come potrebbe accadere incrementando l’ attività fisica senza aumentare di pari passo le calorie introdotte); un’ alimentazione troppo scarsa per cause psicologiche che portano a rifiutare il cibo (come la depressione), per motivi sociali come l’ isolamento o per scarse disponibilità economiche, per perdita di appetito (magari come conseguenza all’ assunzione di alcuni farmaci). Anche lo stress , che porta alcune persone a mangiare di più e quindi ad ingrassare, può spingerne altre a mangiare di meno e, di conseguenza, a perdere peso.

I rischi

L’ eccessiva magrezza può comportare una serie di rischi. Infatti, quando le riserve di grasso sono eccessivamente ridotte e non si introduce sufficiente energia con il cibo, il corpo, per far fronte alle richieste energetiche è obbligato ad intaccare muscoli e organi interni. Pertanto, molte funzioni metaboliche ed endocrine vengono compromesse: diminuisce la resistenza alle malattie infettive, si indeboliscono le ossa (la magrezza è uno dei fattori di rischio per l’ osteoporosi), si può alterare la regolarità del ciclo mestruale, diminuisce la forza muscolare, si hanno problemi nella regolazione della temperatura corporea e ritardo nella guarigione delle ferite. Anche le facoltà mentali, come la memoria, l’ umore e la capacità di relazioni interpersonali possono risultare compromesse.

Che cosa fare per guadagnare qualche chilo?

Una volta appurato che si gode di buona salute e che c’ è solo bisogno di mangiare di più, ecco alcuni consigli che possono essere d’ aiuto.

I tempi
Ingrassare può essere più difficile che dimagrire. Anche in questo caso il risultato va raggiunto con una dieta bilanciata abbinata ad un esercizio fisico regolare che, se opportunamente scelto, aiuta ad aumentare anche la massa muscolare (sono utili esercizi semplici di tonificazione con pesi leggeri, oppure a carico naturale, per esempio con piegamenti sulle braccia e addominali) .
Gli introiti
Naturalmente, per ingrassare bisogna introdurre più calorie di quelle che spese. Cinquecento calorie in più al giorno, rispetto a quelle necessarie per mantenere il peso attuale, possono rappresentare un obiettivo ragionevole che potrebbe portare ad un aumento – teorico, essendo molti i fattori individuali in gioco – di quasi mezzo chilo alla settimana. Le calorie vanno però aumentate gradualmente , per dare tempo all’ organismo di abituarsi, e tenendo conto di gusti, esigenze e caratteristiche individuali: così, per esempio, chi non ha un grande appetito, punterà su scelte più caloriche (in questo le etichette sono di grande aiuto), piuttosto che sull’ aumento del numero delle portate o del volume delle porzioni. Non bisogna invece esagerare con alimenti ricchi di grassi (soprattutto se saturi, come burro, panna, margarina) e zuccheri. Perché, se è vero che questi rappresentano un modo semplice per aumentare le calorie, è anche vero che, per non correre rischi, l’ aumento di peso va raggiunto attraverso una alimentazione sana e bilanciata.

I consigli per ingrassare.

  • Fare tre pasti regolari, senza esagerare con la quantità, più qualche spuntino sostanzioso collocato lontano dai pasti.
  • Fare in modo che tutti i gruppi di alimenti siano presentati nella giornata.
  • Privilegiare carni magre e formaggi a ridotto contenuto di grassi. Con moderazione si possono invece aggiungere grassi “buoni” come quelli dell’ olio extravergine d’ oliva o dei pesci grassi (come salmone, sgombro).
  • Incrementare il valore nutritivo dei piatti per esempio utilizzando, dove è possibile, il latte al posto dell’ acqua (come nel caso di minestre tipo riso e latte o di alcune creme), scegliendo ricette più caloriche (es. la pasta al pesto anziché al pomodoro), aggiungendo, nell’ insalata, qualche noce, scagliette di grana, olive, qualche pezzetto di avocado.
  • Provare ricette nuove e appetitose, senza comunque perdere di vista la loro digeribilità, perché se si ricorre a cibi “pesanti” si potrebbe poi non avere appetito al momento degli spuntini o del pasto successivo.
  • Non bere troppo durante i pasti e invece bere spesso acqua durante la giornata ed anche uno-due bicchieri di spremuta o succo di frutta. Se non ci sono controindicazioni, si può prevedere un moderato consumo di bevande alcoliche (comunque senza superare i 2-3 bicchieri di vino al giorno per l’ uomo e 1-2 per la donna).

