Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: aprile 2010

Ci stiamo intossicando con il mercurio?

L’altro giorno parlavamo del mercurio nel tonno e ho ritrovato un articolo di Newton del 2005 che vorrei portare alla vostra attenzione.

“Il mercurio è presente nei pesci dei nostri mari in quantità  maggiori di quelle riscontrate nella fauna ittica dell’Atlantico. Ma il rischio  è globale: circa 4.500 le tonnellate annualmente rilasciate in atmosfera, di cui  2.250 da attività industriali. I Paesi asiatici contribuiscono per il 40%. Il Mediterraneo è interessato da fenomeni di inquinamento da  mercurio comparabili (e spesso ben maggiori) a quelli riscontrati nelle acque atlantiche. Ad aggravare la situazione sono anche i cambiamenti climatici che  influenzano in modo determinante i tempi di residenza in atmosfera del mercurio.
La forte irradiazione solare, le elevate concentrazioni di ozono e di  particolato atmosferico creano, infatti, una ‘miscela’ che provoca la formazione  di mercurio reattivo, ossia più facilmente trasferibile dall’atmosfera alle  acque superficiali del Mediterraneo. Per molto tempo è stata un’emergenza  ignorata, benché nel corso degli ultimi 15 anni la comunità scientifica  internazionale e gli Enti preposti alla tutela e alla salvaguardia della salute  pubblica abbiano mostrato una crescente attenzione agli effetti dannosi  derivanti da tale inquinamento.
Attualmente su scala globale vengono rilasciate in atmosfera circa 4.500 tonnellate annue di mercurio, di cui 2.250 derivanti da  attività industriali e il resto da sorgenti naturali. Il trend è in crescita,  soprattutto nei Paesi asiatici che complessivamente contribuiscono per il 40%  delle emissioni globali: circa 1.000 tonnellate l’anno. Una volta in atmosfera,  questo metallo si deposita sui corpi recettori terrestri e acquatici,  determinando un notevole impatto sulla catena alimentare. Il “Position paper sul  mercurio” preparato per la Commissione Europea,  , da cui sono derivate la  “Strategia europea sul mercurio” e la relativa “Direttiva europea sulla qualità  dell’aria”, ha evidenziato la gravità del problema. Basti ricordare i disastri  di Minamata in Giappone (1953-1960), in Iraq (1956-1960) e, in anni recenti, nel  triangolo industriale di Priolo-Agusta-Melilli, che hanno rivelato quanto  terribili possano essere gli effetti della dispersione del mercurio.

Rimanete in contatto perché nel prossimo post parlerò dei sintomi dell’intossicazione da mercurio e del modo migliore per diagnosticarla.

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Shock: come riconoscerlo e cosa fare.

Molti fattori possono causare uno shock: insufficienza caridaca (“shock primario”), e fattori di vario genere (per esempio, una scossa elettrica, una forte emorragia o una reazione anafilattica), e allora si parla di “shock secondario”.
Indipendentemente dalla causa, i sintomi sono in ambedue i casi sempre gli stessi.
I segni esteriori dello shock sono:

  • debolezza;
  • estremo pallore;
  • sudore freddo;
  • polso debole e frequente;
  • respiro aritmico e corto;
  • sete;
  • nausea;
  • scarsità della secrezione urinaria;
  • bassa pressione del sangue (ipotensione);
  • ipotermia;
  • perdita di coscienza.

La cura dello shock deve risalire alla causa, che di solito non comporta problemi per essere individuata. Può essere causato, per esempio, da una brusca caduta della gittata cardiaca, come avviene nella trombosi delle coronarie.

In certi casi (shock ematogeno), è dovuto a una notevole diminuzione della quantità normale di sangue in circolazione: ogni trauma (emorragia interna o esterna, perdita di liquidi causata da ustioni, vomito o diarrea grave) che determini la perdita improvvisa di 2-3 litri di sangue è generalmente letale.
Attenzione: potreste non essere in grado di vedere il sangue se l’emorragia riguarda un organo interno.

In altri casi, il volume del sangue in circolazione non diminuisce, ma può diventare improvvisamente insufficiente a causa della dilatazione dei vasi sanguigni, conseguente a una grave forma di intossicazione, a un trauma al cervello o a shock anafilattico.

