La musica? Un piacere che può trasformarsi in “anestetico” per bambini durante i test diagnostici più lunghi e fastidiosi.
Almeno secondo quanto evidenzia uno studio statunitense pubblicato dal Journal of Peri Anesthesia Nursing e realizzato dal team di Joanne Lewy del Center for Music Therapy and Medicine presso il Beth Israel Medicai Center di New York. Le note, quindi potrebbero sostituire, come informa l’agenzia Adnkronos Salute, le sostanze anestetiche utilizzate in caso di esami come l’elettroencefalogramma. La ricerca, che ha coinvolto sessanta bimbi, spiega la Fondazione Mariani Onlus, punto di riferimento intemazionale in materia, ha confrontato l’effetto delle note eseguite da un musicista in sala con quello del cloralio idrato, un anestetico usato in pediatria.
Ebbene, la musicoterapia si è rivelata in grado di raggiungere un’azione sedativa efficace, talvolta superiore a quella chimica. «Prima di sostituire il cloralio idrato con suonatori di corsia sono necessari ulteriori studi», dice al riguardo Luisa Lopez della Fondazione Mariani. Si tratta comunque di «un esperimento interessante e sarebbe auspicabile poter sostituire i sedativi con la musicoterapia. Già ora, anche se non si può parlare di musicoterapia vera e propria, per gli operatori di pediatria è prassi canticchiare per tranquillizzarli, nenie o ninne nanne ai piccoli che devono fare l’elettroencefalogramma», conclude Lopez.
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