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Appello a tutti i negozianti e a tutte le cassiere!

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Si mi rivolgo a te negoziante o cassiera/e: per favore aiutaci a diminuire l’uso dei sacchetti di plastica!
Come? Fate finta di essere tirchi…
Riempite le buste il più posssibile, guardate male il cliente che vi chiede un sacchetto in più e fate un sorriso a chi vi dice che non lo vuole.
Sembra una cosa semplice ma a me capita il contrario praticamente tutti i giorni…

Informo poi tutti i miei lettori che il 31 dicembre 2009 sarebbe dovuto scattare il divieto di utilizzare sacchetti di polietilene in negozi e supermercati, sostituiti per legge da buste esclusivamente biodegradabili. La norma che recepisce la direttiva europea EN13432 era già stata approvata in parlamento nel 2007, invece nel giugno scorso è stato deciso di ritardarne nuovamente l’attuazione facendola slittare al 2011.
Quindi dato che tu, lettore di Psiche e Soma, sei avanti fai finta che siamo già nel 2011 (ah dimenticavo, Auguri di Buon Anno!) e inizia ad usare meno busta di plastica.

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Pena capitale… alleniamo la mente!

domanda

Ecco a voi l’indovinello della Domenica:
Se si viene condannati a morte e ci vengono offerte le seguenti pene capitali, quale si dovrebbe scegliere?

1) Essere impiccati
2) Essere buttati in una gabbia di leoni che sono a digiuno da un anno
3) Essere bruciati vivi

La soluzione verrà scritta nei commenti qualche giorno dopo la pubblicazione del post (a meno che non indoviniate prima…e non usate google!

Un attimo di relax #71

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Puoi scelgiere se riempirlo o metterti dentro!”

Ogni parte di te ha il suo valore, se solo l’accetti” ~ Aforisma Zen

Libro della settimana:

A tavola con Diana

Bambini e verdure. Storia di un rapporto difficile.

verdure

Ecco qualche semplice consiglio per migliorare il rapporto fra i bambini e le verdure.

Informazione prima di tutto.

Per prima cosa insegnate ai vostri bambini le diverse qualità di verdure esistenti. Provate il seguente esperimento. Mettete nel piatto alcuni cibi graditi dai bambini come pizza, pepite di pollo, patatine fritte, etc. e aggiungete nello stesso piatto alcune verdure come spinaci, crescione, sedano, barbatiola etc. Fate una prova, chiedete a vostro figlio i nomi di tutti gli alimenti presenti nel piatto. Sono pronto a scommettere che ignora i nomi di circa il 30% delle verdure sulla tavola. Un’informazione da parte dei genitori sul consumo delle verdure e su di un’alimentazione sana spesso rappresenta una falla nel percorso educativo. Per questo per prima cosa raccomando di creare dei momenti in cui il bambino familiarizzi con le differenti verdure, in cui si parla “dei doni della natura” di cui disponiamo nelle diverse stagioni, facciamo inoltre provare loro i sapori, i colori, narriamo delle tradizioni e dei benefici che ne possiamo ricavare dal loro consumo. Creiamo delle esperienze in cui i bambini possano godere della verdura fresca e saporita, in modo tale da contrastare l’idea che tutto ciò che è verde è disgustoso.

Smettete di ricompensare i vostri figli.

La maggior parte dei genitori provano a convincere i propri bambini con la promessa di una ricompensa a fine pasto. Questo modo di comportarsi instillerà l’idea che per mangiare le verdure bisogna essere forzati e soprattutto che ci si deve meritare un regalo e così senza alcun dono i bambini si rifiuteranno di mangiare. Credetemi i bambini saranno convinti di questo. (Io la pensavo esattamente così quando ero piccolino). Se di solito fate così, smettetela subito, questa è una strategia di basso profilo, serve a tamponare una situazione di emergenza, ma alla lunga distanza non porterà a nulla. Se desiderate che i vostri bambini abbiano un’alimentazione sana ed equilibrata e volete che questa sia un’abitudine per il resto della loro vita allora è necessario che spiegare loro che un’alimentazione prevalentemente vegetariana è un’ottima cosa. Se non vorranno capire all’inizio non mollate, ogni volta che si presenterà l’occasione spiegate che mangiare le verdure non è soltanto salutare, ma è anche da furbi.

