Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: gennaio 2011 (Page 1 of 2)

Un attimo di relax #130

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

funny pictures - Your red blood cells are being attacked by kittens.  If we don't act soon, you will die of happiness.

“I suoi globuli rossi sono stati attaccati da dai gattini. Se non agiamo subito lei rischia di morire di felicità”

Nessuno è in grado di governare un altro senza il suo consenso.” ~ Abraham Lincoln

Libro della settimana:

Cosmesi Anti-Age

Quanta saliva produce un essere umano?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Quanta saliva produce un essere umano?
R. In un giorno, le ghiandole salivari di un adulto producono circa un litro e mezzo di saliva. Tale quantità subisce notevoli variazioni durante la giornata e a seconda delle situazioni: per esempio, di notte è più scarsa, e aumenta durante la masticazione dei cibi avviandone la digestione. Anche masticare un chewing gum aumenta la produzione di saliva. Viceversa, alcune emozioni, come la paura o la tensione, possono diminuirne la quantità, causando la sensazione di bocca asciutta (che può essere provocata anche dall’uso di alcuni farmaci). L’asialia è la mancanza o la notevole riduzione di saliva dovuta ad alcune malattie o alla lesione delle ghiandole salivari, mentre la scialorrea è il disturbo opposto, l’ipersalivazione, causata da farmaci, malattie neurologiche, ma anche dalle protesi dentarie appena impiantate o da alcuni sapori sgradevoli.

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Malattie reumatiche: sono sempre più diffuse, non facili da curare. Ma presto…

Ne soffrono più di cinque milioni di italiani di tutte le età. Sono le malattie reumatiche: non fanno morire, ma non lasciano vivere. E, contrariamente a quanto si pensa comunemente, non sono riservate alle persone anziane, anche perché sotto il nome di reumatismi c’è un’intera classe di malattie che ne comprende più di cento.
Affezioni come l’artrite reumatoide e il Les compaiono verso i 25-30 anni, in particolare nelle donne. E malattie reumatiche possono colpire anche i bambini, per alcune di queste malattie si sospetta perfino una predisposizione genetica. E’ per esempio il caso del lupus e dell’artrite reumatoide. A causarle sarebbe un sistema immunitario che reagisce in maniera abnorme ad alcune infezioni, producendo autoanticorpi che finiscono per attaccare altre cellule dell’organismo. Altre malattie reumatiche, come l’artrosi, possono essere causate dalla sedentarietà: lo scarso movimento provocherebbe una proliferazione anormale delle cellule delle cartilagini e questo a sua volta provocherebbe lesioni e quindi dolore. Sulle malattie reumatiche globalmente si sa poco. Forse è per questo che non sono guaribili. Tuttavia, sono curabili. Oggi infatti non si dice più a un malato reumatico “non c’è più niente da fare”, purché la diagnosi sia corretta e precoce. Se la malattia è curata fin dall’inizio, può essere tenuta a bada, controllandone adeguatamente i sintomi come accade, per esempio, con il diabete o l’ipertensione. E diminuiscono anche le possibilità che negli anni provochi disabilità.

Farmaci e bisturi. Ma verrà il vaccino
Le cure contro i reumi riducono l’infiammazione e il dolore, ma non eliminano le cause, perché queste sono ancora sconosciute. Anche se c’è chi sostiene che l’artrite reumatoide sia dovuta a un virus che innescherebbe a distanza di anni le trasformazioni immunologiche che provocano la malattia.
Ecco i farmaci e le terapie più usati.
Fans (Antiinfiammatori non steroidei). Bloccano l’enzima cicloossigenasi: quello che trasforma l’acido arachidonico in prostaglandine e scatena l’infiammazione. I Fans possono danneggiare reni e stomaco. Nelle malattie autoimmuni si usano derivati del cortisone, che hanno azione antinfiammatoria, e il metotrexate o la ciclofosfamide, che controllano la replicazione cellulare. Hanno però ripercusioni sul midollo osseo, sul fegato e sull’apparato digerente.
Cure termali. Il calore di fango e bagni fa affluire sangue alle parti colpite da artrosi, accelerando la ricostruzione della cartilagine. Nell’iperuricemia, bere acqua aumenta l’attività renale.
Chirurgia. Corregge le forme più gravi di reumatismi, ripristinando la funzione dell’articolazione ed elimina il dolore. Le parti più trattate: tendini di mani e piedi, gomiti, colonna vertebrale. Fisoterapia. Riduce il dolore, migliora l’articolazione e le possibilità di muoverla.
Vaccino. Due le strade che si stanno tentando. Nell’artrite reumatoide aumenta la secrezione di citochine che favoriscono la replicazione delle cellule e stimolano l’infiammazione. Sono stati prodotti in laboratorio anticorpi contro le citochine. Ma devono arrivare solo all’articolazione malata, e non altrove, dove potrebbero avere effetti dannosi. Per il vaccino, le ricerche più progredite riguardano l’artrite reumatoide. L’obiettivo è il DR4, un antigene tipico del corredo genetico di chi contrae la malattia. Si parte dall’ipotesi che solo chi ha il DR4 svilupperà la malattia. Il DR4, sollecitato da alcuni linfociti T, scatena la risposta immunitaria quando nell’organismo è in corso un’infezione. Quando l’infezione scompare la sua azione prosegue e provoca l’artrite reumatoide. Obiettivo della ricerca è quello di creare un vaccino che isoli il DR4, in modo che non possa essere attivato venendo a contatto con i linfociti T.

