Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Category: rimedi naturali (Page 1 of 5)

Vitamine: vero e falso.

Se l’uomo fosse efficiente come la mosca, fabbricherebbe 10 grammi di vitamina C al giorno. Invece non ne produce affatto. Se ruminasse come la mucca, saprebbe sintetizzare un altro gruppo indispensabile di vitamine, che si sciolgono nei grassi e perciò sono dette liposolubili. Macché: in questo campo siamo incapaci di cavarcela da soli e ci dimostriamo inferiori alla maggioranza degli animali. Gatti e cani vivono senza frutta e verdura, ricche di vitamine. Noi, se ci provassimo, moriremmo. E anche piuttosto dolorosamente. Se dovesse mancare nel nostro cibo la prima vitamina in ordine alfabetico, cioè la A (contenuta, tra l’altro, nell’olio di fegato di pesce, nel rosso d’uovo e nel burro), alcune cellule degli occhi comincerebbero a funzionare alla rovescia. Anziché produrre il muco che lubrifica la cornea, deporrebbero una proteina secca, la cheratina. Come se ci riempissero gli occhi di sabbia. La malattia è la xeroftalmia, che oltre un certo stadio porta alla cecità irreversibile. Insomma: è fuori strada chi crede che le vitamine servano soltanto contro il raffreddore. Hanno un ruolo ben più complesso. In comune hanno due cose: sono esogene, cioè il nostro corpo in genere non le produce, e se ne usano quantità minime, pochi milligrammi o microgrammi al giorno.

Una leggenda da sfatare
La questione è proprio questa: a un certo punto si è cominciato a pensare (alcuni ancora lo credono) che più vitamine si prendono, meglio è per la salute. Ma non è vero. Una ventina di anni fa, si scoprì che la vitamina A, oltre alle sue funzioni “normali” (mantiene integra la pelle e aiuta la funzione visiva), riusciva anche a regolare la riproduzione e moltiplicazione cellulare, il processo che si altera nel caso dei tumori. Scoperto questo, si pensò di provare gli effetti antitumorali delle vitamine (non soltanto la A) in dosi massicce. Con risultati sorprendenti, ma purtroppo in senso negativo. Fra gli studi epidemiologici più clamorosi, ce n’è uno finlandese (su 30 mila fumatori maschi) e uno americano, il cosiddetto Caret (25 mila maschi scelti fra fumatori e addetti alla lavorazione dell’amianto). Lo studio finlandese voleva provare se forti dosi di betacarotene (sostanza dalla quale il corpo umano ricava la vitamina A) e vitamina E potessero prevenire il cancro ai polmoni. Nel gruppo trattato con vitamina E si ottenne un’impennata di ictus emorragici mortali, in quello che riceveva betacarotene, invece, un eccesso di morti per tumore polmonare. Esattamente lo stesso effetto dello studio Caret. L’aumento dei tumori polmonari spinse a interrompere la ricerca dopo soli quattro anni, contro i dieci previsti. Conclusioni: per ora quantità supplementari di queste vitamine si sono rivelate inutili se non dannose.
Niente megadosi, dunque, meglio puntare sull’alimentazione. Ma in quali cibi si trovano le vitamine? Su quali organi agiscono? E che accade se mancano, o sono troppo abbondanti? Per rispondere (sfatando qualche pregiudizio) seguiamo il loro cammino cominciando dall’inizio, e cioè dalla prima colazione.