Non punite i vostri figli

Analogamente ci sono altri genitori che ricorrono a misure estreme per far terminare le verdure nel piatto. Queste esperienze determineranno nei bambini un’avversione per le pietanze a base di verdura. Non giungete a questi comportamenti, mettete via l’imbuto. Piuttosto siate pazienti e tentate di spiegare che il consumo di frutta e verdura fa bene alla salute.

Cucinate il cibo per i vostri bambini.

La maggioranza dei gentori acquista il cibo per i loro bambini o lo prepara nel microonde. Spesso vengono impiegate passati di verdure precotte. In questo genere di alimenti non è possibile controllare la provenienza dei cibi, la qualità degli ingredienti e anche la quantità di sale, zucchero, olio, etc. Non è necessario sottoporre i ragazzi ad una dieta ferrea ma semplicemente tenere sotto controllo i nemici della salute soprattutto in un momento storico come il nostro in cui si registra un costante aumento dell’obesità infantile. E’ importante aggiungere che quasi tutti i cibi che si preparano rapidamente costituiscono “il cibo spazzatura”. Fate assaggiare ai vostri figli un vero passato di carote fatto con carote vere piuttosto che quello preparato in pochi minuti. Se non avete i tempo proprio come me, mettete la sveglia un’ora prima così da poter cucinare e se siete sposati chiedete un legittimo aiuto al proprio compagno.

Nascondete le verdure nel piatto.

Se nonostante i molteplici tentativi i vostri bambini non hanno ceduto alle lusinghe vegetariane, bisogna passare a strategie più raffinate. Provate a nascondere le verdure nei piatti che preparate per lui. Ad esempio nel condimento della pasta, altrimenti non resta che metterne un po’ sulla pizza. Non dimenticate di far provare ai vostri bambini alcune verdure da sgranocchiare come ad esempio finocchi e carote, inventatevi altri modi freschi per far mangiare le verdure ai più piccoli, certo siete passibile di aver detto qualche bugia, ma lo avete fatto solo per il bene dei vostri cari.

Siate un modello per i vostri figli.

Infine la cosa più importante, diventate un modello per i vostri bambini. Evitate di avere abitudini alimentari errate poiché i bambini si sentiranno autorizzati immediatamente ad emularvi. Inoltre è necessario tener presente che se noi assumiamo abitudini alimentari sane diventa più semplice chiederlo ai nostri bimbi.
Non dimenticate che i bambini sono molto furbi. Pertanto dovete armarvi di grande pazienza, siate pronti a perdere qualche battaglia poiché l’obiettivo è la vittoria della guerra. Usate tutta la vostra immaginazione e porrete le basi per la crescita di uomini consapevoli.

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Gambe: scopri se soffri di insufficienza venosa.

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Rispondi a queste semplici domande:

  1. Alla sera senti spesso le gambe pesanti e la caviglie ti appaiono gonfie?
  2. Fai una vita sedentaria?
  3. Fai una dieta povera di cereali, frutta e verdura?
  4. Ti capita di avere strani formicolii bruciori o prurito alle gambe?
  5. Hai qualche chilo di troppo?
  6. Provi spesso una certa irrequietezza alle gambe che ti rende difficile stare fermo?
  7. Soffri spesso di crampi notturni?
  8. Hai avuto una o più gravidanze?
  9. Prendi la pillola contraccettiva da molti anni?
  10. Hai capillari dilatati su cosce e gambe?

Se hai risposto si ad almeno DUE di queste domande parlane con il tuo medico. Può darti consigli per prevenire i disturbi venosi.

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Nella mente di un complottista.

undici settembre

Chi crede al complotto è per sua natura sospettoso”, lo rivela uno studio.