La diagnosi non ha misteri
Per rivelare un difetto alle cartilagini (artrosi), può bastare una radiografia, ma per una diagnosi esatta delle malattie reumatiche sono essenziali gli esami del sangue. Ecco i principali.
Acido urico. Se la presenza nel sangue aumenta, è probabile che la causa sia la gotta.
Fosfatasi alcalina. La crescita della parte di origine ossea di questo enzima (prodotto anche dal fegato), può indicare la presenza di fratture o del morbo di Paget, malattia che porta alla perdita di elasticità delle ossa e aumenta il rischio di fratture.
Elettroforesi proteica. Rivela il frazionamento delle proteine di origine epatica. Un aumento della frazione alfa1 e alfa2 indica un’infiammazione attiva, mentre la crescita della frazione gamma segnala un’infiammazione cronica.
Ves (velocità di eritrosedimentazione). E’ un indice di infiammazione: se c’è, cresce il fibrinogeno, una sostanza che tiene uniti tra loro i globuli rossi, e favorisce la loro sedimentazione.
Proteina C reattiva. Compare entro poche ore dall’inizio dell’ infiammazione. I risultati di questo esame e del precedente, però, possono indicare tanto una malattia reumatica quanto un forte raffreddore o una carie dentale. Per distinguere, in questi casi si cercano i fattori reumatoidi, autoanticorpi prodotti dalla reazione del sistema immunitario contro la malattia.
Tac e Rnm (tomografia assiale computerizzata e risonanza magnetica nucleare). Permettono di rilevare lesioni anche limitate.
Moc (Mineralometria ossea computerizzata). E’ specifica per le malattie ossee. Appoggiando una sonda registrante sulla pelle in corrispondenza delle vertebre oppure del polso si valuta il tasso di calcio presente nell’osso, e quindi si può stabilire eventuali rischi futuri di fratture

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Un attimo di relax #129

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

funny pictures - U wanna do sumthin? Nah. Me neithr.

“Vuoi fare qualcosa?” – “No” – “Neanche io”

L’abuso e la disubbidienza alla legge non può essere impedita da nessuna legge.” ~ Giacomo Leopardi

Libro della settimana:

Erboristeria Tutor

Funzionano davvero gli afrodisiaci?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Funzionano davvero gli afrodisiaci?
R. Che esistano in natura sostanze capaci di amplificare il desiderio e la prestanza sessuale è una credenza diffusa fin dall’antichità. Nel Medioevo, in Inghilterra, solo per fare un esempio, si impiegavano escrementi di serpente nelle pozioni d’amore. Sembra invece che a Hitler venissero fatte iniezioni di ormoni estratti da animali per aumentare la sua libido. Stravaganze a parte, l’Istituto per le ricerche sul sesso di Amburgo ha analizzato 200 sostanze ritenute afrodisiache per trovare princìpi attivi efficaci. Il risultato è che peperoncino, aglio, ostriche e tutte le sostanze tratte da animali (denti d’ippopotamo, pene di tigre, corno di rinoceronte) non hanno alcun effetto. Fanno eccezione due sostanze, la yohimbina e la cantaride. La prima, che si ottiene dalla corteccia di un albero dell’Africa centrale (Corynanthe yohimbe), provoca una dilatazione dei vasi sanguigni negli organi sessuali, favorendo così il prolungamento dell’erezione e una maggiore sensibilità femminile. La cantaride (estratta da un insetto, la Lytta vesicatoria), agisce invece sull’uretra, ma può dare forti reazioni allergiche.