Al mattino? B, C e D
Al mattino, oltre al caffè, ci vogliono energie. Zuccheri, dunque. Per utilizzarli si ricorre ad alcune vitamine del gruppo B, che troviamo nel pane e nel latte. Senza la B1 e la B2 non avremmo energia. La B1 (o tiamina), produce acetilcolina, che permette alla cellula di utilizzare i carboidrati e influisce sulla velocità di trasmissione degli impulsi nervosi. Se manca, i muscoli, cuore compreso, non lavorano e la macchina umana si ferma. La carenza di tiamina (si trova nei cereali integrali, nel latte, nella frutta secca e in alcuni ortaggi, ma soprattutto nella carne) provoca il beri-beri, la “malattia della stanchezza”. Ai malati di beri-beri, per guarire, basta mangiare riso integrale (ricco di tiamina) anziché riso raffinato, mentre per far riprendere dal coma i casi più gravi si somministra vitamina B1 in alte dosi.
Nel latte intero troviamo la vitamina B2 (o riboflavina): aiuta a trasferire energia alle cellule per la sintesi delle proteine e si concentra nel fegato. Come tutte le vitamine del gruppo B è piuttosto delicata: sensibile soprattutto alla luce. Buona idea, dunque, confezionare il latte nel cartone anziché nelle bottiglie trasparenti. A proposito di latte: mentre lo beviamo, se c’è un po’ di sole, mettiamoci alla finestra. Rinforza le ossa. Il corpo umano, infatti, è in grado di sintetizzare, attraverso la pelle, una parte di vitamina D (o calciferolo, contenuta anche nel latte) partendo dalla luce solare. Più l’epidermide è bianca, maggiore è la capacità di produrre calciferolo: in un nordico è doppia rispetto a un africano. Semplice il motivo. Poiché in Africa il sole è più efficace, la pelle scura fa da filtro per evitare l’eccesso di vitamina D, che provocherebbe sete, pruriti, diarree, depositi di calcio nelle vene e nei reni.

Kiwi antiveleno
I dietologi insistono perché al mattino si consumi frutta, meglio se agrumi o kiwi, che contengono vitamina C, l’acido ascorbico. È una vitamina di pronto intervento: tampona l’azione nociva dei radicali liberi a mano a mano che si formano. Le scorte vanno rinnovate di freuente: abbiamo un’autonomia massima di due o tre giorni. Partecipa alla produzione di anticorpi (ecco perché è anti-infettiva), inattiva alcune tossine, protegge da veleni come fosforo e benzolo, aiuta ad assorbire il ferro. Per averne abbastanza è sufficiente mangiare frutta al mattino, verdura cruda a pranzo e a cena.

Non sempre l’olio fa bene
Contenuta nel germe dei cereali, nelle uova e negli ortaggi a foglie (broccoli, broccoletti, spinaci), la vitamina E, o tocoferolo, protegge dalla degradazione la vitamina A e dall’ossidazione i grassi polinsaturi (quelli, per intenderci, dell’olio di semi), fino a qualche anno fa considerati capaci di difendere cuore e arterie da infarti e aterosclerosi. Ma ora si è scoperto che troppi grassi polinsaturi, soprattutto se ossidati perché accompagnati da poca vitamina E, sono dannosissimi. Durante la giornata è anche bene fare scorte di pro-vitamina A, o retinolo, non solo per la vista, ma anche per conservare la pelle integra. Alcuni alimenti la contengono direttamente (uova, latticini, burro, carne), altri sono ricchi del suo precursore (il betacarotene della frutta e della verdura di colore giallo-arancio: albicocche, cachi, zucca e carote). Sulla pelle, una crema alla vitamina A viene usata per curare ittiosi e ipercheratosi (cioè un ispessimento dello strato corneo), serve anche come efficace antirughe (mai però sotto il sole: in crema, la vitamina A rende la pelle sensibile alla luce e può macchiarla indelebilmente). Resta un’ultima vitamina liposolubile, la K. L’uomo ne produce quantità più che sufficienti: la sintetizzano, infatti, i batteri della flora intestinale. Una cura di antibiotici potrebbe distruggere la flora batterica e privare l’organismo della vitamina K, che interviene nel processo di coagulazione del sangue. Se non prescritti dal medico, però, vietatissimi i supplementi: un sovradosaggio può avere gravi effetti su cuore e circolazione.

A pranzo: carne o pesce
A pranzo e cena, mangiando carne o pesce ci riforniamo di altre vitamine del gruppo B: per esempio la B3, o niacina. È chiamata anche PP, cioè “pellagra preventiva”, perché chi ne aveva una forte carenza veniva colpito dalla malattia, che attacca pelle, apparato gastrointestinale e sistema nervoso centrale. La vitamina PP aiuta a produrre e utilizzare le proteine. Per averne abbastanza, bisogna mangiare almeno mezza porzione di secondo a pranzo e una porzione a cena. Quanto alle altre vitamine del gruppo B, la B5 (acido pantotenico), la B6 (piridossina), la B12 (cobalamina) entrano nel metabolismo dei nutrienti, nell’utilizzo di altre sostanze (la B6 e la B12 sono antianemiche, per esempio), nella sintesi del Dna e nella riproduzione cellulare. Molto importante, infine, l’acido folico, che lavora con la vitamina B12. Se manca durante la gravidanza, può dare malformazioni al feto. Il rischio più alto è la spina bifida, che colpisce 4 neonati su mille: uno studio americano su 23 mila donne ha confermato che il supplemento di acido folico nei tre mesi precedenti il concepimento e nei primi tre mesi di gravidanza riduce del 75 per cento il rischio di questa malformazione. Fuori dalla gravidanza, comunque, i supplementi non servono.

