Si dimagrisce, si ingrassa, si dimagrisce di nuovo: è proprio il peso incostante il vero pericolo

Qualche anno fa inventarono la “dieta punti”: aboliva i carboidrati, forniva pochi grassi e poche proteine. E a lungo andare apriva le porte al colesterolo. Poi venne la mania del regime a base di sola frutta verdura: il peso diminuiva, e osì pure la quantità di aminoacidi, lipidi e carboidrati che si forniva all’organismo. Le conseguenze? Dolori muscolari, secchezza cutanea, rottura delle unghie. Sono solo due esempi di diete sbagliate, fra le tante che ci sono. Qualche medico le chiama addirittura “diete killer”.
Naturalmente i danni non sono mai immediati. Però chi si alimenta in modo scorretto per più di tre mesi comincia a correre rischi seri. In particolare, una donna che elimina latte e formaggi dalla dieta, perché ricchi di grassi, non assume abbastanza calcio. E così aumenta il pericolo dell’osteoporosi, cioè della fragilità ossea tipica dopo la menopausa . Chi bandisce fegato, uova, carne e altri alimenti ricchi di ferro, può soffrire di forti anemie. La riduzione dell’ossigeno nei tessuti può provocare disfunzioni cardiache.

Le diete a rischio
E’ facile: sono quelle che non comprendono ogni tipo di alimento. Al contrario, la dieta ideale li prevede tutti, e in dosi precise. Pasta, riso, pane e tutti i carboidrati dovrebbero costituire tra il 55 e il 60 per cento dell’ intera razione giornaliera. I grassi, sia quelli contenuti nel cibo che quelli aggiunti con i condimenti, possono raggiungere il 25 per cento. La dose giusta di proteine, fornite soprattuto da carne, uova, formaggi, legumi (si, le proteine possono anche non derivare dalla carne), oscilla tra i 15 e il 20 per cento. Una dieta che non tiene conto di questi equilibri è sbagliata. Mai più di 4 chili al mese C’è ancora chi pensa di poter mangiare pochissimo, pur rispettando le proporzioni corrette, e quindi di perdere anche sette chili in un mese. In realtà, nessuna dieta seria può eliminarne più di uno a settimana. In generale, un uomo può assumere circa 2200 calorie al giorno, e una donna 1800. Assumerne di meno significa indebolire l’organismo, perdere tutta l’energia. Alla stanchezza fisica si possono aggiungere cefalea, depressione e disturbi nervosi.

E dopo? Di nuovo grassi
Quando si torna a mangiare normalmente, dopo aver seguito una dieta eccessivamente restrittiva, si riacquistano in breve tutti i chili persi. E questa volta, per eliminarli, è necessario sottoporsi a una dieta ancora più drastica. Lo dimostra una ricerca condotta all’università della Pennsylvania: alcuni topolini sono stati sottoalimentati per qualche settimana, poi sono tornati alla solita razione. Le cavie hanno ripreso tutti i grammi persi nel giro di pochi giorni e, per farle dimagrire di nuovo, è stato necessario sottoporle a una dieta rigidissima, per un tempo doppio rispetto a quello precedente. Come mai? Quando si mangia poco, l’organismo si autoregola in modo da spendere meno energie possibili. In particolare, si consuma un numero inferiore di calorie con l’esercizio fisico, visto che anche quest’ultimo diminuisce, se non ci sono le sostanze nutritive di sostegno. Inoltre, poiché si mastica e si digerisce una quantità inferiore di alimenti, si riduce anche la “termogenesi del cibo” (cioè il consumo energetico che avviene proprio durante la masticazione e la digestione). E in più si altera la capacità di eliminare calorie semplicemente stando fermi, attraverso il cosiddetto “consumo basale”. Più in fretta si dimagrisce, quindi, e meno si è in grado di bruciare calorie.

Scoppia il colesterolo
E’ un circolo vizioso. Si comincia per perdere qualche chilo e si finisce con l’ingrassare di più. Mettendo a rischio la salute. I problemi possono essere gravi, dopo un’ alimentazione insufficiente, infatti, l’adipe che si riforma si localizza soprattutto nell’addome e può creare problemi cardiovascolari, diabete, ipercolesterolemia. Per chi vuole perdere molti chili, per esempio dieci o quindici in pochi mesi, i rischi aumentano addirittura del dieci per cento. Ma l’effetto boomerang colpisce anche chi, per eliminare qualche cuscinetto di troppo, si sottopone a diete forzate periodiche. Lo ha evidenziato un ricerca compiuta pochi mesi fa negli Stati Uniti: i medici hanno controllato un gruppo di lottatori di wrestling che, prima di ogni competizione, stanno a semi-digiuno per due o tre giorni in modo da rientrare nella categoria che è stabilita in base al peso. Proprio come accade nella boxe. Ebbene, il rischio di problemi cardiaci è risultato elevato per tutti.

Qual è la dieta corretta, dunque?
Solo quella prescritta dal dietologo, dopo un completo esame medico della persona. E quella che, dopo, viene seguita per sempre. Non a caso, questo termine deriva dal greco “diaita” e significa proprio “stile di vita”.

firma.png