Creativi si nasce o si diventa? In che modo funziona la nostra mente quando pensiamo in modo originale?
Durante una lezione di fisica l’insegnante chiede ai suoi allievi: “Come si fa a misurare l’altezza di un grattacielo servendosi di un barometro?”. “Lo si regala al portinaio dell’edificio, per farsi dire in cambio la risposta giusta”, replica uno studente, poco preparato sulle leggi fisiche ma evidentemente piuttosto brillante. L’aneddoto è riportato dagli psicologi americani come esempio classico di pensiero creativo. Creatività infatti è la capacità di esprimere un pensiero originale, cioè diverso dalla media. Creativo dunque non è soltanto l’artista, lo scrittore, il musicista, l’inventore: creare è di fatto un’attività che riguarda tutti, perché è l’essenza stessa del vivere, cioè produrre cose nuove e diverse ogni giorno.
Un lampo di energia
Ma che cos’è la creatività? Secondo gli studi di neurofisiologia dipingere un quadro o trovare una soluzione innovativa a un problema aziendale sono frutto dello stesso tipo di attività mentale, che il medico inglese Edward de Bono ha chiamato “lateral thinking”, ossia pensiero laterale o divergente. E’ cioè quel pensiero che non segue le strette regole della logica, ma è istintivo, capace di stabilire libere associazioni tra le cose (proprio come quella tra il barometro e il portinaio). La creatività non ha necessariamente un rapporto diretto con la quantità di intelligenza dell’individuo. Si può semmai immaginare come un guizzo di energia in più, che in ciascuno di noi può essere più o meno presente.
Allenare il cervello
Quello che tuttavia sembra ormai certo è che, tranne rari casi, creativi si nasce ma si può anche diventare. Per precise ragioni fisiologiche: il sistema encefalico (in particolare la neo-corteccia) è in rapporto diretto con l’ambiente esterno. Per rispondere agli stimoli dell’ambiente, e adattarsi a essi, la neo-corteccia è in grado di attivare nuovi circuiti cerebrali. In parole povere, l’esperienza è in grado di modificare il cervello. Anche il pensiero laterale o si può dunque alimentare e sarà maggiormente creativo chi viaggia, chi conosce persone nuove, chi cambia spesso attività.
Gli esercizi poi sono fondamentali perché servono a tenere in allenamento il cervello nel suo complesso.
L’esercizio migliore
Creare storpionimi! Cosa sono? Lo chiediamo direttamente ad uno dei massimi esperti italiani nonché creatore della parola “storpionimo”, ovvero Sba.
D. Cosa sono gli storpionimi?
R. “Storpionimo” è un termine che non esiste nella lingua italiana, l’ho coniato per sintetizzare l’essenza dell’azione: storpiare i nomi. E’ infatti con questo scopo che è nata la “corrente”, storpiare i nomi propri delle persone, o, ad esempio su friendfeed, i nicknames degli iscritti. Lo storpionimo è un misto fra calembour e boutade, dove con l’aggiunta o il cambio d’accento, di sillaba, di vocale o consonante si stravolge il senso originario di un nome o di una frase nota, con lo scopo principale di suscitare risate.
Questo “difetto” mentale ce l’ho fin da bambino, e FriendFeed (questa è la pagina di sba) mi ha consentito di darvi sfogo nel migliore dei modi. Ho così creato una “room” dove poter tenere raccolti i miei storpionimi, poi col tempo si sono iscritte decine di persone, e ad oggi siamo quasi in mille a partecipare a questo gioco. Alcuni “produttori di storpionimi” sono delle vere e proprie macchine da guerra, nel senso che se io, nel mio piccolo, pensavo di avere un difetto mentale, queste persone ce l’hanno ben più preoccupante del mio, direi quasi che si tratta di una patologia bella e buona (ma tu che sei medico ne sai ben più di me).
D. Ci sono regole da seguire per crearne uno?
R. La regola è semplice: mantenere il senso compiuto del risultato della storpiatura. Se ad esempio volessi (banalmente) provarci col tuo cognome, non basterebbe che scrivessi “Daniele Aprale”. Come vedi non fa ridere, e non ha senso, o almeno non risulta essere uno storpionimo. Se dicessi “Daniele, àprile” con un solo accento cambierei le carte in tavola mantenendo comunque un senso compiuto. Ci sono situazioni in cui si vanno anche a toccare le lingue straniere, come l’inglese: prendi ad esempio la canzone “All you need is love” dei Beatles, con un piccolo cambio quasi impercettibile riesce a far scattare il sorriso: “All you need is Vov”. Nel corso del tempo abbiamo toccato quasi tutti i campi dello scibile umano, facendo danni irreparabili. (Scusate ma qua intervengo io citando il tuo mitico storpionimo “Je Train”. “Moi non, bus”)
D. Mi fai qualche esempio? (uno l’ho fatto io mettendo come immagine di questo post un bellissimo fotostorpionimo)
R. Sul sito www.storpionimi.it c’è già una discreta raccolta delle migliori perle, ti posso citare ad esempio:
– Il Barista preparò i drinks in un Bitter d’occhio
– Prudenza dello scassinatore: andare con i piedi di porco.
– Canna bianca (storia di un cane guida non vedente)
– non posso fare la comunione perchè mi hanno dato il nullaostia
Stando più in temi cari a chi svolge la tua professione, e potenzialmente a chi segue il tuo blog, potrei citare:
– Chiodosan: per l’igiene orale del fachiro
– Cowboy affetto da varicella: Pustolero
– Guttalax cavat lapidem
– Il gioco dell’Oki (nei migliori negozi, in bustine)
– Hai un Momendol, Dio? (Ligabue col mal di schiena)
D. Avete mai pensato di pubblicarli in una raccolta?
R. Sarebbe bello, chissà che nascosto fra i tuoi lettori non vi sia un editore disposto a fare una simile follia.
Non vi resta quindi che sbazarrirvi (…) nei commenti creando più storpionimi possibili! Poi visitate e iscrivetevi ai feed del blog www.storpionimi.it così potete divertivi diventando un po’ più creativi!