Conclusione
Alla fine della giornata è una sola. Le vitamine ci consentono di vivere.Ci servono in quantità minime. Il limite di flessibilità dell’organismo di fronte a dosi massicce dev’essere valutato con molta attenzione. E i supplementi? Forse in futuro riusciremo a scoprire cocktail di vitamine sintetiche calibrati in maniera tale da poter davvero curare o prevenire malattie. Per ora, la scienza non ha ottenuto risultati. Non ci resta che mangiare con intelligenza.

firma.png

Un attimo di relax #166

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

“Si bello, ma il mio colore preferito è il blu!””

Assioma di Ducharme: se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai di essere parte del problema.” ~ Arthur Bloch

Libro della settimana:

I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia

Cosa fare se…il vostro sangue piace alle zanzare

ANIMALE: zanzara.
ATTACCO: puntura.
PERICOLO: nullo.
SINTOMI: ponfo (ossia lesione del derma con sollevamento della cute) e gonfiore rosso, pruriginoso.
CHE COSA FARE: lavare con acqua, applicare ghiaccio o pomata con antistaminico.
CHE COSA NON FARE: grattare o incidere a croce: provoca un peggioramento della lesione.
NOTE: sono le zanzare femmine che pungono: usano le proteine del sangue per il loro processo riproduttivo. Dopo parere medico, si può assumere vitamina B6 (anche in compresse) un’ora prima del calar del sole: la sua eliminazione attraverso la cute tiene lontane le zanzare, che non amano odori o sapori particolari.

firma.png

Due spezie per la mente

Per insaporire i cibi si utilizzano, da sempre, spezie ed erbe che entrano nei piatti in quantità normalmente modeste, ma che ugualmente possono fare bene alla salute, perché contengono sostanze ad azione simile a quella dei farmaci. A questo proposito sono state effettuate molte ricerche in tutto il mondo, eccone alcune

Curry e cervello
Secondo la ricerca condotta da ricercatori dell’ Università di Catania, in collaborazione con il New York Medical College, mangiare, qualche volta al mese, piatti insaporiti col curry, può aiutare il cervello a restare giovane. Il curry è una miscela, anche molto piccante, preparata con spezie di vario tipo come curcuma, coriandolo, pepe, cumino nero. Secondo i ricercatori, la sostanza che difende il nostro cervello è nella curcuma, detta anche zafferano delle Indie o zenzero giallo, una pianta dalla cui radice amara si estrae la curcumina, utilizzata per dare al curry il colore giallo, che da sola non trova impiego in cucina perché è amara. Ed è proprio la curcumina la sostanza capace di attivare un enzima chiave, che può proteggere le cellule cerebrali dall’ ossidazione, causa di invecchiamento e responsabile di disordini neurovegetativi come l’ Alzheimer. Secondo gli studiosi, l’ effetto antiossidante di questa spezia, potrebbe essere utile anche in alcuni casi di cancro, disturbi autoimmuni e sclerosi multipla. Il curry può poi facilitare la digestione, perché stimola la produzione di saliva in bocca e quella di succhi gastrici nello stomaco, ma non bisogna abusarne perché può avere azione tossica sul sistema nervoso centrale. In ogni caso, il curry non è adatto per chi soffre di disturbi digestivi, come la gastrite.

Cannella e rapidità
Masticare gomme alla cannella, può aiutare a ricordare meglio. Lo suggerisce uno studio di scienziati della Wheeling Jesuit University negli Stati Uniti, presentato dalla Association for Chemoreception Sciences. La cannella, inspirata durante la masticazione attraverso le vie retronasali da un gruppo di volontari, avrebbe migliorato non solo la loro memoria ma anche la capacità di attenzione e la rapidità di risposta visiva. La cannella viene preparata con la corteccia di un albero ad alto fusto, coltivato nelle foreste dell’ isola di Ceylon, Giava, Seyschelles. La varietà cinese viene considerata meno buona.

firma.png

Come sopravvivere alle zanzare!

