Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Tag: freddo

Un frigorifero senza elettricità!

Questa è un’invenzione (premiata ai Rolex Award) che potrebbe tornarvi molto utile!
Il Sig. Mohammed Bah Abba’s ha avuto un’idea geniale e semplice che ci permetterà di tenere al fresco i cibi senza l’uso del frigorifero. Basta avere due contenitori e un po’ di sabbia e degli strofinacci e il gioco è fatto.
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Come vedete nelle immagini bisogna mettere il contenitore più piccolo in quello più grande e riempire lo spazio fra i due contenitori con della sabbia bagnata. A questo punto dovrete ricoprire il tutto con degli strofinacci umidi e mettere nel contenitore più piccolo i cibi o le bevande che volete tenere al fresco. Quando l’acqua evapora si porta con sè il calore lasciando fresco l’interno.
L’invenzione può cambiare la vita di molte popolazioni povere e può tornare utilissima anche a noi ad esempio sia quando siamo in campeggio sia quando siamo sulla spiaggia e vogliamo tenere al fresco le bibite!

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Infortuni: ghiaccio o panno caldo?

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E’ la domanda classica che potreste chiedervi dopo aver subito un infortunio o se state avvertendo un dolore: dovrei usare il ghiaccio o il calore? Hanno effetti diversi sui nostri tessuti e sceglierne uno o l’altro in determinate situazioni può essere utile.

Per cominciare il ghiaccio è comunemente usato come un antinfiammatorio, possiamo dire che è un antinfiammatorio naturale. È estremamente utile quando si ha a che fare con gonfiori delle articolazioni o infiammazioni muscolo tenedinee. Il ghiaccio è quindi la vostra prima linea di difesa dopo una ferita, quando potreste essere “nella fase acuta” dell’infiammazione o nella fase iniziale. È in questi momenti che il corpo sta mettendo in moto il processo infiammatorio come risposta al trauma, facendo arrivare sangue alla zona, dilatando e aumentando la permeabilità dei vasi sanguigni; è questo un processo che finisce con la sofferenza e il disagio ed a volte con il gonfiore della zona colpita (specialmente un articolazione).
Il ghiaccio si comporta da costrittore dei questi vasi sanguigni, determinando quindi una diminuzione dell’infiammazione, del gonfiore e del dolore. Il ghiaccio è usato spesso anche come “soluzione rapida” per il dolore dei tessuti irritati dopo azioni ripetitive (per esempio, un disagio della spalla dopo aver zappato la domenica pomeriggio o sulle caviglie e le ginocchia di atleti che hanno finito una lunga corsa).
Dove c’è irritazione ed infiammazione di un articolazione o di un tendine, il ghiaccio permette di avere del sollievo istantaneo e una diminuzione dei sintomi.

Il calore è invece utile per la distensione di tessuti muscolari o tendinei contratti e in particolar modo aiuta a promuovere mobilità e l’allungamento dei tessuti. Il calore non dovrebbe essere utilizzato in una zona infiammata o irritata, principalmente perché si comporta da vasodilatatore e quindi promuove il flusso sanguigno verso la zona irradiata. Conviene quindi usare il calore su zone muscolari eccessivamente contratte quali il collo, le spalle e la schiena.

Come sempre queste informazioni sono per scopo informativo ed è molto importante consultare un medico prima di iniziare qualsiasi tipo di trattamento.

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Hai mai sentito freddo di fronte ad un rifiuto?

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Gli psicologi Chen Bo Zhong e Geoffrey Leonardelli dell’Università di Toronto, hanno esposto una tesi secondo cui l’isolamento sociale genera vere e proprie sensazioni di freddo.
Hanno realizzato uno studio in cui dei volontari hanno valutato la temperatura presente in una stanza e l’hanno riferita al personale.
Una parte dei volontari a cui era stato chiesto di pensare ad un’esperienza di isolamento una volta entrati nella stanza hanno valutato la temperatura come fredda rispetto alle persone che non erano stati sottoposti a questa richiesta.
“Abbiamo scoperto che esperienze di esclusione sociale fanno venire sensazioni di freddo” ha affermato il dottor Dong. Quando un individuo entra in contatto con un’esperienza di isolamento sociale, contemporaneamente c’è un richiamo della memoria ad esperienze antiche, forse legate all’infanzia in cui il soggetto deve aver subito una perdita d’amore da parte della madre sentendo freddo.

