Recentemente ho letto l‘ultima ricerca che dichiara che assumere calcio e vitamina D non aiuta le donne in menopausa nella prevenzione dell’osteoporosi. Uno degli errori marchiani che vengono commessi nell’ambito di queste ricerche è il fatto che spesso i ricercatori utilizzano gli integratori in una forma sbagliata.
Per esempio, il carbonato di calcio non contribuisce alla costruzione dell’osso, ma, ancora, molti medici lo prescrivono alle loro pazienti! E questa informazione non è affatto una novità. Una delle poche sostanze contenenti calcio che costruiscono l’osso è l’idrossiapatite, che contiene una quantità significativa di matrice di collagene che è direttamente coinvolta nel mantenimento della struttura ossea. Quando questa sostanza viene assunta insieme a minimo 1500 UI di vitamina D, il corpo è in grado di ricostruire l’osso e di sopperire alla perdita di struttura ossea.
L’alimentazione gioca un ruolo molto importante nella perdita di struttura ossea. Generalmente, le persone che seguono una dieta iperproteica consumano molta poca frutta e verdura, e soffrono di perdita di struttura ossea. Infatti un’eccessiva quantità di proteine crea uno squilibrio nel ph corporeo, rendendolo troppo acido. L’aumentata acidità del corpo fa sì che il calcio passi dalle ossa alle urine o venga accumulato nel corpo e negli organi, provocandone la calcificazione.Anche alcune forme di esercizio fisico di resistenza, come i pesi e lo yoga, sono fondamentali per mantenere e incrementare la salute delle ossa. Qualcuno di voi potrebbe avere bisogno di un supporto ormonale per aiutare ad incrementare al densità dell’osso.
La recente critica negativa da parte dei media alla ricerca del NEJM “Integrazione di calcio e vitamina D e rischio di fratture”, è un interpretazione sbagliata di uno studio invece molto ben congegnato. Diamo un’occhiata ai fatti reali:
E’ uno studio randomizzato in doppio cieco, includente un gruppo di controllo con placebo, sono state sottoposte allo studio 36282 donne in menopausa conclamata, di età compresa tra i 59 e i 79 anni, ed è stata effettuata lungo un periodo di 7 anni.
Facendo un rapido e superficiale riassunto della ricerca ecco che cosa hanno riportato i media: ” …l’assunzione di calcio addizionato a vitamina D… non riduce significativamente il rischio di fratture all’anca…”
Questo è stato l’esito della ricerca.
Se guardiamo allo studio nella sua interezza, però possiamo osservare molto di più e dare una spiegazione approfondita del suo risultato.
Lo studio spiega attentamente il fatto che solo il 59% delle donne assumeva la dose prescritta di integratori.
Lo studio evidenzia inoltre che in tutte quelle partecipanti che hanno aderito realmente al piano proposto, c’è stata una significativa riduzione del 29% nel rischio di fratture all’anca.
La ricerca mostra anche un incremento della densità ossea dell’anca.
Il dosaggio in questo studio è stato di 100mg di calcio e di 400 IU di vitamina D. Questa era la dose giornaliera raccomandata quando è iniziata la ricerca. Durante i sette anni in cui si è svolta la ricerca, nuovi studi hanno evidenziato che una dose di 600UI o maggiore di vitamina D è più efficace. Anche la dose giornaliera raccomandata di calcio è aumentata a 1200 mg.
Altri fattori che gli autori della ricerca mettono in luce e che vanno considerati per una valutazione completa dello studio:
La popolazione non aveva carenza di calcio e le donne furono messe in condizione di poter assumere integratori multivitaminici e di calcio.
Alcune delle donne che parteciparono alla ricerca erano sottoposte anche a terapia sostitutiva ormonale in uno altro gruppo della stessa ricerca.Il BMI medio (indice di massa corporea) era più alto del normale.C’erano meno donne oltre i 70 anni rispetto a quanto pianificato.
In conclusione questo studio mostra una correlazione positiva tra l’assunzione di calcio e vitamina D tramite integratori per aumentare la densità ossea e la riduzione di frattura dell’anca in donne tra i 59 e i 79 anni di età. Alla luce del fatto che le fratture all’anca non si sono ridotte più del 29%, questo ci porta a concludere che esistono altri aspetti legati alla salute e all’alimentazione che debbono essere considerati per prevenire le fratture in una maggiore percentuale.
Fonte: ackson, Rebecca, et al. “Calcium plus Vitamin D Supplementation and the Risk of Fractures” New England Journal of Medicine 2006;345:669-83.
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