Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Sport fatelo, ma con giudizio. Parte 1

Giovanni Milesi di San Pellegrino Terme (Bg) aveva 25 anni e aveva appena finito un allenamento di pallavolo. All’improvviso, è crollato al suolo ed è morto: infarto. Si era sentito male anche il mese prima, sempre dopo un allenamento, ma esami di laboratorio e controlli non avevano rivelato nulla di anomalo.
Allenamento troppo impegnativo? Non necessariamente: a volte basta la classica partitella scapoli-ammogliati. Come è successo a Massimiliano Guarino, un trentenne fiorentino, che si è accasciato mentre giocava a calcetto con gli amici sulla spiaggia della Giannella a sud di Grosseto. Poi ci sono tutti gli altri infortuni, per fortuna molto meno gravi ma in continuo aumento: distorsioni, rotture dei legamenti, strappi muscolari, ernie… Al punto che qualcuno comincia a chiedersi se lo sport fa davvero bene.

Meglio la vita sedentaria? No, rispondono gli esperti: fare sport continua a essere il modo migliore per stare bene e prevenire molte malattie . Ma c’è modo e modo di farlo. Non bisogna mai sforzarsi oltre i propri limiti. E bisogna scegliere con attenzione lo sport più adatto alla propria struttura fisica

Pancetta e ginocchia
Purtroppo i casi di persone che in nome dello sport corrono qualche rischio sono sempre più frequenti: ci sono bambini che si ammalano di asma perché fanno sport in città con troppo ozono nell’aria; joggers attempati che crollano nel tentativo di bruciare in un solo giorno la pancetta accumulata in mesi di colazioni di lavoro. Tennisti dalla chioma argentea che si cimentano in singolari all’ultima palla sotto il sole del pomeriggio agostano. E poi ginocchia rovinate dal calcio, spalle disarticolate dagli strappi in parete, disturbi ai coccigi di ciclisti: tutti sportivi della domenica. Marco Giustini, del laboratorio di epidemiologia e biostatistica dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, stima che a livello nazionale i ricoveri per trauma “da sport”al cranio e al midollo spinale da sport siano circa 1.600 ogni anno; che i ricoveri per incidente sportivo siano circa 14 mila (25 casi ogni 100 mila abitanti) e che gli infortuni dovuti all’attività sportiva siano circa 115- 120 mila. Dati che non comprendono i decessi senza ricovero. Per esempio i casi di morte improvvisa da sforzo per attività sportive, circa 1.000-1.500 l’anno in Francia. E neppure le lesioni da usura.

Correre sulle cartilagini
Piedi piatti (punta verso l’esterno), scoliosi, ginocchia valghe (verso l’interno) o vare (verso l’esterno), se sollecitate da una pratica sportiva inadatta, come la corsa, sono condizioni che predispongono all’artrosi. Per chi ha questi problemi sarebbe meglio fare altri sport, come nuoto o ciclismo. La signora sovrappeso e con ginocchio valgo che fa jogging nella speranza di dimagrire, non sa che tutte le volte che poggia il piede, scarica tutto il peso della sua cellulite solo su una parte del sottile strato di cartilagine che fa da ammortizzatore fra i due capi articolari delle ossa al ginocchio. Col tempo lo strato si consuma, e poi inizia a consumarsi anche l’osso e cominciano i dolori. Non a caso negli Usa la condropatia rotulea si chiama anche “ginocchio del corridore”. Gli esami diagnostici hanno dimostrato che oltre i 55 anni l’artrosi colpisce il 60-80% delle persone, dolorosamente nel 50% dei casi. Per non parlare del mal di schiena che col passare del tempo affligge chi ha la spina dorsale “fragile”, e che sconsiglia sport come equitazione, rally automobilistici, motocross e mountain-bike, ma anche jogging e sollevamento pesi. E il tennis: Stéphane Cascua, medico dello sport dell’Hôpital de la Pitié-Salpêtrière di Parigi, rivela che nei tennisti il rischio il mal di schiena e danni vertebrali si moltiplica per 3 rispetto ai sedentari, e per 10 tra i patiti della ginnastica.

Nonni culturisti
Un tempo fare movimento coincideva col detto mens sana in corpore sano, “mente sana in corpo sano”, che racchiudeva la filosofia del mondo classico, l’ideale di equilibrio tra le facoltà dell’intelletto e quelle del corpo. Se il corpo è malato, sosteneva il poeta latino Giovenale nelle Satire, anche lo spirito perde vigore. E viceversa. Ma al tempo dei Romani, fino alla prima metà di questo secolo, l’immagine dello sport era diversa da quella attuale: i genitori non si aspettavano dai figli, come succede oggi, risultati agonistici. E anche i nonni sembrano aver perso la testa: un tempo si limitavano alla partita di bocce all’ombra dei platani o alla gitarella a pedalate lente in sella a una bicicletta, oggi giocano a tennis, sciano e pedalano fino allo sfinimento o fanno culturismo. Talvolta è la tecnologia a complicare le cose. La pallina da tennis un tempo viaggiava a velocità ragionevoli: rimbalzava su campi in terra o erba, non sul velocissimo tartan; la racchetta era in legno, non in titanio; l’incordatura di budello, non di nylon. Oggi la palla fila tanto veloce che c’è chi propone di aumentarne il diametro per frenarla.

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4 Comments

  1. Emanuele

    Salve

    sono uno studente di medicina al III anno e avrei una domanda a proposito del caso presentato in apertura… mi piacerebbe capire una volta per tutte “come funziona” l’infarto nella pratica

    Dico questo perchè, a leggere libri o articoli, sembrebbe che tra il momento in cui il paziente “avverte” l’infarto e l’eventuale exitus passerebbe un’eternità… in pratica l’impressione che ne ho avuto studiando è che solo in pochi dovrebbero essere nelle condizioni di arrivare alla morte (si parla di molte ore e senza seguire le “linee guida”)… ma nella realtà è evidente che le cose non possono stare in questo modo, così come sarebbe allora inspiegabile chi si accascia improvvisamente a terra e muore

    Potrei avere lumi sulla faccenda? :)

  2. Emanuele

    Ah dimenticavo… sulla fisiologia/fisiopatolgia/anatomia patologica del fenomeno sono già erudito a suufficienza :D … quello che non m ispiego è proprio “la pratica”

  3. Pav_87

    Mette un po’ la strizza questo articolo! ho solo 24 anni, e pratico palestra da un paio d’anni, e corsa a livello amatoriale…non ho mai avuto problemi fin’ora, apparte ogni tanto qualche dolorino al ginocchio (che passa in un paio di gg al massimo)…non vorrei rovinarmi per questa mia passione della corsa, che precauzioni dovrei prendere?già uso calzature adatte, e cerco di evitare di correre sul cemento

  4. Paolo

    Lo sport per definizione è una ricerca continua nello spostare i propri limiti ogni volta più in là…

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