Psiche e Soma

Ricette per una vita migliore!

Month: luglio 2009 (Page 1 of 2)

Rimedi che non fanno dimagrire!

massaggio

Si perde tanto tempo a cercare un rimedio miracoloso per dimagrire che alla fine non ci si accorge che l’unica soluzione è una sana attività fisica e una dieta equilibrata.
Oggi farò un elenco di sei rimedi miracolosi (i più famosi) e vi dimostrerò che non servono a niente.

Rimedi che non fanno dimagrire

Massaggi

I massaggi sono utilissimi in molte situazioni ma in che modo potrebbero mai far perdere il grasso in eccesso? A me non viene in mente nessun modo… Lo stesso discorso vale per i vari tipi di macchinari funzionanti senza l’intervento dei muscoli di chi deve dimagrire.

Saune

Saune e bagni turchi fanno sudare quindi se vi pesate prima e dopo una sauna di sicuro peserete un chilogrammo in meno. In realtà basta bere un litro d’acqua (e dovete farlo per evitare una seria disidratazione) per riprenderlo immediatamente.

Cibi miracolosi

Non esistono cibi che fanno bruciare grassi. Neanche il mitico pompelmo! Al massimo possono possedere un’elevata capacità saziante, come certi cibi proteici o delle verdure.

Se avete notato sono solo tre i rimedi di cui ho parlato. Perchè?? Perchè gli altri tre li ho pubblicati nel post “Regola per dimagrire: non esistono rimedi miracolosi!” pubblicato su blogdietetico.com

Punture di medusa. Cosa fare?

medusa

Prima di tutto bisogna specificare che le meduse non mordono e/o pungono ma è il contatto con i loro tentacoli urticanti a provocare dolore e irritazione cutanea. Circolano da sempre numerosi consigli (alcuni più fantasosi altri più sensati) su cosa fare in caso di contatto con una medusa e mi sembra il caso di mettere un po’ d’ordine.

Poichè il contatto provoca dolore e bruciore intenso la prima cosa da fare è restare calmi (dalle nostre parti non si muore per una puntura di medusa) soprattutto se state nuotando in acqua alta. Richiamate l’attenzione di chi vi sta intorno e cercate di raggiungere subito la riva o l’imbarcazione più vicina. Una volta giunti sulla spiaggia o su una superficie stabile controllate che non siano rimasti sulla pelle dei piccoli pezzi di tentacoli e in questo caso allontanateli velocemente con della semplice acqua di mare evitando di strofinare la pelle con sabbia o teli da mare (peggiorereste la situazione), ed è sconsigliato anche anche l’uso di alcol, aceto, ammoniaca.

La soluzione migliore è Gel Astringente al cloruro di alluminio (procuratevelo in farmacia) che mitiga subito il dolore e toglierà anche il prurito che giungerà poco dopo. Antistaminici e cortisone per uso topico hanno tempi di azione troppo lunghi e non risolvono la situazione nell’immediato.

Ci possono essere casi un po’ più gravi in caso di allergia alle sostanze rilasciate dalle meduse quindi se dopo una puntura di medusa il soggetto colpito comincia a farfugliare frasi sconnesse, appare confuso e disorientato, ha difficoltà respiratorie, impallidisce, suda in maniera eccessiva e comincia a gonfiarsi non solo nella sede della puntura ma in breve tempo in tutto il corpo, chiamate urgentemente il 118 perchè c’è un serio rischio di shock anafilattico (potrebbe anche portare alla morte del soggetto se non trattato propriamente).

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Un attimo di relax #62

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Prendi questo, impostore!”

Chi non sente il suo male è tanto più malato.” ~ Pierre Corneille

Libro della settimana:

I dubbi e le indagini di una madre che ha donato gli organi del figlio

Influenza suina: falsi miti da sfatare urgentemente.

suina

Neanche è iniziata la vera pandemia e già inziano a circolare false miti sull’influenza suina. In questo caso possono arrecare parecchi danni alla salute e all’economia e quindi sento la necessità di sfatarli urgentemente.

Mito #1

Ci si contagia mangiando carne di maiale.

Falso. Il nome “suina” fa si pensare ai maiaili ma non certo perchè ci si contagia mangiandoli ma perchè il virus originariamente contagiava solo i suini. Questo falso mito è il motivo per cui, se avete notato, adesso i media ufficiali la chiamano “Nuova Influenza” o “Influenza A/H1N1″. Quindi mangiate pure la carne di maiale anche se meglio non abbondare perchè fa male per altri motivi (colesterolo etc etc).

Mito #2

Gli antivirali sono utili per la profilassi.

