Ecco la seconda parte del post sullo sport. La prima parte la trovate QUA.
Scarpe instabili
Chi pensa che maratone, jogging e footing non siano cambiati perché non dipendono dall’attrezzatura si sbaglia. I piedi non calzano più le familiari scarpe “da ginnastica”. Le moderne scarpe “da running” sono strumenti di alta tecnologia: super imbottite, super molleggiate, con inclusioni d’aria. E c’è una bella differenza anche tra un sentiero di campagna e un tapis roulant molleggiato da palestra. Insomma, con queste premesse le lesioni caratteristiche, distorsioni e lesioni tendinee al piede, alla caviglia, al ginocchio e allo stinco dovrebbero essere scomparse. Ma c’è chi sostiene il contrario. Steven Robbins, esperto in biomeccanica e medicina dello sport a Montreal (Canada), è convinto che alcune attrezzature facciano aumentare le lesioni. «Certe scarpe imbottite possono causare una perdita di stabilità sulle superfici morbide» spiega. «Per compensarla, l’atleta tende ad atterrare più pesantemente, a gamba tesa, mentre normalmente, per assorbire l’impatto col terreno, atterrerebbe a gamba piegata». Insomma anche correre può far male. E non solo alle ginocchia. C’è da ricordare che il rischio per le coronarie è 56 volte più alto se si corre senza allenamento e che l’età media di morte improvvisa nel corso di sforzi eccessivi è scesa da 60 a 47 anni.
Subacquei a rischio
Anche ai sub della domenica la tecnologia consente oggi di scendere a profondità un tempo inavvicinabili; ma questo aumenta anche il rischio di embolia. Fra i fattori predisponenti, i ricercatori dell’Università tedesca di Heidelberg hanno segnalato, sul British medical journal, una correlazione tra le lesioni cerebrali di 87 sub e la presenza di una particolare e diffusa malformazione cardiaca, l’incompleta chiusura del dotto di Botallo, che favorisce la formazione di bolle di azoto nel sangue. Ne è portatore un sub su 4, e basta un esame diagnostico per individuarla.
Pizzicorio in sella
E la bicicletta? È uno degli sport più consigliati dai medici. Non sottopone le articolazioni a sforzi eccessivi, fa bene al cuore, si può fare a qualsiasi età. Tutto bene dunque? No, neppure le bici è immune da rischi. Per chi esagera (o magari ha già problemi nella zona che poggia sul sellino), le conseguenze possono essere serie. Al Policlinico di Trondheim (Norvegia) i neurofisiologi hanno notato sintomi di parestesia (disturbi come pizzicorio, insensibilità ecc.) che suggerivano la compressione di nervi nell’area del sellino. Su 160 ciclisti intervistati che avevano partecipato a un tour norvegese che si svolge ogni anno su un percorso di 540 km, 33 avevano sintomi di anestesia al pene, che in uno su tre è durata più di una settimana; 10 sono diventati temporaneamente impotenti, e in 4 l’impotenza è durata 8 mesi. A questi rischi si aggiungono quelli ambientali. Se l’attività sportiva si svolge in ambiente inquinato, meglio evitare. L’anno scorso, a gennaio, la rivista scientifica Lancet ha pubblicato uno studio condotto da Rob McConnell della Keck School of Medicine dell’University of Southern California a Los Angeles. Studiando 3.500 bambini per 5 anni ne ha identificati ben 265 al primo attacco d’asma: quelli che facevano 3 o più sport all’aperto, in ambiente con alta concentrazione di ozono, avevano il triplo delle probabilità di sviluppare asma rispetto ai bambini che non facevano attività sportiva.
Meglio farlo tutti i giorni
«Prima che si mettano a fare sport è meglio che i non atleti si sottopongano a una visita attitudinale per scoprire quali sono i loro limiti, con prove da sforzo per scoprire quanto il loro corpo e la loro testa possono sopportare» precisa Danilo Tagliabue, ortopedico e traumatologo degli Ospedali riuniti di Bergamo e vice presidente della federazione medico sportiva italiana. Poi ci vuole solo costanza. «E allenamento. Deve essere una goccia quotidiana che incide sul proprio corpo, non una cascata una volta la settimana che può solo fare annegare e non incide» aggiunge Rodolfo Tavana, medico dello sport. «Lo sport fa bene solo se praticato con regolarità, tutti i giorni. Se pretendiamo di improvvisarci sportivi la domenica, allora lo sport può davvero fare male». Il ritmo ideale è 3 allenamenti la settimana di 30-60 minuti l’uno, puntando sugli sport di resistenza: nuoto, bicicletta,camminata a passo veloce. Lo sport, se ben praticato rinforza il cuore, le ossa, le articolazioni, riduce i dolori vertebrali, mantiene costanti le secrezioni ormonali, consente di resistere meglio allo stress e agli sbalzi di umore.