Subito dopo gli attacchi terroristici che distrussero il World trade Center e una parte del Pentagono, sono apparse teorie di presunte azioni cospirative riguardanti movimenti segreti e ostili contro il governo americano. Uno studio di psicologia conoscitiva applicata descrive il profilo psicologico di coloro che credono nella cospirazione dell’11 settembre.

Un gruppo di psicologi guidata dal prof. Viren Swami dell’Università di Westminster a Londra ha rilevato diversi tratti in comune tra coloro che sostengono la veridicità della cospirazione alle Torri Gemelle tra i cittadini Britannici. Queste caratteristiche consistono nell’aver sottoscritto altre teorie cospirative a prescindere dall’11 Settembre, nell’aver una grossa sicurezza nel descrivere come sono andati i fatti quel giorno a New York, nell’assumere una costante approccio cinico sulla politica, nell’ insofferenza verso l’autorità, nell’avere un comportamento generalizzato di sospetto verso gli altri e mostrando un piglio inquisitore e una forte immaginazione.
“Spesso, quel che viene usata come prova non è sufficiente a dimostrare il complotto, ma serve a nutrire il sospetto e ad alimentare l’ideologia stessa” afferma Swami.
Le sue conclusioni fanno eco alla teoria del sociologo Ted Goertzel del 1994. Dopo aver condotto una serie di interviste telefoniche a 347 residenti del New Jersey, Goertzel asserì che il credere agli indizi di un complotto costituiva la base per un’altra teoria, escludendo così il bisogno di prove.
Il credere alla cospirazione dell’11 settembre alimenta l’idea che il Governo tenga nascosto le prove dei contatti con gli extraterrestri oppure che John F. Kennedy non sia stato ucciso da un solo uomo.
Goertzel afferma che il nuovo studio fornisce un intrigante ma parziale sguardo sulle ragioni del pensiero della cospirazione. Tali convinzioni dipendono da quello che il professore americano definisce “scetticismo selettivo” . I sostenitori della cospirazione sono fortemente dubbiosi riguardo alle informazioni dispensate dal governo o da molte altre fonti, ma non oppongono alcuna critica a tutte le informazioni coincidenti con il loro punto di vista.
Swami ha riscontrato che i sostenitori del complotto dell’11/9 hanno discusso soprattutto con individui che la pensavano come loro dando luogo alla tesi che “i teorizzatori del complotto costituiscono una comunità di credenti”.
Anche lo storico Robert Goldberg della Utah University a Salt Lake City ha studiato le varie teorie dei complotti degli Stati Uniti.
I pensatori del complotto partono da una convinzione ottimistica che è “possibile trovare la verità e diffonderla alle masse e favorire, in questo modo, un grosso cambiamento sociale, secondo Goldberg.
In questi ultimi 50 anni, i ricercatori e gli osservatori di dinamiche sociali hanno tracciato il collegamento tra la fede nella teoria del complotto e i tentativi di aumentare l’autostima, il senso d’impotenza e la scarsa fiducia nelle politiche governative. Una tipologia di credenza come ad esempio la convinzione che il governo degli Stati Uniti ha inventato il virus HIV/AIDS per attuare un genocidio, o un’altra che parla di strani esperimenti effettuati su individui di colore a cui sarebbero state negate le cure.

La ricerca di Swami
Swami e i suoi colleghi hanno somministrato dei questionari a 257 cittadini Britannici adulti, inclusa una versione breve di un test di personalità standard. I partecipanti avevano diverse provenienze sociali, etniche e religiose rappresentative della popolazione Britannica.
Lo studio, non ancora pubblicato, mostra che i sostenitori della tesi del complotto possiedono una maggiore propensione a saltare a conclusioni sulla base di prove limitate rispetto a quelli che non condividono l’ipotesi cospirativa.
“ Sembra probabilmente che il credere al complotto abbia una funzione psicologica simile alla credenza superstiziosa, paranormale e anche alla fede religiosa. Questo costituisce un aiuto per alcuni individui nel raggiungimento di un maggiore controllo sull’imprevedibilità del mondo.”