Cosa fare.
Quando compaiono i sintomi dello shock, è bene tenere il paziente al caldo e chiamare immediatamente il medico o, se non è possibile, è consigliabile portare il paziente all’ospedale più vicino, possibilmente con un’autoambulanza, perché lo shock, oltre che potersi manifestare improvvisamente, può anche rapidamente peggiorare, se non si interviene precocemente con misure appropriate.

Se è cosciente va messo in posizione antishock: disteso, supino, arti inferiori rialzati rispetto al cuore, coprirlo con una coperta. NB Non sollevare le gambe se c’è un sospetto di trauma alla colonna, al cranio, al bacino o agli arti inferiori

Se è incosciente va posto in posizione laterale di sicurezza con gambe sollevate + coperta

Non somministrare mai alcolici o caffè

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Sostanze nocive nei nostri piatti.

Nei nostri piatti si annidano anche dei ‘killer’ insospettabili, ovvero sostanze chimiche nocive per la salute, sul lungo periodo. Queste sfuggono a rilevazioni e monitoraggi perché non sono sono ancora stati imposti dei limiti o delle regole per il loro utilizzo. Sono colpiti soprattutto i bambini.

Queste sostanze pericolose, che sfuggono ai controlli, inquinano il cibo, passando direttamente dall’ambiente alla tavola. Oltre agli inquinanti ‘classici’, dalle diossine ai metalli pesanti, tenuti gia’ sotto controllo da vari programmi di monitoraggio, vi sono una serie di altre sostanze chimiche molto nocive soprattutto per gli effetti sul sistema endocrino: definite ‘interferenti endocrini‘, ad esempio il PBDE (una sostanza anti-fiamme utilizzata ad esempio nei pc), bisfenolo A (componente nelle plastiche) o ftalati (additivi per ammorbidire la plastica). Queste sostanze si liberano nell’ambiente e contaminano terreno, acqua e gli alimenti.
Pare che sia a rischio il sistema riproduttivo dei bambini, con possibili conseguenze anche per una maggiore incidenza dei tumori e danni allo sviluppo neurologico. I dati sperimentali indicano il rischio di effetti ritardati sullo sviluppo dell’organismo, a causa dell’esposizione prenatale o perinatale con effetti osservabili alla pubertà o nell’età adulta.
Vi è possibile correlazione, suggerita anche da studi epidemiologici, fra esposizione a questi e alterazioni riproduttive:

  • infertilità maschile
  • aborto spontaneo
  • endometriosi
  • diminuzione dei nati vivi maschi
  • malformazioni dell’apparato riproduttivo (ad es., ipospadia e criptorchidismo)
  • aumentata suscettibilità ai tumori del testicolo (seminomi) e di altri tessuti bersaglio.

Negli ultimi 20 anni, infatti, si e’ registrato un aumento delle patologie collegate all’azione di tali sostanze.

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Vuoi un cocktail di gamberetti?

gamberetti

No.

Le foreste di mangrovie.
Habitat e luogo di deposizione delle uova per pesci e crostacei, le mangrovie frenano l’erosione delle onde e rivestono una grande importanza, sia per l’ecosistema marino sia per le economie locali. Orlano quasi un quarto delle coste tropicali, ma è solo la metà dell’estensione originaria. Retrocedono costantemente a causa dello sfruttamento del legname, dell’inquinamento e, in misura sempre maggiore, dell’allevamento di gamberetti, soprattutto in Asia, che rifornisce 1’80% della produzione mondiale! Le conseguenze di questi allevamenti sugli ecosistemi sono tali che, in certe zone, per ogni chilogrammo di gamberetti scompaiono 500 grammi di pesci e altri crostacei.

Cloramfenicolo.
Come per molte altre cose provenienti da produzioni intensive in Asia, ogni tanto si scopre che qualcosa non va. Questa è successa nel 2001. L’Ue ha bloccato l’importazione di gamberetti, rosa e grigi, ma anche di pollame, conigli, sottoprodotti destinati a divenire redivive farine animali. Il bando è proseguito fino a fine febbraio 2002. Le date dell’inchiesta:
– settembre 2001: iniziano i test.
– novembre 2001: una serie di controlli a campione fa emergere irre­golarità igieniche e sostanze proibite.
– dicembre 2001: 27 tonnellate di gamberetti e prodotti ittici lavorati (surimi e polpe di pesce) bloccati in Olanda: erano contaminati.

I gamberetti cinesi sono stati banditi in Europa per oltre un anno, così come ingenti quantità di molluschi, polli, conigli e farine di pesce usate per l’alimentazione animale, per colpa di un antibiotico, il cloramfenicolo. Scoperto nel 1947, molto potente — veniva usato per l’uomo solo in caso di infezioni molto gravi — ha dimostrato di poter indurre oltre a pericolose allergie anche mutazioni genetiche e tumori. Vietato negli allevamenti europei dal 1994, ha continuato a essere usato in Cina e Vietnam (e anche nell’Est europeo, specialmente per i conigli) da grandi allevatori ed esportatori di crostacei che lo impiegano per prevenire malattie e far accrescere più rapidamente gli animali.
Dopo diversi controlli in Cina da parte degli ispettori europei è scattato il blocco delle merci in Olanda, Germania, Danimarca e Polonia: in mezza Europa.
Quindi il consiglio finale è: evitare i gamberetti, controllare la loro provenienza.

Bibliografia
100 domande sul cibo di Stefano Carnazzani, Ed. Ambiente

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Un attimo di relax #95

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Se riesci a leggere il cartello, è troppo tardi per scappare.”

Si ama il proprio desiderio e non la cosa desiderata.” ~ Friedrich Nietzsche

Libri della settimana:
E’ nata a collana: Il Filo Verde di Arianna su Macrolibrarsi!
Macrolibrarsi.it presenta la nuova collana Il Filo Verde di Arianna

Ma il tonno è leggero?

tonno

Sta per arrivare (o dovrebbe essere già arrivato) il caldo. Cosa c’è di meglio di un’insalatona guarnita di tonno? 0 per rendere un po’ più sostanziosa l’insalata di riso? O per preparare un pranzetto leggero e dietetico? Idealmente connesso ad un pranzo moderno, salutare, leggero, estivo e rinfrescante, ingrediente onnipresente per sapide tartine e insalate di riso, il tonno in scatola è in realtà un alimento controverso.
Gli stock ittivi di varie specie di tonno sono al collasso.
Tonno rosso, tonno pinne gialle e tonno pinne blu sono sempre più rari, Durante le massicce operazioni di pesca si intrappolano a morte decine di altre specie non commestibili, e odiosamente spesso anche delfini. La praticità del suo confezionamento è poi un inganno culturale. Se chiedete a un bambino dell’asilo di disegnare un tonno, presumibilmente disegnerà una scatoletta cilindrica.

Metilmercurio.
Il tonno è un pesce predatore e, in cima alla catena alimentare, bioaccumula le sostanze nocive in circolo nell’ambiente. Il mercurio scaricato da vernici e processi industriali ce lo rimangiamo proprio dal pesce, ed è proprio per gli elevati livelli di mietilmercurio che la Food and Drug Administration americana raccomanda per le donne in gravidanza e allattamento non più di una scatola di tonno a settimana. Raccomandazione del pari validissima per ognuno di noi.

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Vuoi ancora i Bastoncini del Capitano?

pesce

II consumo di pesce e frutti di mare è in crescita. Non così le risorse ittiche selvatiche utilizzate a scopo commerciale. Una situazione critica In tutto il mondo: il 75% degli stock ittici è oggetto di una pesca indiscriminata, o rischia di esserlo.
L’International Council for the Exploration of the Sea (Ices) è un organismo internazionale per le ricerche scientifiche nel Nord Atlantico. Coordina i lavori di oltre 1.600 scienziati marini dei 19 paesi che lo costituiscono. Fornisce annualmente nuovi dati scientifici sui mari alla Commissione europea.

Stop alla pesca.
Tutti gli ultimi rapporti presentati alla Commissione europea richiedono uno stop alla pesca, nei nostri mari i pesci si stanno estinguendo. L’Ices non fa che ribadire l’allarme: “zero catture” per merluzzo, nasello e platessa. Stanno finendo! Il loro numero nelle acque continentali, tra l’Atlanticoe l’Irlanda, diminuisce irreversibilmente.

Scorrendo il sommario delle raccomandazioni Ices degli ultimi anni, per i merluzzi nei Mari del Nord e Skagerrak, del Mare d’Irlanda, di Scozia, zero catture fino al ristabilirsi degli stock. Per la platessa nei Mari del Nord si consiglia l’attuazione di un piano di limitazione della pesca e recupero per ricostituire lo stock. Idem per il nasello dall’Irlanda al Portogallo. Gli scienziati continuano a raccomandare di ridurre la pressione della pesca.
“Insieme ad altri stock, i merluzzi nei Mari del Nord, Mare d’Irlanda e della Scozia sono diminuiti costantemente, da molti anni, e ne abbiamo dato ripetuti allarmi – spiega David Griffith, segretario generale Ices – e questi stock sono a livelli talmente bassi che alla fine ci siamo risolti a emanare una raccomandazione di ‘zero catture’, per dare loro una tregua. Se verrà data loro la possibilità di ritornare al loro stato precedente, speriamo che in futuro potranno sopportare ancora un’attività di pesca”. Gli stock di platesse nei Mari del Nord sono prossimi ai livelli minimi storici. La pressione della pesca è troppo alta. Il problema maggiore è che ben l’80% delle platesse vengono scartate dopo essere state uccise, perché pescate insieme alle sogliole, ritenute più pregiate.
Ci sono altri pesci atlantici per cui l’Ices dice “zero catture”: eglefini, capelan e merlano (pesci simili al merluzzo, impiegati dalle industrie ittiche come filetti o per preparazioni a base di pesce).

Dove si pesca il merluzzo.
Tra avvertimenti di “zero catture” e forti limitazioni di pesca, il “capitano” degli spot tv non è stato capace di barcamenarsi in altro modo che andandosene a pescare illegalmente. La multinazionale del pesce surgelato è stata accusata nel 2006 di vendere merluzzi pescati illegalmente nel Mare di Barents, dove, ufficialmente, il pesce è pescabile solo in quote limitate. Un canale televisivo svedese ha mandato in onda un documentario in cui si mostravano i pescherecci intenti a saccheggiare illegalmente le riserve di pesca. Greenpeace si è unita alla protesta. Pare che l’azienda, forse spaventata dai danni di un possibile boicottaggio del suo merluzzo, abbia chiuso i contratti in corso con la compagnia di pesca danese colpevole del misfatto, impegnandosi a garantire una migliore tracciabilità del pescato.

Il Wwf suggerisce alcune norme a cui attenersi:
• Non considerare il pesce come una pietanza per tutti i giorni (un consumo eccessivo fa male al mare!).
• Acquistare preferibilmente pesce autoctono.
• Orientarsi su prodotti ittici contrassegnati dall’etichetta Msc (pesce selvatico) o da marchi di qualità ambientale per l’allevamento
• Evitare di acquistare varietà di pesce a rischio di estinzione.

Bibliografia
100 domande sul cibo di Stefano Carnazzani, Ed. Ambiente

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Un attimo di relax #96

Foto, aforisma zen e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

BUONA PASQUA A TUTTI I MIEI LETTORI!

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“”Ecco da dove vengono le Uova di Pasqua!”

“Il saggio nutre il corpo non l’occhio” ~ Aforisma zen

Libro della settimana:


Bob Proctor
Sei nato ricco
Sei nato ricco è stato scritto per aiutarci a capire come entrare in vibrazione armoniosa con il buono che vogliamo e come mantenerci in tale vibrazione positiva in modo da cominciare ad attrarre tutto ciò di cui abbiamo bisogno per dare forma alla nostra immagine di prosperità

Influenza suina: vedete un po’ questo grafico!

Vi ricordate tutto il caos mediatico scatenato intorno a questa nuova pandemia che avrebbe ucciso tutti?
Alla fine ci si è accorti che la suina era più banale della normale influenza stagionale e milioni di vaccini sono rimasti giustamente inutilizzati.
Che per caso vi ricordate chi ha prodotto i vaccini? No? Allora ve lo ricordo io: la Novartis.
Ecco quello sotto è il grafico dell’andamento delle azioni nell’ultimo anno. Notate qualcosa?

novartis

Di una cosa però sono sicuro che fra qualche anno arriverà una nuova falsa pandemia e tutto questo casino sarà dimenticato e tutto andrà come sempre perché i responsabili del marketing delle case farmaceutiche sanno fare troppo bene il loro lavoro ed il loro è un lavoro che si svolge giorno per giorno con messaggi che pian piano si insinuano nella vostra mente.

E immaginate che dopo il post in cui dicevo che avevo deciso di non vaccinarmi ero stato accusato di essere poco responsabile perchè avrei potuto infettare un sacco di pazienti…

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