Forse anche per questo un sorriso e un po’ di compagnia riscaldano il cuore…

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4 miti sul raffreddore!

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Leggeteli e imparateli a memoria che poi vi interrogo.

Il raffreddore è una malattia invernale!

Mito: la maggior parte dei raffreddori si prendono d’inverno.
Realtà: la maggior parte dei raffreddori si prendono in primavera/estate! Questo è dovuto al fatto che il virus diventa molto più attivo in quelle stagioni mentre in inverno sembra andare quasi in
letargo.

Non bere il latte!

Molta gente pensa che bere latte quando si ha il raffreddore sia una cosa sbagliata perchè potrebbe causare un aumento della produzione di muco. In realtà il latte non causa un aumento della produzione di muco quindi potete berne quanto volete senza preoccuparvi del vostro raffreddore.

Non baciarlo!

Ci è un mito popolare che baciare una persona col raffreddore vi farà ammalare di raffreddore. La realtà è che la quantità di virus presente sulle labbra e nella bocca sono minuscole e serve una dose molto più grande per infettarsi. È del mucoso nasale che vi dovete preoccupare.

Il freddo vi fa venire il raffreddore.

Scommetto che alla maggior parte di voi è stato detto di non uscire con capelli bagnati o umidi, o di coprirvi bene prima di uscire per evitare di prendervi un bel raffreddore. In realtà la temperatura corporea e la temperatura ambientale non giocano nessun ruolo nell’ammalarsi di raffreddore. Ti prendi il raffreddore se entri in contatto con il virus del raffreddore! Non importa se siete al caldo, al freddo o se siete bagnati o asciutti.

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E’ vero che è dalla testa che perdiamo la maggior parte del calore?

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Quando inizia a fare freddo (e quest’anno finalmente ci stiamo godendo un po’ di inverno) indossare un cappello è obbligatorio. Dopo tutto la maggior parte del nostro calore corporeo si disperde tramite le nostre teste – o almeno questo è quello che ci hanno fatto credere.
Alcuni scienziati però hanno fatto un controllo più approfondito sulla perdita di calore in coloro che non indossano il cappello e hanno dimostrato che questo era solo un falso mito.
Hanno anche trovato le origini di questo mito in un manuale di sopravvivenza dell’esercito americano del 1970 in cui si suggeriva vivamente di coprire la testa quando si era al freddo perchè  “il 40 – 45 per cento del calore del corpo viene perso dalla testa.”
I ricercatori sono Rachel Vreeman ed Aaron Carroll, al centro per politica sanitaria dell’università dell’Indiana a Indianapolis, ed hanno dichiarato che se fosse stato vero allora andare senza cappello sarebbe stato come uscire senza pantaloni.
Hanno supposto che la nascita di questo mito sia dovuto ad una sbagliata interpretazione di uno pseudo esperimento scientifico fatto dai militari USA nel 1950. In quell’esperimento ai volontari furono fatti indossare dei vestiti presi da un kit di sopravvivenza per l’Artico e furono poi esposti ad un freddo molto intenso. Poiché l’unica parte dei loro corpo lasciata scoperta fu proprio la testa fu chiaramente da là che fu perso la maggior parte del calore.
Il volto, la testa e il torace sono più sensibili ai cambiamenti di temperatura che il resto del corpo, facendoci credere che coprendoli perderemmo meno calore possibile, ma in effetti coprire una parte del copro equivale a coprirne qualsiasi altra. Vreeman e Carroll hanno aggiunto che se durante l’esperimento avessero fatto indossare ai volontari solo dei costumi da bagno avrebbero perso dalla testa soltanto il 10% del calore corporeo.

I ricercatori allora hanno deciso di esaminare molte altre credenze popolari per vedere se ci fossero delle prove scientifiche che le confermassero e, in molti casi, hanno trovato invece parecchi studi che le disconfermavano.
Facciamo una prova adesso.
Io vi elenco tre affermazioni “scientifiche” di cui una è reale e due sono dei falsi miti e voi provate a dirmi nei commenti qual è quella vera.

1. Lo zucchero rende iperattivi i bambini.
2. L’aspirina è efficace nella cura dei postumi di una sbornia.
3. La frutta secca è digeribile quanto quella fresca.

Vediamo un po’ se ho dei bravi lettori… :)

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