Psiche e Soma

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Tag: valutazione inconscia

Come valutiamo le persone? Parte 2.

Ecco la seconda parte del post su come valutiamo le persone. La prima parte la trovate QUA.

L’importanza del naso
Risultano poi più simpatici gli ottimisti e le persone felici rispetto ai pessimisti infelici. Mentre l’attrazione sessuale si basa, secondo Claus Wedekind, biologo dell’Università di Edimburgo, su analogie e differenze di alcuni messaggi odorosi legati al sistema immunitario che percepiamo inconsciamente. Poi c’è la stretta di mano, gesto che, secondo gli psicologi dell’Università dell’Alabama, consente di giudicare il carattere in base al calore, alla forza, alla durata della stretta e al contatto dello sguardo. Le donne che stringono in modo risoluto passano per aperte, intellettuali e socievoli. Gli uomini, al contrario, sono giudicati aperti quando la loro stretta è ferma senza essere una morsa.

Specchi nel cervello
Con cosa valutiamo chi ci sta di fronte? Coi “neuroni specchio”, scoperti da Vittorio Gallese e Giacomo Rizzolatti dell’Università di Parma, che ci aiutano a interpretare il comportamento altrui. Entrano in funzione quando si compiono certe azioni, per esempio nel cervello delle scimmie si accendono quando l’animale rompe il guscio di una nocciolina. Ma anche quando vede altri farlo e persino quando ne sente il rumore. Rappresentano il significato delle azioni: non importa se l’animale le ha eseguite o solo viste, o udite. Il concetto di “rompere una nocciolina” è registrato in quel neurone. Questo potrebbe spiegare come facciamo a decodificare gli atteggiamenti degli altri. I neuroni specchio ci consentono di proiettarci negli altri, di leggere i loro pensieri, di prevederne le azioni. Perché per farsi un giudizio sulle intenzioni altrui è necessaria una simulazione nel proprio cervello, che senza neuroni specchio sarebbe impossibile.

Attendibile con giudizio
L’intuizione sociale è quindi attendibile, ma non al 100%: innamoramento, depressione, ormoni, alterano la capacità di giudizio. E così gli stereotipi: la bionda è oca, il funzionario noioso, l’artista bizzarro… Una volta formulato, lo stereotipo è un marchio indelebile. Col rischio della reciprocità: si è antipatici a chi ci è antipatico.

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Come valutiamo le persone? Parte 1.

Bastano 200 millisecondi, quanto uno sbattere di ciglia, per farsi un’idea dello sconosciuto appena incontrato.
«In quel quinto di secondo viene valutato ogni particolare» dice John Bargh, psicologo della New York University. Non c’è da stupirsi: quando il nostro antenato ominide andava a spasso per la savana, doveva capire al volo se chi gli veniva incontro era amico o nemico. Chi azzeccava la valutazione aveva maggiori probabilità di sopravvivere e lasciare discendenti, e questo spiega perché ancora oggi siamo in grado di intuire nel nostro interlocutore rabbia, tristezza, paura o piacere anche se lui tenta di nasconderli. Si chiama intuizione sociale, è una capacità che attraversa tutte le culture ed è uno strumento notevolmente specializzato: ci consente di capire quasi tutto in 10 secondi.

Intuito attendibile
Che si tratti di un colloquio di lavoro, di una festa, di un appuntamento galante o del professore al primo ingresso in classe, basta uno sguardo. E gli studi hanno dimostrato che è attendibile. Nalini Ambady e Robert Rosenthal, ricercatori di Harvard, hanno dimostrato che 3 spezzoni video, di 10 secondi l’uno, registrati rispettivamente all’inizio, a metà e alla fine della prima ora di lezione di 13 insegnanti, bastavano agli allievi per valutarne sicurezza, attivismo e passione per la materia. Impressioni confermate dalle valutazioni ripetute alla fine del semestre. In base a che cosa si decide? Età, sesso, fascino sono i primi criteri. L’abito fa il monaco, e ci facciamo un’idea di chi abbiamo di fronte anche da abbigliamento e pettinatura. E da mimica, andatura, odore e voce. Per una prima impressione sulla personalità può bastare una foto. E questo vale anche per gli stranieri: da un ritratto i cinesi sono in grado di capire se un americano è estroverso e piacevole, e lo stesso possono fare gli americani con la foto di un cinese. Abito fuori luogo, pettinatura “sbagliata”, tono di voce inadeguato possono dare un’impressione negativa. Lo sa bene il venditore di professione, che indossa abiti curati, porta i capelli in ordine e tiene la voce bassa. In tal modo riesce a guidare l’intuito altrui (che comunque cade a volte in errori clamorosi, come con le “intuizioni matematiche”).

Marcia eloquente
L’orientamento sessuale viene desunto dai gesti: ad Harvard hanno proiettato registrazioni di una persona senza volto: bastava un secondo per catalogare l’attore come etero o omosessuale. Con 90 secondi di camminata si desume la leadership, e questo permette di scegliere il passante al quale chiedere un’informazione o la carità. La voce, anche se recita l’alfabeto, dà indicazioni sulla sicurezza di sé. E sull’intelligenza: è impossibile dedurre l’intelligenza da un filmato muto. Attribuiamo forte energia mentale a chi parla in modo scorrevole e pulito, ma sono importanti pure i contenuti: attenti a come si parla degli altri; accusare qualcuno di un difetto rischia di far attribuire quello stesso difetto all’accusatore.

Fra due giorni la seconda parte! Se ti va, nella parte destra del blog puoi cliccare sull’elefantino per iscriverti ai feed o puoi inserire la tua email per ricevere gli articoli nella tua posta elettronica!

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