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Pazzi per…amore? Non solo!

Si può delirare anche per passioni molto meno “nobili … come una collezione di lattine di birra o una motocicletta. Con alcune distinzioni.

Le passioni possono essere di molti tipi, ma agiscono sulle stesse aree cerebrali e sono il motore delle nostre azioni.

Gli amanti di Star Trek ci resteranno malissimo: uno dei personaggi più amati della loro saga preferita, il signor Spock, è in realtà il meno credibile di tutti. Infatti, secondo Dylan Evans, ricercatore del King’s College di Londra, un essere così, senza emozioni né passioni, sarebbe anche molto poco intelligente, e di certo non potrebbe ricoprire mai nessun ruolo di rilievo. Per Evans, le emozioni e le passioni ci rendono più attenti a ciò che ci succede attorno: sono insomma il motore di molte nostre azioni.

L’interruttore nel cervello
Per la loro importanza, i circuiti del cervello che ci spingono ad assecondare le passioni si sono evoluti molto presto. Quando facciamo sesso o mangiamo, si attivano i centri del piacere (in particolare, il sistema limbico). Sono le zone più antiche e più primitive del cervello. Ma questi stessi centri si accendono anche nel cervello dei tifosi accaniti, quando la squadra del cuore segna, oppure in quello di chi ama la musica, all’ascolto del suo brano preferito. La passione degli sportivi è stata misurata qualche anno fa da un gruppo di cardiologi di Edimburgo, in Scozia: i medici si recarono in due club calcistici, e trovarono dieci tifosi disposti a sottoporsi a un test, che avrebbe misurato il ritmo cardiaco e la pressione del sangue prima e durante una partita. «Lo stress emotivo indotto dalla partita è associato a un aumento significativo del ritmo cardiaco e della pressione del sangue. Il ritmo cardiaco, in particolare, raggiunge un picco quando la squadra per cui si fa il tifo segna un gol» concludevano i ricercatori. La musica è invece studiata da oltre 20 anni da Robert Zatorre, all’Università di Montreal (Canada). Nel 2001, il ricercatore ha misurato le risposte fisiologiche di alcuni allievi di scuole musicali all’ascolto del loro brano preferito. Il risultato lascia poco spazio ai dubbi: la musica provoca brividi lungo la schiena, fa accelerare il battito cardiaco e la respirazione, e attiva i centri nervosi del piacere. Esiste quindi una base biologica comune che spiega perché ricerchiamo alcune forme di piacere.

Passioni di serie A
Sarebbe però riduttivo ricondurre le passioni a una questione fisiologica. La biochimica non spiega che cosa sono le passioni,ma si limita a osservarne gli effetti. La chimica del cervello, poi, non spiega perché qualcuno si appassiona al lavoro, qualcun altro alla musica e altri all’arte, allo sport, alla politica. Le scelte dipendono dalle esperienze di ciascuno, dalla sua cultura. La passione è un sentimento che ci spinge a compiere azioni che soddisfino le nostre aspettative. Alcune forme estreme di tifo calcistico, oppure l’amore dei fan per un cantante o un attore sono forme di fanatismo e non vere e proprie passioni. Infatti, spesso, seguono le mode. Nelle passioni vere succede il contrario: c’è una componente di trasgressione.
La passione, quindi, è l’opposto della moda. Per questo chi ha una passione vera viene spesso giudicato una persona al di fuori della norma. E si dice che l’amore è folle perché, almeno nella fase in cui la passione è più forte, può spingere a comportamenti insoliti.

Scandali reali
Così, era passione vera quella che spinse Ludwig I, re di Baviera, ad abdicare nel 1848, dopo 23 anni di regno, per seguire la sua amata, la danzatrice spagnola Lola Montez. Oppure quella che durante la rivolta di Piazza Tienanmen, avvenuta a Pechino nel 1989, indusse uno studente a fermarsi in piedi e disarmato davanti a una colonna di carri armati, bloccandone l’avanzata. Purtroppo oggi le passioni sono in crisi. Un’eccezione è rappresentata dai movimenti politici spontanei. Il fervore politico che anima i “no global”, per esempio, è una passione vera, perché nega il principale sistema di riferimento della società d’oggi: il consumismo.