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Numero autoreferenziale… alleniamo la mente!

domanda

Ecco a voi l’indovinello della Domenica:
Qual è l’unico numero composto da dieci cifre, la prima delle quali dice da quanti 0 è composto, la seconda da quanti 1, la terza da quanti 2, e così via, fino alla decima che dice da quanti 9 è composto?

La soluzione verrà scritta nei commenti qualche giorno dopo la pubblicazione del post (a meno che non indoviniate prima…e non usate google!

Un attimo di relax #70

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Non mi troverano mai!”

Che colore ha il vento?” ~ Koan Zen

Libro della settimana:

Ogni erba che guarda in sù possiede una segreta virtù

Una comunicazione efficace diminuisce l’abuso di antibiotici.

antibiotici

L’impiego inappropriato di antibiotici nel mondo sta facendo aumentare la spesa medica e di conseguenza il debito, questo si collega ad incertezze diagnostiche e ad eccessive aspettative da parte dei pazienti. Una delle ragioni più comuni di assunzione di antibiotico nelle nazioni industrializzate è legato alle infezioni all’apparato respiratorio e sfortunatamente tali infezioni molto spesso non rispondono agli antibiotici. L’uso inappropriato di tali farmaci accresce i costi delle cure mediche, accresce il rischio degli effetti indesiderati e l’interazione con altri farmaci, e – soprattutto – aumenta il rischio per lo sviluppo di una antibiotico-resistenza.

Negli ultimi anni, molte agenzie della sanità e organizzazioni hanno promosso delle campagne d’informazione per ridurre il consumo di antibiotici inutili. Questi programmi includevano un addestramento nella prescrizione di questi farmaci e prove diagnostiche supplementari sui pazienti. Tuttavia si è potuto riscontrare una riduzione in pochi casi. Un nuovo studio apparso sul British Medical Journal ha valutato un altro metodo per la promozione di un consumo giudizioso dell’antibiotico, lo studio afferma che il metodo più efficace consiste in test diagnostici rigorosi e nell’intensificare la comunicazione medico paziente.

Lo studio della rivista ha valutato i casi di 413 pazienti con infezioni dell’apparato respiratorio ritenuti casi sospetti da 40 medici di base dell’Olanda. I dottori hanno usato il test della proteina C reattiva e hanno informato bene il paziente, si sono avvalsi di entrambe le tecniche o in alcuni casi hanno usato o una o l’altra. Questo approccio diagnostico centrato sul paziente è simile ad altri studi intrapresi e si è osservato che gli antibiotici venivano prescritti in maniera significativamente inferiore nel gruppo in cui veniva effettuato il test della proteina C reattiva rispetto al gruppo in cui questo test non veniva praticato ( 31% contro 53% ). Analogamente gli antibiotici venivano prescritti in maniera significativamente inferiore nel gruppo in cui vi era un’informazione più avanzata (27 %) rispetto al gruppo informato in maniera tradizionale ( 54%). Quelli che hanno impiegato in combinazione il test della proteina C reattiva e un’informazione più avanzata hanno prescritto gli antibiotici in numero sensibilmente inferiori. Queste differenti situazioni non hanno arrecato alcun disagio ai pazienti e nessuno ha lamentato carenze nei sistemi di cura.

Un impiego rigoroso e corretto degli antibiotici è assolutamente vitale per una riduzione del pericolo globale della resistenza agli antibiotici. Le richieste dei pazienti associata alla mancanza di informazioni e di educazione per una corretta prescrizione contribuiscono ad un abuso e ad un utilizzo improprio degli antibiotici. Questo studio è soltanto uno di una lunga serie di lavori in cui si promuove un approccio incentrato sul paziente, il quale include l’educazione e la comunicazione come fattori importanti nella riduzione del consumo inappropriato di antibiotici.

Sebbene la maggior parte degli operatori sanitari riconosce l’importanza di un utilizzo corretto degli antibiotici, tuttavia non sembra che ritengano questo un problema che li riguardi, infatti non hanno modificato le loro abitudini nella pratica delle prescrizioni nonostante la crescente resistenza agli antibiotici. Mentre gli autori dei questo studio stanno svolgendo una sensibilizzazione di un uso consapevole dei farmaci e soprattutto emerge il bisogno di mantenere un’attenzione costante in una sempre maggiore comunicazione medico paziente.

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