Scrivo questo post su richiesta del mio amico Napolux che sembra stia vivendo un periodaccio per colpa delle zanzare. Vediamo un po’ se riesco ad aiutarlo!

Le zanzare che circolano in Italia appartengono a 67 specie: esistono le diurne e le notturne, però le responsabili delle punture sono solo le femmine.

Per proteggersi dai loro assalti senza spalmare la pelle con qualche repellente, si può ricorrere ai «fornelletti» elettrici con piastrine o liquidi a base di piretro. Questi dispositivi garantiscono una buon effetto insetticida e hanno una tossicità trascurabile, a patto, però, che vengano utilizzati in modo corretto. Devono essere collocati nelle immediate vicinanze di una finestra, così da assicurare un buon ricambio d’ aria. Esistono poi le spirali, meglio note come «zampironi», che abbinando all’insetticida il fumo, sono poco gradite alle zanzare. Visto che si utilizzano all’ aperto, non pongono problemi di tossicità. Il rimedio migliore, se si vive in aree particolarmente infestate, restano, comunque, le zanzariere alle finestre (M mi diceva Napolux che le sue zanzare sono così grosse che le sfondano…). Per quanto riguarda i repellenti cutanei alcuni coraggiosi volontari si sono spalmati il braccio con le sostanze protettive e lo hanno stoicamente infilato in una gabbia infestata di zanzare. E hanno aspettato, cronometro alla mano, di essere punti. In questo modo i ricercatori dell’ Università della Florida, negli Stati Uniti, hanno misurato il grado di protezione di diversi prodotti. Secondo i risultati dello studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, quello che funziona meglio è la “N,N-dietiltoluamide”, una sostanza dal nome complicato, ma che è impiegata da quasi cinquant’ anni nei prodotti più noti in commercio.
C’è solo un piccolo problema e ce lo dice wikipedia:”In merito all’uso di insetticidi, va detto peraltro che nonostante la bassa tossicità e l’impiego su scala ridotta, il ricorso a questi mezzi in ambito urbano è larghissimo, ponendo comunque il problema del rilascio di grandi quantità di principi attivi a largo spettro d’azione, poco selettivi e potenzialmente pericolosi per il rischio di intossicazione cronica. Ancora oggi, probabilmente, in Italia la lotta contro le zanzare è prevalentemente affidata agli interventi contro gli adulti ”

A questo punto propongo anche dei rimedi alternativi e molto più naturali! Trovato sul sito infozanzare.info curato da alcuni ricercatori del CNR
– Mettere dell’aceto e qualche fetta di limone in un recipiente a fondo piatto, le zanzare non si avvicineranno.
– Piantare dove possibile, Gerani odorosi e piante di Citronella e di Lavanda, efficaci repellenti naturali dei quali le zanzare non sopportano il profumo.
– La sera, mettere qualche goccia di olio di Neem (mi fa notare Marta che puzza di cipolle bruciate )o di Citronella su candele a base larga.
– Accendere zampironi o incensi al Neem (pianta insetticida indiana).
– Mangiare aglio o peperoncino, danno al sudore un odore sgradito agli insetti.
– Anche l’uso del Lievito di birra in scaglie (un pizzico, come il parmigiano, una volta al giorno, sugli alimenti) pare sia efficace, per il suddetto motivo.
– Altrettanto si ottiene con la vitamina C.
– Esiste una lampadina di colore giallo (il meno amato dalle zanzare) che le tiene alla larga per circa un metro intorno.
– C’è un’intera linea di abiti antizanzara realizzati con un tessuto contenente una resina acrilica repellente che resiste ai lavaggi
– On line, è in vendita per 9,90 euro, un piccolo strumento, da tenere al collo, che promette di tenere lontane le zanzare emettendo ultrasuoni ad una frequenza compresa tra i 5.000 e i 9.000 HZ e si ricarica con i raggi del sole.
– On line si possono acquistare anche scacciazanzare elettronici a rete o a batteria. L’ho appena comprato e funziona benissimo!
– Si dice che ottimo repellente sia l’estratto di bergamotto.
– Come repellente e lenitivo, vale la pena di provare anche l’olio di Andiroba. Viene estratto dai semi del frutto a forma di castagna, della Carapa guaianensis, mediante spremitura a freddo. E’utilizzato dalle popolazioni dell’Amazzonia, per difendersi dagli attacchi degli insetti.
– Anche la cipolla tiene lontane le zanzare, perciò è utile tenere nella stanza in cui si soggiorna, mezza cipolla in un piattino, con applicati sulla superficie dei chiodi di garofano.
Un ottimo repellente per le zanzare è rappresentato anche dal decotto di menta e qualche foglia di basilico che va filtrato e spruzzato sulle parti scoperte del corpo. E’ opportuno tenerlo in frigorifero.