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Un attimo di relax #128

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

Funny Pictures - Paranoid Seal Gif

“Foca Paranoica…”

Se la prima volta non ti riesce, il paracadutismo non fa per te.” ~ Arthur Bloch

Libro della settimana:

Fruttismo & Crudismo

Buono

Il telefono trasmette. L’acne!

L’ acne di solito è dovuta al risveglio ormonale dell’adolescenza, ma al Centro medico dell’università del Texas sono stati individuati tre casi singolarmente atipici: prima di tutto i pazienti erano adulti, e in secondo luogo mostravano segni di acne soltanto nella parte bassa di una delle due guance. Dopo un’accurata indagine, il dermatologo Amit Pandya ha concluso che si trattava di una forma di acne “meccanica”, dovuta cioè a contatti fisici frequenti e prolungati. Il colpevole? Era la cornetta telefonica. Tutti e tre i pazienti, infatti, hanno ammesso di usare moltissimo il telefono, e di tenere spesso il ricevitore a contatto della pelle, tra la spalla e la guancia. I primi casi di acne meccanica erano stati individuati in alcuni giocatori junior di football: le eruzioni, in quel caso, erano provocate dallo sfregamento delle cinghie del caschetto. Secondo Pandya, lo sfregamento irrita la pelle provocando un proliferare delle cellule cutanee che ostruiscono i pori e favoriscono la formazione di foruncoli. Soluzione? Eliminare la causa, ovviamente. Se non è possibile, Pandya suggerisce almeno di disinfettare spesso la cornetta, o avvolgerla in un sacchetto sterile.

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Che cos’è la temperatura percepita?

Oggi un’altra domanda e risposta della rubrica: Psichesoma Answers!

In questa rubrica troverete risposta alle domande che mi avete posto via email e che ho reputato essere di interesse generale.

D. Che cos’è la temperatura percepita?
R. La sensazione di caldo o di freddo dipende, oltre che dalla temperatura ambientale, da altri fattori, essenzialmente l’umidità e il vento. Per esempio, quando fa caldo, se il tempo è umido, si soffre di più perché l’umidità dell’aria limita l’evaporazione del sudore e dunque la perdita di calore corporeo. Quando la temperatura è bassa, se il vento soffia via lo strato d’aria calda che avvolge il corpo, la sensazione di freddo aumenta. La temperatura percepita non è però una grandezza fisica,ma una stima che aiuta a misurare una sensazione soggettiva. Per esempio, se la temperatura reale è di 5 °C e il vento soffia a 50 km/h, la temperatura percepita sulle parti scoperte del corpo sarà di –9 °C, ma l’acqua non gelerà comunque. Esistono vari modi per calcolare la temperatura percepita. Per il caldo, i più diffusi sono l’indice Humidex e quello di Thom; per il freddo l’indice Wind Chill. Per calcolarli esistono equazioni che richiedono l’uso dello psicrometro (strumento che misura l’umidità relativa dell’aria).

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Mamma ho un cervello nella pancia!

Vi siete mai chiesti perché un importante impegno di lavoro vi può far venire i crampi allo stomaco? O perché uno stato di tensione emotiva può tradursi in problemi intestinali? O ancora perché alcuni antidepressivi possono provocano nausea e mal di pancia? La ragione è, spiega Michael Gershon, docente di anatomia a New York, nel fatto che l’organismo ha due cervelli: uno, che tutti conosciamo è nella testa. E uno, meno noto, nella pancia. I due cervelli o, meglio, i due sistemi nervosi, sono collegati e le loro cellule sono attivate dagli stessi neurotrasmettitori. Per questo uno stress nervoso può avere ripercussioni intestinali. E il cervello nella pancia può inviare e ricevere messaggi, memorizzare esperienze e rispondere a emozioni. Il “secondo cervello”, noto come sistema nervoso enterico, è situato lungo due rivestimenti del tratto intestinale detti plesso mienterico e plesso submucosale. E in genere si occupa principalmente di coordinare i tempi della digestione e della contrazione dei muscoli lungo l’intestino. Ma è anche responsabile di disturbi come la colite, la diarrea e una sindrome chiamata “colon irritabile”, che trovano le loro cause a livello psicologico. Dal punto di vista evolutivo, il fatto che l’ uomo abbia due cervelli è d’altronde comprensibile. I primi sistemi nervosi apparsi sulla Terra erano nella pancia di creature acquatiche che avevano come loro principale compito quello di mangiare e digerire. Poi si svilupparono animali più complessi che richiesero un sistema nervoso centrale. Ma il primitivo cervello, nella pancia, è sopravvissuto fino a noi.

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