Falso. Oltre ad averlo letto in giro sul web (non cito la fonte perchè potreste confodervi ancora di più le idee) mi è anche capitato che un mio conoscente mi facesse questa domanda: “Sto per andare a Londra. Che ne dici se inizio da domani a prendermi il Tamiflu in modo da essere coperto in caso di un eventuale contagio?”
Questo falso mito apre le porte a due scenari catastrofici:
1. A furia di prendere senza motivo gli antivirali potrebbe selezionare un ceppo virale resitente ai farmaci (la stessa cosa che avviene per gli antibiotici) e già ho letto che in Canada c’è stato il primo paziente infettato dal virus resitente al Tamiflu e hanno avuto parecchi problemi per curarlo.
2. Dato che nessun medico prescriverà mai un anitivirale senza prima essere sicuro che il paziente sia affetto da influenza suina, ancuni potrebbero decidere di comprarlo online! Non è possibile comprare il Tamiflu online e quindi a casa vi giungerà o il Taniflu o il Tamiflù con dentro acqua.

Mito #3

Il virus passa attraverso la pelle.

Falso. Il virus entra nel corpo solo attraverso il sistema respiratorio. E’ quindi importante evitare luoghi affollati ed umidi e lavarsi le mani perchè è facile portarsi al volto le mani infette provocando il contagio.

Se conoscete altri falsi miti o se avete dubbi su alcune notizie scirvetemelo pure nei commenti.

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Come lavarsi bene le mani.

L’OMS ci fornisce tutte le indicazoni necessarie per lavarsi bene le mani perchè questo è l‘unico modo per evitare di ammalarsi di influenza suina (oltre a chiudersi in casa e non uscire mai più…).

Questa è la procedura corretta e deve durare 40-60 secondi:

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Se non avete un lavandino a portata di mano (…) potete utlizzare le salviettine disinfettanti monouso. Le mani vanno lavate anche 10 volte al giorno se frequentate luoghi pubblici.
Aggiornamento: puoi usare anche un gel igienizzante mani e in questo articolo ti spiego come farlo in casa.

Fonte
pdf del Ministero della Salute

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Influenza Suina: cosa fare, cosa sapere e di chi fidarsi.

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NB: articolo aggiornato il 3 Settembre 2009.

Influenza suina o A/H1N1 o nuova influenza: troppe informazioni discordanti! Le persone hanno il diritto di ricevere notizie vere, senza allarmismi, con dati certi e verificati e purtroppo anche il sito del Ministero della Salute mi sembra un po’ incasinato…

Provo a fare un po’ di oridine rispondendo a tre domande che reputo cruciali per dipanare la matassa informativa.

Influenza suina: cosa sapere?

La cosa fondamentale da sapere sono i sintomi e sono tutti aspecifici: febbre di intensità variabile, sonnolenza, malessere, scarso appetito e cefalea a cui si associano talvolta nausea, vomito e diarrea. Se avete notato non ci sono differenze con l’influenza stagionale e infatti l’unico modo per sapere di che tipo di influenza suina è fare un anamnesi dettagliata (il paziente è stato in Messico o nei paesi anglosassoni ultimamente? Ha viaggiato in aereo? E’ stato in luoghi affollati e caldi?) e il tampone nasale e faringeo per raccogliere un campione di secrezioni respiratorie entro i primi 4-5 giorni dall’inizio dei sintomi (quando l’infezione è più virulenta).

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In mezzo al deserto… alleniamo la mente!

domanda

Ecco a voi l’indovinello della Domenica:
Nel deserto una carovana di beduini trova il cadavere di un uomo. Intorno al corpo nudo non ci sono orme o vestiti od oggetti. Le uniche cose che notano sono un piccolo filo di paglia ancora stretto nella mano dell’uomo e un piccolo puntino nero all’orrizzonte.

Com’è morto l’uomo?

La soluzione verrà scritta nei commenti qualche giorno dopo la pubblicazione del post (a meno che non indoviniate prima…e non usate google!

Un attimo di relax #61

Foto, citazione e libro della settimana sono il mio modo per regalarvi un minuto di relax.

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“Ti sei mai sentito come la pecora nera della famiglia?”

Il medico esercita su di me un doppio effetto dal quale non so difendermi: mi spaventa e non mi rassicura. Se mi dice: “Lei ha la tal malattia”, gli credo. Se mi dice: “La guarirò”, non gli credo più.” ~ Georges Courteline

Libro della settimana:

Siamo coscienti delle scelte che facciamo?

shopping

Mi sa di no..

Studi psicologici che hanno osservato il comportamento di alcuni partecipanti che sono all’oscuro di far parte di un esperimento hanno mostrato che siamo veramente poco coscienti di quel che pensiamo .
Ma cosa succede nella nostra vita di tutti i giorni?
Ecco tre situazioni molto comuni.

