Una ricerca realizzata dall’Università del Missouri ha scoperto che le donne che parlano per molte ore dei loro problemi con gli amici, sono soggette ad avere disturbi depressivi.
Lo studio è stato condotto dal docente di scienze psicologiche, Amanda Rose, è durato sei mesi e ha coinvolto sia ragazze che ragazzi. Sono stati esaminati gli effetti del processo di “ruminazione dei pensieri”, che si verifica quando si è troppo concentrati ad analizzare la situazione che si sta vivendo, concedendo troppo spazio all’ansia e alla preoccupazione. La dottoressa Rose ha riscontrato che “il processo di ruminazione” riguarda soprattutto le ragazze adolescenti, e l’ intensità maggiore del fenomeno si verifica in coincidenza di uno scarso rendimento scolastico e soprattutto con l’approssimarsi della primavera.
Queste ragazze si mostrano sempre preoccupate e visibilmente tristi poiché le loro menti sono costantemente focalizzate sul loro disagio. La dottoressa Rose sottolinea che le conseguenze di un tale comportamento possono essere serie, si possono avere vere crisi di ansia e infine arrivare ad una depressione.”La ruminazione dei problemi” sottrae tempo che dovrebbe essere dedicato ad attività positive e alle tipiche esperienze spensierate dell’adolescenza. Questa propositività viene annebbiata dai dubbi sulla propria accettazione nei vari contesti sociali giovanili, non essere invitati ad una festa oppure non piacere ad un certo ragazzo costituisce un vero e proprio blackout emotivo.
La ricerca ha coinvolto 813 allievi della scuola superiore ,i quali sono stati invitati a rispondere a questionari in cui si parlava di depressione, ansia e scarso rendimento scolastico.
Paradossalmente “la ruminazione dei problemi “comporta un aspetto positivo ed è la costruzioni di importanti relazioni di amicizia. Infatti sostenersi reciprocamente cementifica i rapporti tra adolescenti, la dottoressa Rose evidenzia la positività del comunicare i nostri stati d’animo, ma invita ad avere sempre un comportamento equilibrato in proposito, ovvero di fare attenzione che i nostri giovani siano capaci di distogliere le loro menti dai problemi e soprattutto che sappiano ridere.
È fondamentale che i nostri ragazzi siano impegnati in attività sociali, o di volontariato che pratichino uno sport, sono tutte esperienze che li integrano in una rete sociale e tengono viva in loro la curiosità di andare avanti e scoprire quello che li aspetta.
La depressione è comunque una malattia molto seria che richiede l’intervento di specialisti; come sempre i mei articoli veicolano consigli che in nessun modo possono prendere il posto di una diagnosi e di una terapia medica e/o psicologica.
Comicomix
È fondamentale che i nostri ragazzi siano impegnati in attività sociali, o di volontariato che pratichino uno sport, sono tutte esperienze che li integrano in una rete sociale e tengono viva in loro la curiosità di andare avanti e scoprire quello che li aspetta.
Aggiungerei: tutti, anche i meno giovani.
Fa bene, credetemi.
^_^
claudia
lo applico subito con una amica!
Uyulala
mh, come al solito si confondono le cause con gli effetti. Non è proprio come scrive la metanalisi della ricerca (per chi non lo sapesse: le ricerche di per se possono dare dei dati assolutamente non indicativi. Il processo di metanalisi è quel processo grazie al quale si interpretano i dati stessi, con un procedimento che a volte è piuttosto arbitrario).
Non è che la ruminazione dei pensieri espone alla depressione, ma la ruminazione è uno dei primi sintomi di una depressione che sta cominciando a insorgere. Che poi questi pensieri vengano espressi o meno è un fatto abbastanza irrilevante, perchè analizzando i pazienti depressi quasi tutti raccontano che hanno iniziato a “pensare negativo” in modo piuttosto monotono e ripetitivo.
Anzi, direi che la tendenza a parlare subito di questi pensieri può costituire un buon campanello d’allarme per familiari e amici, i quali, se adeguatamente informati, possono suggerire subito delle soluzioni adeguate (dei colloqui specialistici anche informali per esempio.)