Caro Napolux più di così non so che dirti. Ah si scusa, dimenticavo che forse è meglio sapere le caratteristiche del loro tipo di vittima preferita:
è leggermente sovrappeso;
è solita profumarsi con essenze fiorite;
è vestita di scuro o di nero, colori che attirano questi insetti;
indossa sandali che lasciano scoperti i piedi;
ha un debole per le verdure;
è fumatore;
produce molti ormoni sessuali;

Quindi in casi estremi non ti resterà che produrre meno ormoni sessuali!

firma.png

Estate: le erbe della bellezza. Parte 2.

Impacchi e oli
Per favorire l’ eliminazione delle scorie e dei liquidi stagnanti si può ricorrere all’ impiego di erbe ad azione drenante e diuretica da utilizzare come impacchi localizzati, o come oli per massaggi.

Ecco una ricetta contro il ristagno di liquidi. Tostare in forno una manciata di semi (castagne) di ippocastano. Polverizzarli e unirli a latte intero, fino a formare un composto semisolido. Scaldare il composto, lasciarlo intiepidire e poi applicarlo con garze di cotone sulle articolazioni gonfie. Lasciare agire per una ventina di minuti, poi sciacquare accuratamente.

Una ricetta contro il gonfiore delle caviglie. Preparare un decotto lasciando bollire per dieci minuti 100g di foglie fresche di edera in un litro d’ acqua. Raffreddare, filtrare e applicare l’ impacco sull’ area interessata.

Il decotto disinfettante contro acne e comedoni. Preparare un decotto portando ad ebollizione per 2-3 minuti una miscela composta dalle seguenti erbe: piantaggine 20g, noce 20g, sambuco 20g, salvia 20g, timo 20g, agrimonia 100g. Lasciare intiepidire e usare per impacchi e lavaggi.

firma.png

Estate: le erbe della bellezza. Parte 1.

Con la stagione calda si abbandonano trucco pesante e abiti coprenti: una liberazione per la pelle e il corpo, che però si mostrano con tutti i loro piccoli inestetismi, dai foruncoletti ai gonfiori.Ecco alcune soluzioni del tutto «naturali».

Per drenare
Quando le gambe appaiono gonfie, pesanti e dolenti spesso si tratta di un eccesso di liquidi nei tessuti che l’ organismo non riesce a smaltire come dovrebbe. Per favorire l’ eliminazione delle scorie e dei liquidi stagnanti si può ricorrere con successo all’ impiego di erbe ad azione drenante e diuretica, da utilizzare sotto forma di decotti nei bagni, come impacchi localizzati, o come oli essenziali per i massaggi.
Le erbe adatte a questi disturbi sono: betulla, tarassaco, finocchio, ciliegio, ortica, ippocastano, malva, rosmarino e pilosella.

Per tonificare
Per rassodare e rimodellare i tessuti, assicurarsi una pelle tonica, liscia ed elastica è necessario agire per tempo e combattere su tutti i fronti. Le piante più indicate per un’ azione tonificante sono: Glycine Soja, tè verde, betulla, salvia, Echinacea, Medicago Sativa, Equiseto, Alchemilla Vulgaris, rusco e Triticum Vulgare. I massaggi a base di olio essenziale devono essere eseguiti tutti i giorni; le spugnature a base di decotto, 2/3 volte la settimana.