Shopping

Per questo studio i ricercatori si sono rivolti ad un gruppo di consumatori all’interno di un centro commerciale, domandando loro quale articolo preferissero tra quattro differenti camicie da notte e quattro differenti paia di calze. In realtà tutti e quattro gli articoli erano identici.
Hanno mostrato una certa preferenza per alcuni articoli posizionati un una certa maniera : questi soggetti hanno scelto tutti e quattro gli articoli posti sulla destra. Questo risultava in maniera schiacciante per la scelta delle calze. Il paio di destra è stato quattro volte di più di quello di sinistra.
Quando abbiamo chiesto perchè hanno scelto quel particolare articolo, nessuno ha menzionato la posizione. Persino quando i ricercatori hanno suggerito che la posizione potesse essere determinante per l’acquisto, molti partecipanti sono sembrati perplessi nel migliore dei casi, assolutamente contrari a questa opinione nel peggiore.
Risultato: Queste persone non hanno avuto alcun indizio sul perchè hanno scelto un articolo piuttosto che un altro.

Leggere

In questo esperimento i partecipanti hanno letto uno stralcio di un romanzo “ Il coniglio”, di John Updike. L’estratto del libro narra un momento emotivamente coinvolgente, in cui una donna alcolista facendo il bagno al suo bambino, accidentalmente lo annega e lui muore.

Quattro condizioni adoperate:
1 La scena viene presentata nella sua interezza.
2 Una parte della scena – la descrizione della culla sudicia della bambina- veniva eliminata.
3 Un’altra parte della scena – la descrizione fisica della bambina- veniva eliminata.
4 Sono presenti entrambe le condizioni (2) e (3).

Successivamente ai partecipanti veniva domandato quale particolare passaggio avesse provocato un impatto emotivo tra quelli letti. Facendo un paragone tra le risposte date dai partecipanti nelle quattro diverse situazioni il risultato era che vi era una scarsa diversità di risposte (nulla di statisticamente significativo) legato alle differenti circostanze. Appariva che l’impatto emotivo non aveva alcuna relazione con le condizioni poste dagli organizzatori.
Allora, veniva domandato alle condizioni 2,3 e 4 se una volta mostrato loro le parti mancanti se queste fossero state incluse avrebbero condizionato al risposta a proposito dell’impatto emotivo provato.

Questi sono i risultati riscontrati:
– Ciascun partecipante della situazione 4 ha pensato che l’impatto emotivo sarebbe aumentato con l’inclusione delle parti tagliate.
– L’86% dei soggetti della situazione 2 hanno ritenuto che l’intensità emotiva sarebbe variata se gli stralci assenti fossero stati aggiunti.
– I due terzi dei soggetti della situazione 3 ha riscontrato che sarebbero stati maggiormente coinvolti emotivamente con l’aggiunta dei pezzi mancanti.

Risultato: i partecipanti hanno pensato che una piccola parte della scena avrebbe potuto aumentare in maniera sostanziale il coinvolgimento emotivo della storia. In realtà questa differenza non è in alcun modo misurabile.

Guardare la tv

Questo esperimento è simile a quello realizzato sulla lettura. Fatta eccezione per questo punto: il gruppo sperimentale era distratto nella visione dei programmi televisivi da un rumore prodotto all’esterno.
I risultati , in modo simile all’esperimento sulla lettura, mostravano che più della metà dei partecipanti aveva pensato che il rumore aveva inficiato l’interesse per il film o il giudizio delle persone su di esso. In realtà i risultati del gruppo di controllo avevano mostrato ancora una volta che questo elemento esterno non aveva avuto alcun effetto sul giudizio.
Risultato: i partecipanti hanno pensato che le distrazioni hanno limitato il godimento nella visione del programma televisivo ma in realtà questo non fa nessuna differenza.

Meccanismi nascosti

Tutti e tre questi studi mostrano quanto piccolo sia l’accesso che abbiamo al nostro inconscio durante le attività di tutti i giorni. Il primo e l’ultimo, riguardanti rispettivamente lo shopping e guardare la tv, mostrano entrambi quanto spesso non riusciamo a comprendere meccanismi che sono invece lì davanti.
Questo è un semplice studio tra quelli realizzati da Nisbett e Wilson negli anni settanta. Si sono riscontrati numerosi risultati simili. Tutti contribuivano a rinforzare la tesi che nelle situazioni della vita di tutti i giorni abbiamo uno scarso oppure spesso nessun contatto con i nostri processi di pensiero.
Probabilmente trascorriamo la maggior parte della nostra vita a trovare risposte plausibili per certi nostri comportamenti, che risulteranno assolutamente inesatte perchè in realtà ignoriamo i processi interni della nostra mente.

