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Le cellule grasse non muoiono mai?

fatOgni anno, sia che voi abbiate perso peso o lo abbiate guadagnato, si registra che il 10% delle vostre cellule grasse muoiono e sono sostituite da cellule nuove.
E’ per questo motivo che il numero complessivo delle cellule presenti nel nostro organismo risulta invariato di anno in anno. Pertanto la variazione di peso non hanno alcuna relazione con il numero delle cellule ma riguarda soltanto con la quantità di grasso immagazzinato nelle cellule.

I ricercatori da un po’ di anni sono alle prese con queste domande: qual è il fattore che determina quante cellule grasse sono presenti nel corpo di ciascun individuo? Quando il numero viene determinato? C’è un modo per intervenire per diminuire il numero delle cellule grasse prima che i soggetti interessati diventino adulti ? Ci potrebbe essere la possibilità di trattare l’obesità facendo “morire” più velocemente le cellule vecchie rispetto a quelle che nascono?
“Questi risultati ci conducono a guardare all’obesità in maniera nuova.“ Questa è l’autorevole opinione del professor Lester Salans della Scuola di Medicina del Monte Sinai.
Ma per ora i ricercatori dicono che le risposte a queste domande non sono ancora molto chiare.
“C’è un sistema che aspetta di essere scoperto” ha affermato il Dr. Jeffrey S. Flier, un ricercatore sull’obesità della Facoltà di Medicina di Harvard.
Lui ed altri studiosi dell’obesità, sebbene siano a conoscenza del funzionamento delle cellule, non sono affatto sicuri se intervenire chirurgicamente sul paziente sia la soluzione migliore.

Negli ultimi venti anni la lezione che si è imparata è quella che il corpo ha dei sistemi di controllo che gli fanno mantenere sempre lo stesso peso.

“Io sospetto che la regolazione del peso del corpo è un processo così complesso che se s’interviene in un punto, avviene qualcosa in un’altra parte dell’organismo che neutralizza il lavoro fatto con l’operazione.” dice il Prof. Salans

Ma la scoperta porta a fare nuove domande sull’obesità, ad esempio quei casi in cui si prende peso in età adulta essendo stati fino a quel momento snelli; il loro percorso è diverso da quello degli obesi che lo sono fin dall’infanzia e ci si interroga quindi se le cellule grasse si possono essere sviluppate successivamente.
Un’altra domanda importante posta sul tavolo è se le cellule grasse asportate mediante liposuzione possono ricomparire.

Entrambe le domande sono oggetto ancora di studio da parte dei ricercatori svedesi.

Tuttavia il dott. Flier ha affermato” la nostra scoperta è una sorta di ritorno al futuro“.  All’inizio la ricerca in effetti si concentrò proprio sugli adipociti ma poi il problema su cui si cercò di lavorare era la regolazione della quantità di cibo richiesta dal cervello, al momento si prova, di nuovo, ad indagare le funzioni delle cellule grasse.
Gli studiosi hanno riscontrato che le persone grasse hanno più cellule grasse rispetto alle persone magre, e queste cellule si restringono o si allargano in base al fatto che si perda o si acquisti peso.
In base alle recenti ricerche le cellule grasse sono stabilite sin dall’inizio dell’esistenza dell’essere umano, e successivamente si possono modificare nel formato, ma non nel numero. Quando le persone perdono peso le loro cellule grasse si restringono ed è a quel punto che il corpo produce un segnale automatico per colmare nuovamente la perdita nel tessuto cellulare, facendo ingrassare nuovamente i soggetti. Il dottor Flier ha concluso il suo discorso dicendo che prima di questa soperta sull’obesità si brancolava nel buio.

Ma la dissertazioni hanno avuto un arresto poichè non si sapeva in quale modo queste scoperte potessero aiutare le persone a dimagrire. E nessuno conosceva un metodo per intervenire direttamente sulle cellule grasse.

Le cose sono cambiate solo recentemente quando su una rivista scientifica svedese è comparso un articolo di Kirsty l. Spalding, una neurobiologa che ha sviluppato un modo per constatare se le cellule nuove crescono nel cerveletto e nelle regioni corticali del cervelo umano. Lei non ha trovato nessuna cellula nuova se non quelle che erano lì dalla nascita. Un giorno la dottoressa parlava dei risultati quando uno scienziato lì presente, il Dr. Erik Arner , propose un metodo per l’osservazione delle cellule grasse. Il metodo per la datazione delle cellule grasse poteva basarsi sugli effetti sulle cellule causati dagli esperimenti nucleari che hanno avuto luogo dal 1955al 1963.
Quando le bombe furono testate, dalla loro radioattività si creaò un isotopo del carbonio, il C14, nell’atmosfera. Il C14 ha modificato le piante e gli animali, e quelli che di questi alimenti si sono nutriti. Una volta cibati queste persone incorporavano il C14 nel loro DNA. Dopo i test nucleari i livelli di C14 incominciarono a salire. Il risultato determinante ai fini della ricerca è che ogni cellula riflette il livello di C14 contenuto nell’atmosfera al momento della nascita.
“Ciascuna cellula costituisce una capsula del tempo della nostra specie. “ dice il dott. Spalding
Prima di tutto i ricercatori hanno constatato che il numero di cellule grasse rimane sempre invariato. Le persone obese che si erano sottoposte ad intervento di riduzione della massa grassa dopo due anni si ritrovavano lo stesso numero di cellule di prima dell’intervento, l’unica differenza era che le cellule erano molto più sottili.
Successivamente i ricercatori si sono concentrati nell’analisi della vita delle cellule. Sottoposero ad indagini le cellule di 35 persone che avevno fatto liposuzioni . I risultati del C14 presente mostravano l’età delle cellule. Si riscontrava che il numero delle cellule grasse rimaneva costante, il numero delle cellule morte era lo stesso di quelle che nascevano. E un modello matematico era in grado di spiegare la modalità in cui questo processo si verificava.

“Noi abbiamo trovato cellule abbastanza giovani, che ci indicavano la nascita ci nuove cellule.” conclude il dott. Spalding.
Aggiunge che resta insoluta la domanda da un milione di dollari :” Cosa regola questo processo? E dove possiamo intervenire noi?”

Insomma, c’è una luce nuova all’orizzonte ma il precorso è ancora arduo…

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1 Comment

  1. Ciao Daniele!
    Grazie per questo post, davvero molto interessante e molto chiaro..
    in effetti – non essendo la mia materia – ci sono tantissime cose di cui non sono a conoscenza e poterle apprendere è senz’altro un arricchimento importante.
    e anche se la mia curiosità mi porta sempre a gironzolare per sbirciare qua e la, leggere e documentarmi, ogni giorno mi accorgo che le cose da conoscere sono praticamente infinite….e una vita sola non basterà temo….!!

    Grazie ancora e buona giornata!
    A presto
    lisa

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