Per depurare
La pelle grassa e impura, tipica degli adolescenti, ma non solo, è caratterizzata dall’ aspetto lucido, è untuosa al tatto, con pori dilatati e punti neri che possono preparare il terreno all’ acne. La patina untuosa che si forma in superficie consente l’ accumulo di microrganismi (polvere, smog) che provocano arrossamenti e impediscono alla cute di respirare, di rinnovarsi e di svolgere la naturale funzione di barriera. Se durante il periodo invernale il problema può essere «camuffato», d’ estate non resta che correre ai ripari. Il sole giova a questa tipologia cutanea, come l’ impiego di erbe ad azione antisettica e depurativa. Salvia, rosmarino, timo, sambuco, corteccia d’ olmo, bardana, carciofo, betulla, cardo mariano, achillea sono le erbe consigliate, da impiegare per uso esterno, utilizzabili sotto forma di impacchi, maschere e semplici lavaggi.

firma.png

Meditazione: piccola guida per iniziare.

meditare

I benefici riscontrabili con la meditazione sono numerosi, qui diamo alcuni punti guida per chi vuole provare questa nuova esperienza. La meditazione è come il gioco degli scacchi: le regole sono relativamente semplici da spiegare, ma il gioco è infinitamente complesso. E proprio come gli scacchi i nomi e le tecniche per meditare sono tanti e diverse, tuttavia i principi fondamentali sono gli stessi.

Rilassamento per il corpo e per la mente.

Questo può essere fatto attraverso la postura del corpo, il linguaggio figurato della mente, il mantra, la musica, il rilassamento progressivo dei muscoli e qualsiasi altro modo sia stato inventato. Scegli la tecnica che più ti è congeniale. Questo punto è relativamente facile da realizzare, poiché molti di noi hanno potuto sperimentare quale tipo di rilassamento più ci piaccia.

Non giudicarti.

Non giudicare i pensieri! Lasciali scorrere come l’acqua da una fontana, prova a ritornare all’obiettivo primario, che ti eri prefisso, qualunque esso sia. Questo è sempre difficile perchè noi siamo abituati a viaggiare con la mente indietro oppure in avanti esprimendo pensieri su tutto ( ad esempio ci preoccupiamo , abbiamo paura, ci rammarichiamo, anticipiamo gli eventi) . La chiave consiste nel notare con un certo distacco quello che sta accadendo interiormente. Osservare i nostri pensieri senza rimanere implicati è davvero difficile da realizzare.

Concentrati su qualcosa.

Spesso coloro che praticano tecniche meditative si concentrano sul proprio respiro, quando entra nel corpo e quando esce, ma noi possiamo concentrarci su qualsiasi altra cosa: su un piede, una patata, una pietra. Il respiro è molto semplice poiché è sempre presente in tutto quello che facciamo. Prova a concentrarti su una cosa e constaterai che è sorprendentemente difficile. Quando l’attenzione si allontana dall’oggetto prescelto riportala con gentilezza sull’obiettivo. E’ importante che avvenga con molta gentilezza, sii cortese con te stesso. Chi fa meditazione assiduamente consiglia di non desistere se le prime volte troverai difficoltà perchè si migliora con la pratica.

Non pensare a nulla.

La maggior parte dei praticanti affermano che questo è uno stadio molto difficile da raggiungere senza molta molta pratica, a mio parer su questo punto non è necessario aggiungere nulla se non di applicarti con molta costanza sui primi punti.

Zzzzz Zzzzz.

Ricordati che questo non è meditare ma dormire….

Questa è una rapida introduzione che fornisce degli spunti sufficienti ad iniziare. E’ importante non tanto essere informato sulle tecniche, ma esercitarvi sul controllo dei pensieri, ovvero distendere la mente e concentrasi su di un obiettivo. Prova questi primi suggerimenti vedi cosa accade, e poi approfondisci ulteriormente se ti va.

firma.png

Rimedi contro il singhiozzo. Un post 2.0

singhiozzo

Lunedì mi è venuto il singhiozzo e ho deciso di usare i social network per chiedere aiuto a tutti i miei amici online per trovare una soluzione veloce ed indolore. Ho quindi twittato la richiesta di aiuto (il twitt è andato anche su facebook e su friendfeed ed è stato ritwittato da Napolux) e ho ricevuto diverse risposte in pochi minuti, alcune già conosciute, altre mai sentite e altre un po’ “strane”. A questo punto non mi resta che organizzare in questo post tutte le risposte ricevute per fare un piccolo vademecum 2.0 di soluzioni  contro il singhiozzo.