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Quanto dimentichiamo in fretta!

ricordi

La mia memoria continua a sorprendermi, e spesso non in maniera piacevole. Recentemente ho riletto uno dei miei libri preferiti. La prima volta che l’ho letto è stato all’incirca 13 anni fa , e ne ero molto entusiasta. Si tratta di un romanzo di un autore che amo molto, la scrittura ha un piglio vigoroso, la storia è eccitante ed ha scene che creano molta suspance.
Malgrado questo io non possedevo praticamente alcun ricordo del libro. Quasi tutto sembra essere volato via con il passare degli anni. Non potrei ricordarmi nemmeno la trama, la maggior parte dei personaggi e neanche una scena. L’unica cosa che vagamente mi ricordavo era il nome del personaggio principale, ma non ne sarei potuta essere sicura, probabilmente era il frutto della mia fantasia.

Questo è un esempio di quello che il professore di psicologia ad Harvard Daniel L. Schacter definisce il primo peccato mortale della memoria:l’aspetto transitorio. (Schacter,1999). La transitorietà può essere vista sia nella memoria a breve sia in quella a lungo termine. Con la memoria a breve termine si intende il ricordo delle cose presenti nella mente proprio ora, e solo quelle cose. D’altra parte la memoria a lungo termine è qualcosa che viene conservato per poter essere adoperato in un periodo successivo. Gli studi hanno mostrato che entrambe la tipologie della memoria possono essere estremamente fragili nelle loro specifiche scale cronologiche.

Memoria a breve termine: si dimentica velocemente.

Un esperimento classico sulla velocità con cui si dimentica è stato portato avanti da Peterson e Peterson (1959). Questi studiosi chiedevano ai partecipanti di memorizzare una sequenza di tre lettere, successivamente altre sequenza di altre tre lettere. Ai partecipanti veniva domandato di provare a ricordare le sequenze delle lettere dopo differenti lassi di tempo.
I partecipanti hanno sorprendentemente fallito questo semplice test. Dopo solo sei secondi di conteggio, veniva dimenticato metà della sequenza originale. Quando rispondevano dopo 12 secondi erano in grado di ricordare meno del 15 % della sequenza. Infine dopo 18 secondi era andato tutto smarrito.
Questo esperimento chiaramente mostra quanto velocemente le informazioni vengono dimenticate dalla memoria a breve termine. Così forse il libro che stavo leggendo così come è entrato è anche uscito. Senza alcun dubbio un po’ è rimasto nella memoria altrimenti avrei letto diverse volte la prima pagina, poi di nuovo, poi di nuovo…

Memoria a lungo termine: dimenticare lentamente.

Alcuni aspetti del libro sono rimaste nella memoria a lungo termine. Quali sono i processi che permettono ad alcuni elementi di rimanere e ad altri di essere dimenticati ? Infatti si conosce veramente poco a proposito di come noi dimentichiamo e sui tempi in cui questo si verifica. Tredici anni è un tempo piuttosto lungo per verificare cosa ricordo di quel libro e quello che è finito nell’oblio.
Tuttavia gli studi in proposito suggeriscono che quanto dimentichiamo probabilmente segue una funzione di potere. Questo significa che la maggior parte delle informazioni immagazzinate andranno presto via, dopo un po’ di tempo dimenticheremo in maniera molto più rallentata.

Registrazione, ricerca e ripetizione

Certamente non tutta la memoria come abbiamo detto è composta in maniera diversa, e per questo le ragioni per cui perdiamo alcune informazioni possono essere molte e diverse. Effettivamente, alcuni psicologi hanno sostenuto che realmente non dimentichiamo mai un’informazione. Forse, essi affermano sebbene quel dato non lo ricordiamo è ancora presente nella nostra mente ma non possiamo più accedervi.
Le indicazioni sono chiaramente importanti a richiamare gli avvenimenti alla memoria. L’odore della vernice può farci ricordare quel particolare giorno che abbiamo trascorso la giornata sotto la pioggia, rapiti da solitari pensieri. Di contro altre esperienze possono ostacolare certi ricordi. Il ricordo della rabbia dei genitori per la nostra marachella può ostruire il riaffiorare di quello che realmente abbiamo combinato.
La memoria è certamente destinata a deteriorarsi se non la usiamo. La ripetizione e il recupero vengono indicati come elementi per una maggiore registrazione della memoria. E’ molto interessante constatare che non vi è alcuna prova che la memoria negli esseri umani vada dissipata dopo un certo tempo. Forse tutta la memoria è davvero ancora lì.

E il mio libro?

Certo se il ricordo del libro non è andato perduto, sta facendo un ottimo lavoro nel non farsi trovare. Specialmente adesso che sto rileggendo il libro e quindi è sottoposto ad un continuo richiamo. Forse io ho dimenticato tutto oppure ho dimenticato quello che non mi ha interessata la prima volta. D’altra parte, sarò di nuovo in grado di emozionarmi rileggendo questo stesso libro tra 13 anni!

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