Si può delirare anche per passioni molto meno “nobili … come una collezione di lattine di birra o una motocicletta. Con alcune distinzioni.

Le passioni possono essere di molti tipi, ma agiscono sulle stesse aree cerebrali e sono il motore delle nostre azioni.

Gli amanti di Star Trek ci resteranno malissimo: uno dei personaggi più amati della loro saga preferita, il signor Spock, è in realtà il meno credibile di tutti. Infatti, secondo Dylan Evans, ricercatore del King’s College di Londra, un essere così, senza emozioni né passioni, sarebbe anche molto poco intelligente, e di certo non potrebbe ricoprire mai nessun ruolo di rilievo. Per Evans, le emozioni e le passioni ci rendono più attenti a ciò che ci succede attorno: sono insomma il motore di molte nostre azioni.

L’interruttore nel cervello
Per la loro importanza, i circuiti del cervello che ci spingono ad assecondare le passioni si sono evoluti molto presto. Quando facciamo sesso o mangiamo, si attivano i centri del piacere (in particolare, il sistema limbico). Sono le zone più antiche e più primitive del cervello. Ma questi stessi centri si accendono anche nel cervello dei tifosi accaniti, quando la squadra del cuore segna, oppure in quello di chi ama la musica, all’ascolto del suo brano preferito. La passione degli sportivi è stata misurata qualche anno fa da un gruppo di cardiologi di Edimburgo, in Scozia: i medici si recarono in due club calcistici, e trovarono dieci tifosi disposti a sottoporsi a un test, che avrebbe misurato il ritmo cardiaco e la pressione del sangue prima e durante una partita. «Lo stress emotivo indotto dalla partita è associato a un aumento significativo del ritmo cardiaco e della pressione del sangue. Il ritmo cardiaco, in particolare, raggiunge un picco quando la squadra per cui si fa il tifo segna un gol» concludevano i ricercatori. La musica è invece studiata da oltre 20 anni da Robert Zatorre, all’Università di Montreal (Canada). Nel 2001, il ricercatore ha misurato le risposte fisiologiche di alcuni allievi di scuole musicali all’ascolto del loro brano preferito. Il risultato lascia poco spazio ai dubbi: la musica provoca brividi lungo la schiena, fa accelerare il battito cardiaco e la respirazione, e attiva i centri nervosi del piacere. Esiste quindi una base biologica comune che spiega perché ricerchiamo alcune forme di piacere.

Passioni di serie A
Sarebbe però riduttivo ricondurre le passioni a una questione fisiologica. La biochimica non spiega che cosa sono le passioni,ma si limita a osservarne gli effetti. La chimica del cervello, poi, non spiega perché qualcuno si appassiona al lavoro, qualcun altro alla musica e altri all’arte, allo sport, alla politica. Le scelte dipendono dalle esperienze di ciascuno, dalla sua cultura. La passione è un sentimento che ci spinge a compiere azioni che soddisfino le nostre aspettative. Alcune forme estreme di tifo calcistico, oppure l’amore dei fan per un cantante o un attore sono forme di fanatismo e non vere e proprie passioni. Infatti, spesso, seguono le mode. Nelle passioni vere succede il contrario: c’è una componente di trasgressione.
La passione, quindi, è l’opposto della moda. Per questo chi ha una passione vera viene spesso giudicato una persona al di fuori della norma. E si dice che l’amore è folle perché, almeno nella fase in cui la passione è più forte, può spingere a comportamenti insoliti.

Scandali reali
Così, era passione vera quella che spinse Ludwig I, re di Baviera, ad abdicare nel 1848, dopo 23 anni di regno, per seguire la sua amata, la danzatrice spagnola Lola Montez. Oppure quella che durante la rivolta di Piazza Tienanmen, avvenuta a Pechino nel 1989, indusse uno studente a fermarsi in piedi e disarmato davanti a una colonna di carri armati, bloccandone l’avanzata. Purtroppo oggi le passioni sono in crisi. Un’eccezione è rappresentata dai movimenti politici spontanei. Il fervore politico che anima i “no global”, per esempio, è una passione vera, perché nega il principale sistema di riferimento della società d’oggi: il consumismo.

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