Soluzioni incentrate sul respirare e sull’ingoiare:

nerapoesia: trattenere il respiro per 60 secondi –

piegati a 90° e bevi un po’ d’acqua in questa posizione – – bere 7 sorsi con respiri regolari

maurodelpup: Trattieni il respiro per almeno un minuto

nando_p: bevi sette sorsi d’acqua senza prendere fiato

bongfactory: la soluzione che ho sentito ha molto a che fare con il waterboarding:ingoiare acqua a testa in giù….a me mi pare ‘na strunzata

fatacarabina: tappati il naso e saltella come un pazzo su una gamba sola.

Kobayashi: trattieni il respiro per almeno un minuto.

Fabio A. : respira in un sacchetto di carta per qualche

minuto.

Barbara-BlackCat: mio marito beve venti sorsi d’acqua tenendo il naso tappato, non mi chiedere perchè, ma gli passa.

Soluzioni incentrate sul combattere l’acidità e la distensione gastrica:

nerapoesia: un cucchiaino di succo di limone.

linuxedintorni: un pò di bicarbonato o una compressa di ossido di titanio o alluminio rendi il tuo stomaco più basico.

maurodelpulp: prendi un cucchiaino di zucchero imbevuto di limone. Di solito funziona.

Alice Twain: Mangia la citrosodina.

Elena: zucchero e limone, come insegnava la nonna?

Amanda: un po’ di zucchero sulla punta della lingua.

Soluzione incentrate sul distrarre l’ammalato…

nerapoesia: anche prendere uno spavento

Catepol: buuuu! (paura, eh?)

pises73: Usa la mente. Con me funziona. Mi concentro sul mio diaframma e gli “impongo” di non muoversi più…

Ikaro: Bu!

Merlinox: Se vuoi ti mando una mia foto appena sveglio!

nicola tbr: passami la pass del tuo adsense, poi controlla l’account e vedi che te lo faccio passare in un attimo ;) :P

HoldMe: guarda una foto di berlusconi nudo e vedi come ti passa

Soluzione pericolosissima!

Roberto (gravitazero): metodo Carradine?

A me ha funzionato il metodo suggerito da Barbara-BlackCat. Ho bevuto venti sorsi d’acqua tenendo il naso tappato e mi è passato! Grazie :)

Per ringraziarvi vi dico una piccola curiosità che potete usare per “farvi fighi” con gli amici al bar: se vi viene il singhiozzo dite che avete avuto un “singulto parossistico antiperistaltico” perchè il singhiozzo si può anche chiamare così.

Ah dimenticavo! Se conoscete altri rimedi scriveteli nei commenti! :)

firma.png

Test: Quante papille gustative hai?

gusto

Il numero di papille gustative è regolato da fattori genetici e circa metà della popolazione ne ha moltissime o pochissime e quindi, in base al numero di papille possedute, il 50% della popolazione si può dividere in supertaster e undertaster (si possono più o meno tradurre in iper e ipo- gustatori). I supertasters hanno una più alta concentrazione di papille della media delle persone e quindi riescono a percepire più profondamente i gusti, gli undertaster, viceversa hanno bisogno di cibi più saporiti per saziare il loro senso del gusto.
I supertaster sono soprattutto donne e di nazionalità Africana, Asiatica e Sudamericana, sono più sensibili al gusto amaro e non si conosce il senso evolutivo di questa variante genetica, perchè, sebbene siano più protetti dagli infarti in quanto i grassi vengono percepiti come amari, sono meno protetti dai tumori perchè anche i vegetali vengono percepiti come amari.

Test

Per scoprire se siete l’uno o l’altro, fate scioglere una bustina di dolcificante (la trovate in tutti i bar) in mezzo bicchiere di acqua liscia e poi mettete un cucchiaio della soluzione sulla vostra lingua: se sentite un sapore amaro, siete un supertaster, se invece sentite un sapore dolce siete un undertaster. Se sentite entrambi i sapori allora fate parte del 50% della popolazione che ha un numero medio di papille gustative.

PS facendo le dovute ricerche per questo articolo mi sono imbattuto in un’altra curiosità che riguarda il senso del gusto. Restate quindi in contatto e, se ancora non lo avete fatto, iscrivetevi ai feed o alla newsletter.

firma.png

Page 1 of 5

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén