I gatti possono trasmettere all’ uomo con unghie o denti un batterio che causa disturbi. Ma il più delle volte neppure il medico fa la diagnosi corretta.
Graffi e morsi dei mici possono rivelarsi pericolosi. Tanto che danno il nome a un’ infezione: la malattia da graffio di gatto, non rara, ma poco conosciuta. Nell’ uomo la malattia dà astenia, febbre leggera, manifestazioni a livello della cute e dei linfonodi della zona interessata dal graffio o dal morso: ad esempio, se il gatto ha ferito una mano, si ingrosseranno i linfonodi ascellari o del gomito. I sintomi compaiono di solito dopo una, due settimane dall’ evento. In casi rari la malattia interessa un “pacchetto” di linfonodi o diventa generalizzata, inducendo lesioni granulomatose in vari organi (soprattutto fegato, milza, polmoni e cute). I quadri più drammatici si osservano di solito in pazienti con il sistema immunitario compromesso.
Solo da un decennio si è scoperta la causa della malattia, il batterio Bartonella henselae, e si sono avviate ricerche più approfondite per diagnosticarla e curarla al meglio. Purtroppo, il gatto può essere portatore sano dell’ infezione per periodi anche molto lunghi, perciò è difficile scansare gli animali “pericolosi”.
Rischio randagi
Il problema maggiore sono i gatti randagi, nei quali la frequenza di infezione è doppia rispetto ai gatti domestici. Secondo un’ indagine, coordinata da Fabbi, svolta su oltre 1500 felini domestici e non di 9 province del Nord Italia, circa il 40% dei gatti è stato contagiato da Bartonella e più del 20% è portatore del batterio nel sangue. E ad essere contagiati dai gatti sono, poi, soprattutto bambini e adolescenti. Ma l’ infezione nella stragrande maggioranza dei casi, si risolve in poco tempo, senza strascichi.
La malattia: che cos’ è e come si cura?
La malattia da graffio di gatto è una zoonosi, ovvero una patologia trasmessa dall’ animale all’ uomo, provocata dal batterio Bartonella henselae nella quasi totalità dei casi. Il gatto è il “serbatoio” del batterio e la pulce il veicolo di trasmissione più efficiente fra gatti.
La frequenza
La frequenza dell’ infezione nell’ uomo non è certa perché non c’ è obbligo di notifica, pertanto le statistiche sono incomplete: è comunque considerata abbastanza frequente.
Decorso e cura
Se la malattia non dà sintomi preoccupanti, tende a risolversi da sola, anche se in tempi non brevi: occorrono da uno a quattro mesi. «E i farmaci possono essere perfino inutili» informa Piero Marone, del Dipartimento di Malattie Infettive del Policlinico San Matteo di Pavia. «Gli antibiotici, però, abbreviano il decorso della malattia e riducono la possibilità di complicanze, oltre a essere indispensabili per la cura dei casi difficili. Gli antibiotici più utilizzati sono le tetracicline e i macrolidi, ma possono essere impiegati con successo anche rifampicina e chinoloni».
Questi i suggerimenti degli esperti perché la convivenza con il gatto di casa sia priva di rischi:
- controllare le infestazioni da pulci, facendo uso dei prodotti antiparassitari del caso consigliati dal veterinario;
- far visitare il proprio gatto dal veterinario per verificare, mediante un test del sangue, che non sia portatore sano dell’ infezione da Bartonella;
- escludere l’ infezione nel micio è ancora più importante se in casa vivono persone con il sistema immunitario compromesso (chi ha subìto un trapianto o chi segue una terapia antitumorale); sorvegliare i contatti del proprio animale con gatti randagi In caso d’ infezione, il veterinario può prescrivere un’ appropriata terapia antibiotica
stregapeperina
Si la malattia esiste ma diciamo pure in che percentuale colpisce per favore. Già siamo soliti vedere gatti investiti dalle auto solo perchè neri e quindi impossibilitati ad attraversare la strada degli idioti, poi ci mettiamo pure la malattia del graffio…
Già Scottato
Cara stregapeperina ( già il nome scelto è tutto un programma ) le auguro solo di beccarsi una bella bartonella henselae con tutte le complicanze del caso . Vedrà come cambierà subito parere ! Altro che gatti neri … !
DanieleMD
cmq io adoro i gatti ma ciò non toglie che possano veicolare questa infezione…
adriana
oggi è l’ultimo giorno che mi son dovuta prendere,di malattia,per l’infezione da graffio da gatto,l’ho avuta alla gamba destra con linfonodo ingrossato all’altezza della coscia,in alto,i sintomi sono iniziati il 23 agosto 2011,sono stata malissimo con febbre fino a 39,8…è dolorossissima,ho fatto un ecografia,visitata da un ematologo e 3 dottoresse,nessuno ha saputo diagnosticare la malattia,mi hanno dato antibiotici sbagliati,con conseguenze che,intanto l’infezione andava avanti,finchè ho deciso di andare al pronto soccorso,dopodichè mi hanno mandato al reparto infettivi e lì ho trovato una dottoressa che ha capito subito che era un infezione da graffio di gatto,mi ha cambiato subito l’antibiotico,ma da solo non faceva effetto,ne aggiunto un altro in punture,adesso stà passando ma,ho ancora dolore al linfonodo,più mi muovo più ho dolore………QUALCUNO MI PUò DIRE I POSTUMI,I TEMPI,QUANDO ANCORA CI VUOLE PER LA GUARIGIONE COMPLETA……VOLEVO ANCHE SAPERE SE L’INFEZIONE PUò MANIFESTARSI DA UN GIORNO AD UN ALTRO,O CI DEVE ESSERE,IN ASSOLUTO,UN INCUBAZIONE………GRAZIE ADRIANA
kisskiss
ciao
tix
Buongiorno Adriana, mi scusi, siccome io sono alle prese da mesi con questa “rogna” di malattia, mi può dire quanto le ci è voluto per risolvere l’infiammazione al linfonodo? io non ne posso più ….